LEHMAN: IL FALLIMENTO DI UNA CLASSE DIRIGENTE CHE HA CONTINUATO A FARE SOLDI E CARRIERE - TUTTA COLPA DI GREENSPAN?

A 5 anni dal crac del secolo, Hank Paulson si toglie qualche macigno contro l’ex capo della Fed: “Tutta colpa di una bolla creditizia che nessuno ha fermato” - Paulson si inventò il piano da 700 miliardi che spostò sui contribuenti americani l’onere di salvare le banche, e ora promuove la bolla monetaria di Bernanke…

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Paolo Mastrolilli per "La Stampa"

La «tempesta dei cento anni». Così l'ex segretario al Tesoro americano Hank Paulson, che costruì l'architettura del pacchetto di salvataggio del sistema finanziario, ha descritto la crisi cominciata cinque anni fa con il fallimento di Lehman Brothers. Un disastro storico, che nessuno aveva previsto nella sua complessità. E considerate le sue dimensioni, «siamo fortunati di trovarci dove siamo adesso», nonostante la ripresa resti molto timida.

Paulson, Bernanke Sheila Bair e Timothy GeithnerPaulson, Bernanke Sheila Bair e Timothy GeithnerHenry PaulsonHenry Paulson

Paulson ha fatto i suoi commenti parlando con la televisione Cnbc, canale specializzato nei temi economici e finanziari, e si è tolto diversi sassolini dalle scarpe. Valutazioni che pesano molto anche sul piano politico, visto che lui era l'ex presidente di Goldman Sachs, prestato all'amministrazione Bush. Dopo l'esplosione della crisi, proprio Paulson aveva posto le basi del Troubled Asset Relief Program (Tarp), cioè il programma di sussidi statali da settecento miliardi di dollari, che in sostanza aveva salvato le banche ed evitato il collasso dell'interno sistema finanziario, mettendolo al riparo da un effetto domino.

L'ex segretario al Tesoro ha parlato di «tempesta dei cento anni, perché gli eccessi si erano accumulati durante un lungo periodo. «Si è trattato dell'esplosione di una massiccia bolla creditizia, e credo che sia stata una enorme dislocazione». Chi sa leggere tra le righe del suo messaggio, non manca di notare l'attacco che contiene nei confronti di Alan Greenspan.

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Durante gli anni della grande espansione economica dovuta all'avvento dell'era digitale, l'ex capo della Fed passava per il "Maestro", come lo aveva soprannominato Bob Woodward. Una volta scoppiata la crisi, però, molti critici hanno individuato proprio nella sua deregulation eccessiva dei mercati la causa della bolla.

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E' chiaro che Paulson ce l'ha con Greenspan, anche per altri due motivi: primo, elogia sperticatamente Ben Bernanke, successore del "Maestro" alla guida della Federal Reserve, definendolo come la migliore scelta fatta dal presidente Bush; secondo, si definisce «amico» di Larry Summers, che oggi è in corsa per prendere il posto di Bernanke, ma in passato è stato consigliere economico di Obama e segretario al Tesoro di Clinton.

Se Summers «è un tipo molto capace», evidentemente l'origine della «tempesta dei cento anni» non può essere attribuita alle politiche adottate dall'amministrazione Clinton, e l'unico potenziale colpevole resta Greenspan.

Banchieri Centrali Shirakawa Bernanke Trichet Draghi KingBanchieri Centrali Shirakawa Bernanke Trichet Draghi King

Paulson aggiunge che per superare la crisi ha «interagito con molti chief executive officer di grandi compagnie. Alcuni erano più capaci di altri. Penso che fossero tutte brave persone, alle prese con un disastro che non avevano mai visto nella loro vita. La maggior parte ha lavorato bene sotto stress, e ha fatto ciò che poteva per cooperare».

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Il problema ora è capire quanti dei cento anni di tempesta sono passati, e quanti ne restano ancora. Paulson ovviamente difende il suo piano di salvataggio, che ha dato liquidità alle banche ed è stato ripagato, con un surplus di 32 miliardi.

LARRY SUMMERSLARRY SUMMERS

Appoggia anche gli stimoli decisi da Bernanke: «Sono un sostenitore del suo programma. E' notevole che l'economia stia crescendo al ritmo del 2%». Ora, che il successore di Bernanke sia Summers o Janet Yellen, il problema è tornare alla normalità, perché «con i tassi bassi puoi arrivare solo fino ad un certo punto». Una normalità che Paulson descrive così: «Un nuovo mondo dove si scambiano gli asset in base al loro ritorno, e le economie sono giudicate dai loro fondamentali».

 

 

 

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