- MALEDETTA ALITALIA - LA CORTE DEI CONTI CHIEDE 3 MILIARDI DI EURO DI DANNO ERARIALE A 17 EX AD, PRESIDENTI, CONSIGLIERI E DIRIGENTI - TRA I NOMI “PESANTI” QUELLI DI FRANCESCO MENGOZZI E GIANCARLO CIMOLI - L’INCHIESTA SUI DOCUMENTI DELL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI ROMA - LO SCORSO 7 NOVEMBRE LE RICHIESTE DI RINVIO A GIUDIZIO PER MENGOZZI, CIMOLI E 5 EX MANAGER… -

Condividi questo articolo


Antonella Baccaro per il Corriere della Sera

Un danno erariale di tre miliardi a carico di 17 tra amministratori delegati, presidenti, consiglieri e dirigenti di Alitalia in carica nel periodo 2001-2007. È la conclusione cui è giunta l'indagine condotta dal procuratore regionale del Lazio della Corte dei Conti che, nel novembre del 2011, aveva aperto un'istruttoria per stabilire l'eventuale sussistenza di un danno erariale derivante dalle condotte manageriali degli ex vertici della compagnia di bandiera in carica nel periodo considerato.

mengozzi francesco RomaLivemengozzi francesco RomaLive

A questo scopo i magistrati contabili avevano chiesto e ottenuto dai colleghi della Procura di Roma, che conducevano l'inchiesta penale sull'ipotesi sulla bancarotta della vecchia Alitalia, tutta la relativa documentazione. Ora l'istruttoria è conclusa: il procuratore si è convinto che il danno erariale che l'ex compagnia di bandiera ha subìto ammonta alla cifra ciclopica di tre miliardi di euro. Seguendo la procedura, ai 17 amministratori individuati dall'indagine è arrivato un «invito a dedurre», che è un atto che deve necessariamente precedere, a pena di nullità, la citazione in giudizio del presunto responsabile.

a piero gnudi giancarlo cimolia piero gnudi giancarlo cimoli

Nell'atto il procuratore ha esposto gli elementi di fatto e di diritto sulla cui base ha fondato la contestazione di responsabilità e l'ammontare del danno, invitando i destinatari a far pervenire proprie deduzioni e osservazioni difensive, nonché prove a proprio discarico, entro 60 giorni. Se le controdeduzioni non saranno ritenute valide, il procuratore procederà all'atto di citazione vero e proprio.

Secondo indiscrezioni sarebbero stati raggiunti dall'invito gli ex amministratori: Francesco Mengozzi (2001-04) e Giancarlo Cimoli (2004-07), ma anche alcuni consiglieri di nomina pubblica (Alitalia è stata controllata dal Tesoro fino al 2008). Hanno ricevuto un invito a dedurre anche alcuni dirigenti della compagnia mentre sarebbero stati tenuti fuori dalla vicenda Jean-Cyril Spinetta, membro del consiglio in rappresentanza di Air France-Klm, e tutti i componenti dei collegi sindacali che si sono succeduti dal 2001 al 2007.

alitalia logo passeggeroalitalia logo passeggero

Adesso sono in molti a sperare nella prescrizione degli addebiti fatti dalla magistratura.
Bisogna ricordare che il 7 novembre scorso la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per gli ex amministratori delegati Francesco Mengozzi e Giancarlo Cimoli per il crac dell'azienda del 2008 quando il Tribunale ne aveva dichiarato lo stato di insolvenza.

jean cyril spinettajean cyril spinetta

Rinvio a giudizio anche per cinque ex manager: Gabriele Spazzadeschi, ex direttore del dipartimento amministrazione e finanza, Pierluigi Ceschia, ex responsabile del settore finanza straordinaria, Giancarlo Zeni e Leopoldo Conforti, ex funzionari e Gennaro Tocci, ex responsabile settore acquisti. Secondo l'accusa si sarebbe trattato di una «dissipazione» della compagnia di bandiera con «operazioni abnormi sotto il profilo economico e gestionale» che avrebbero causato perdite per oltre 4 miliardi di euro fino al 2007.

Risalendo nel tempo, nel febbraio 2011, la Corte dei Conti aveva già condannato Cimoli a restituire all'Erario 150 mila euro, vale a dire parte dei 750 mila euro di premio che il cda di Alitalia gli assegnò tra il 2004 e il 2006. Per la magistratura contabile tale «emolumento variabile» fu assegnato al manager «nonostante il mancato raggiungimento e la mancata definizione degli obiettivi cui la spettanza di dette somme era subordinata».

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…