LUXOTTICA: CDA CON ANDREA GUERRA (FORSE OGGI LASCIA) - LUPI, MARCHIONNE E LA DETRAIBILITÀ SULLE AUTO CHE NON ARRIVA - ENEL-MAIRE TECNIMONT: LA LITE CONTINUA, FINO AL 2016 - L’APPELLO AI CORRENTISTI DEL PRESIDENTE DELLO IOR

1. LUXOTTICA: CONCLUSO CDA, HA PARTECIPATO ANCHE A.D. ANDREA GUERRA

Andrea Guerra Andrea Guerra

Radiocor - Si e' conclusa, dopo nemmeno due ore, la riunione del consiglio di amministrazione di Luxottica che dovrebbe aver deciso sulla nuova guida operativa del gruppo. Alla riunione ha partecipato anche l'amministratore delegato ritenuto in uscita, Andrea Guerra. 'La riunione si e' svolta in un clima tranquillissimo' ha commentato un consigliere all'uscita dalla sede milanese di Luxottica.

 

L'amministratore delegato del gruppo Luxottica, Andrea Guerra, potrebbe lasciare in tempi brevi il gruppo, con una buonuscita 'non clamorosa'. E' quanto si e' appreso da un consigliere che, lasciando la sede dopo la riunione del Cda, si e' fermato per pochi minuti a parlare con la stampa: 'In consiglio si e' parlato anche della buonuscita di Andrea Guerra che - ha sottolineato - non destera' alcun scalpore, nulla di clamoroso'.

 

GUERRA img GUERRA img

A chi gli chiedeva se Guerra restera', come anticipato da indiscrezioni di stampa, fino al prossimo mese di dicembre, il consigliere si e' limitato ad affermare 'no, forse lascera' anche oggi, non posso dire altro'. Circa la meta' del consiglio di amministrazione di Luxottica, vale a dire una mezza dozzina di consiglieri, si e' fermata fuori dalla sede milanese del gruppo per continuare a parlare dopo la riunione. L'unico consigliere che ha abbandonato subito la sede senza soffermarsi alla riunione improvvisata post-cda, e' stato Claudio Costamagna.

 

2. LUPI, MARCHIONNE E LA DETRAIBILITÀ SULLE AUTO CHE NON ARRIVA

Da “Il Giornale

 

MAURIZIO LUPI MAURIZIO LUPI

Oggi alle 18 la Motorizzazione diffonderà i dati sulle immatricolazioni di auto in agosto. Calma piatta: vendite ai privati sempre sottotono, mentre quelle ai noleggi danno un po' di ossigeno. Il dato odierno potrebbe comunque risentire di un colpo di reni in «zona Cesarini»: le vendite all'ultimo, cioè sabato scorso, ai noleggi.

SERGIO MARCHIONNE jpegSERGIO MARCHIONNE jpeg

 

Il settore, comunque, ha visto ancora una volta deluse le attese, con l'aggravante che l'effetto annuncio di possibili aiuti all'acquisto potrebbe aver frenato ulteriormente il desiderio di cambiare macchina da parte delle famiglie.

 

Alla fine di luglio, infatti, il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, si era sbilanciato parlando dell'ipotesi di detraibilità delle spese collegate all'acquisto e alla manutenzione delle auto. Poi più nulla, salvo la bordata di Sergio Marchionne (Fiat-Chrysler): «No agli incentivi».

 

3. “PROFUMO” DI RIASSETTO IN CASA IREN E PARTE IL TOTO-AMMINISTRATORE DELEGATO

da “Il Giornale

FRANCESCO PROFUMO FRANCESCO PROFUMO

Mentre sta per ripartire il risiko delle utility, sulla spinta dello Sblocca-Italia, in casa Iren si pensa al riassetto dei vertici. Alla multiutility torinese-emiliana nata dalla fusione di Enìa e Iride, potrebbe restare solo il presidente Francesco Profumo, mentre il vice, Andrea Viero, potrebbe essere chiamato a Roma dal governo Renzi. In parallelo, i soci di Iren starebbero lavorando per sostituire l'ad Nicola De Sanctis, in contrasto con Profumo. In lizza: Matteo Codazzi (Enel); Paolo Gallo, ex Acea; Massimiliano Bianco, dg di Federutility; Stefano Cao(A2a).

 

4. ENEL-MAIRE TECNIMONT: LA LITE CONTINUA, FINO AL 2016

Da “Il Giornale

Il contenzioso Enel-Maire Tecnimont in Cile è destinato a trascinarsi a lungo. Secondo quanto emerso nella semestrale del general contractor, il lodo tra le parti non verrà risolto prima del 2016. Alla base dello scontro l'esecuzione di un lavoro «fuori tempo e impreciso» che avrebbe spinto Enel a mettere in atto una procedura di escussione delle garanzie dei lavori per 112 milioni. Atto definito fraudolento da Maire che ha acceso la lite. A due anni di distanza continua così la battaglia a colpi di memorie e contromemorie, e Maire ha chiesto un risarcimento da 1,3 milioni di dollari. Ma l'epilogo sarà solo nel 2016.

