visco zonin

L'INCUBO DI BANKITALIA, OGGI, SI CHIAMA POPOLARE DI VICENZA - LA VIGILANZA CONTESTAVA A BANCA ETRURIA DI NON ESSERSI FUSA COI VENETI. MA COME DICE LA BOSCHI, SAREBBE STATA L'UNIONE PERVERSA DI DUE BANCHE IN CRISI. PERCHÉ POP.VICENZA ERA SEMPRE IL JOLLY PER VISCO? GIANNI ZONIN, CHE FOSSE BENVOLUTO A VIA NAZIONALE, NON È UN SEGRETO

Marco Palombi per il “Fatto Quotidiano

 

antonio patuelli premia gianni zoninantonio patuelli premia gianni zonin

L' attacco è di violenza inusitata. Scolpisce Maria Elena Boschi sul Corriere della Sera di domenica: "Mi fa sorridere il fatto che alcuni autorevoli esponenti oggi prendano determinate posizioni, pur sapendo che sono le stesse persone che un anno fa suggerivano a Banca Etruria un' operazione di aggregazione con la Popolare di Vicenza".

 

Quei "personaggi" sono il governatore Ignazio Visco e il capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo : Banca d' Italia, infatti, accusò per iscritto l' ex cda di Etruria - tra cui il vicepresidente Pier Luigi Boschi - di aver "lasciato inevasa la richiesta della Vigilanza di realizzare un processo di integrazione con un partner di elevato standing" , cioè Pop Vicenza e cioè "l' unica offerta giuridicamente rilevante presentata" (sempre Bankitalia, però, ha poi scoperto che i vertici dell' istituto veneto non fecero votare quell' offerta in consiglio d' amministrazione).

 

GIANNI ZONIN GIANNI ZONIN

Per il ministro delle Riforme, quel matrimonio si sarebbe rivelato un bagno di sangue anche peggiore del decreto "salva-banche". Probabilmente ha ragione, ma la portata dell' attacco arrivato da Palazzo Chigi a via Nazionale è assai più vasta della sola vicenda Etruria. Pop Vicenza è un nervo scoperto di Bankitalia per più motivi: rapporti personali, vigilanza lasca, ruolo dell' istituto nel risiko bancario sponsorizzato da Palazzo Koch.

 

GIOVANNI ZONIN P BANCA POP VICENZA GIOVANNI ZONIN P BANCA POP VICENZA

GIANNI ZONIN, UOMO DI MULTIFORMI RELAZIONI

Che fosse benvoluto a via Nazionale non è un mistero.

 

D' altra parte Gianni Zonin, presidente di Popolare Vicenza dal 1997 (in cda dal 1983), "viticultore prestato alla finanza", ha un talento vero nel tessere relazioni. Per limitarci a quelle con Banca d' Italia basti citare i nomi di cui si è circondato negli anni: tra il 2006 e il 2008 l' ex ispettore della Vigilanza Luigi Amore diventa responsabile dell' Audit interno; nel 2011 entra in cda, da vicepresidente, l' ex Ragioniere dello Stato Andrea Monorchio , uomo di molteplici e antichi contatti a Palazzo Koch; nel 2013 va a Vicenza a fare il capo delle relazioni istituzionali Gianandrea Falchi , ex capo della segreteria particolare di Bankitalia quando governatore era Mario Draghi .

 

CARMELO BARBAGALLO jpegCARMELO BARBAGALLO jpeg

E mica solo nomi, ci sono pure un paio di incroci pericolosi. Nel 2014 Popolare di Vicenza decide di acquistare (per 9,5 milioni) nella città palladiana Palazzo Repeta : il venditore era Bankitalia, che tentava di piazzare l' immobile senza riuscirci da un quinquennio.

 

C' è poi il caso della Banca Bene , piccola Bcc del cuneese, commissariata nel 2013: ebbene l' uomo inviato da Banca d' Italia, Giambattista Duso , aveva depositato quasi tutti i soldi dell' istituto piemontese in Popolare di Vicenza, operazione che viola il tetto prudenziale indicato dalle regole della stessa Vigilanza. L' ex presidente di Banca Bene, Francesco Bedino , denuncerà il conflitto d' interessi di Duso, che era anche amministratore delegato di Marzotto Sim , società di intermediazione immobiliare partecipata da Popolare di Vicenza.

 

VICENZA COMPRA TUTTI (O ALMENO LO DICE)

visco da faziovisco da fazio

Il ministro Boschi ha ricordato a Visco e Barbagallo che volevano vendere una banca messa male a un' altra malmessa anche lei. Ma Etruria non è l' unico caso in cui la Popolare di Vicenza ha vestito i panni del cavaliere bianco: il suo nome è venuto fuori tra i possibili acquirenti anche di Banca Marche e CariFerrara (altre due "salvate" il 22 novembre), per Veneto Banca (l' istituto di Montebelluna è messo male anche lui), la Popolare di Marostica e la Popolare di Spoleto , poi venduta a Banco Desio (Visco e i tre commissari risultano indagati dalla Procura umbra su denuncia dei vecchi soci di Bps).

 

 Tutte queste trattative, a volte anche molto lunghe, sono parte del progetto espansivo di Zonin sponsorizzato da via Nazionale, ma non approdano a nulla: in molti casi, però, sono servite a tranquillizzare azionisti e risparmiatori degli istituti coinvolti, tenendone "alti" i titoli. Tutto questo fino all' autunno 2014: quando la titolarità della Vigilanza sugli istituti più grandi passa da Roma alla Bce, a Francoforte partono le danze.

 

LA VIGILANZA DISTRATTA E I SOLDI ANDATI IN FUMO

renzi viscorenzi visco

Gli ispettori di Visco e Barbagallo - che hanno esaminato Vicenza 7 volte in un decennio - hanno guardato la banca aumentare senza sosta il valore delle sue azioni (non quotate): nel 1996 valevano 27,1 euro, nel 2011 62 euro e mezzo, una performance che nemmeno Goldman Sachs . Ora, dopo una svalutazione del 23% (48 euro), la quotazione in Borsa si avvicina e gli analisti prezzano quei titoli a 10-12 euro: un bagno di sangue per 117mila azionisti, molti dei quali hanno partecipato ai due aumenti di capitale autorizzati da via Nazionale negli ultimi anni per oltre un miliardo.

 

RENZI PADOANRENZI PADOAN

Solo a 2014 inoltrato, infatti, Banca d' Italia scopre quel che si scriveva sui giornali: Pop Vicenza riacquistava azioni proprie senza dirlo e/o le piazzava ai clienti prestandogli i soldi. Titoli che, però, non possono essere inseriti tra i requisiti patrimoniali: a breve Vicenza farà l' ennesimo aumento di capitale (1 miliardo). È a questa vicenda di mancata vigilanza e rapporti incrociati che allude il ministro Boschi tirando in ballo scelte e ruolo dei vertici di Palazzo Koch negli ultimi anni. Gli interessati non hanno gradito: siamo solo all' inizio.

 

 

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…