CARLO CALENDA CARLO CALENDA

 

5. CALENDA DIMENTICA LE IMPRESE ITALIANE AD ADDIS ABEBA
Da “Il Giornale” 

 

Annunciato da più di due settimane, giovedì doveva svolgersi ad Addis Abeba un incontro tra una delegazione del governo italiano, guidata dal viceministro Carlo Calenda, e le massime autorità etiopi, il primo ministro, il suo vice, i ministri economici. Invitate le aziende italiane presenti nell'area (una ventina: da Finmeccanica a Salini, da Italferr all'Associazione nazionale costruttori) per favorire opportunità di business, come si usa in questi casi.

 

Ma nelle sale dell'Hilton l'ambasciatore italiano Giuseppe Mistretta, imbarazzatissimo, ha dovuto dare la sgradevole notizia: niente viceministro, trattenuto - questa la motivazione ufficiale - in Mozambico. Aziende, dunque, senza traino politico e piccolo incidente diplomatico, visto il coinvolgimento del governo locale. E tra tutti i presenti increduli serpeggiava la curiosità: ma Calenda, dov'è?

 

6. L’APPELLO AI CORRENTISTI DEL PRESIDENTE DELLO IOR

m.a.c. per il "Corriere della Sera"

 

Il nuovo presidente dello Ior, Jean-Baptiste de Franssu, nominato il 9 luglio, ha preso carta e penna per presentarsi ai correntisti. Una lettera dal tono cordiale e non formale, in cui assicura a tutti «aggiornamenti periodici» sull’evoluzione della situazione. Concludendo: «Vi incoraggio a rivolgere direttamente a me qualsiasi domanda o osservazione». Il presidente illustra le riforme in corso e chiede «una collaborazione assidua e tenace» . «Insieme lavoreremo - scrive de Franssu - affinché servire la Chiesa nella sua alta missione evangelica e pastorale ritorni ad essere il vero fine e la giusta missione dell’istituto».

JEAN BAPTISTE DE FRANSSUJEAN BAPTISTE DE FRANSSU

 

Il presidente della cosiddetta banca vaticana sottolinea che si sta operando nella direzione della «efficienza, integrità, sicurezza e conformità alle normative» perché l’Istituto per le Opere di Religione non è come un «qualsiasi altro fornitore di servizi commerciali». Anche per questo sono stati fatti «grandi sforzi volti ad aumentare la solidità delle prestazioni» della banca e «questo primo e urgentissimo ciclo di riforme sta volgendo al termine». In questa fase - afferma - sono state adottate nuove procedure per meglio rispondere agli standard internazionali di trasparenza.

 

Poi de Franssu ha indicato alla clientela la sua email per «qualsiasi domanda o osservazione». E« i distinti o cordiali saluti», di prassi, si trasformano alla fine della lettera in «un caloroso abbraccio». Nella «nota agli utenti» che apre il sito web si evidenzia inoltre che gradualmente , in una transizione ordinata, non ci saranno più clienti «laici», cioè personalità non ecclesiastiche.

 

7. ZE CAPITAL BUSSA DA PEUTEREY

d.pol. per il "Corriere della Sera"

 

PEUTEREY  PEUTEREY

Da Beijing road nel centro di Shanghai, sede della Ze capital, ad Altopascio in provincia di Lucca. Provano a bussare alla porta del gruppo Peuterey, noto per le sue giacche in piumino, gli investitori privati cinesi sottoscrittori della holding che scommette sui marchi del lusso e la distribuzione attraverso siti di ecommerce. Guida la squadra di Ze capital Alexander Monteux, decano del private equity, con un lungo cursus in Axa (oggi Ardian) che dalla Cina promuove partnership azionarie con i marchi occidentali della moda per promuoverne lo sviluppo anche in Corea e Giappone.

 

Un obiettivo che rappresenta uno dei pilastri del piano industriale della famiglia Lusini, proprietaria del gruppo cui fanno capo i marchi Geospirit, Aiguille Noire, Postcard e, appunto Peuterey. Un’attività che genera 90 milioni di ricavi ma ancora molto concentrata in Italia. Punto di partenza della società è la ricerca di un socio che investa fino al 50% della holding PG (di proprietà della famiglia toscana) predisposta per disegnare la nuova catena di controllo.

 

Maire-TecnimontMaire-Tecnimont

L’operazione, di cui advisor è Deloitte, prevede un mix di acquisto di quote e aumento di capitale per dotare l’azienda delle munizioni indispensabili per finanziare la crescita. Ma la partita per un posto in prima fila della Peuterey non è scontata. In corsa c’è da tempo il fondo Clessidra di Claudio Sposito che in questi giorni sta perfezionando l’investimento in Harmont & Blaine, con l’obiettivo di costruire un portafoglio di marchi di moda e lusso, dopo l’acquisto di Buccellati.

 

 

 

 

 

 

 

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