marchionne elkann altavilla

LE MANI SULLA FCA - ALFREDO ALTAVILLA AVEVA UN PROFILO ADATTO A PRENDERE IL POSTO DI MARCHIONNE - MA LA SCELTA DI MANLEY ALLA GUIDA DEL GRUPPO ERA QUASI OBBLIGATA PER ASSECONDARE LA PARTE AMERICANA CHE RESTA LA PIÙ RILEVANTE PER FATTURATO E PROFITTI - IL MANAGER SI SAREBBE “ACCONTENTATO” DELLA PRESIDENZA FERRARI MA JOHN ELKANN HA VOLUTO TENERE PER SE’ QUELLA POLTRONA… - L'INCONTRO INFUOCATO E GLI ATTIMI DI TENSIONE 

Giorgio Ursicino per “il Messaggero”

 

alfredo altavilla

Si complica lo scenario per Fca che è stata protagonista di un grande rilancio potendo contare su un leader «illuminato», ma anche su una squadra solida e stabile. Perso Sergio Marchionne, colpito da un male che in poche settimane ha piegato il suo straordinario vigore, l' azienda automobilistica controllata da Exor è costretta a rinunciare ad un secondo tassello importante, un altro italiano, Alfredo Altavilla. Il manager pugliese di grande esperienza ricopriva incarichi di elevata responsabilità, tanto da essere inserito più o meno da tutti nella short list degli eredi di Marchionne. La scelta è andata invece in una direzione diversa e Altavilla ha deciso di lasciare.

 

JOHN ELKANN - MONTEZEMOLO - SERGIO MARCHIONNE

Negli ambienti torinesi si respira l'atmosfera di un forte strappo. Il responsabile delle attività europee, come è lecito, aveva delle aspettative. Forse aveva ricevuto qualche promessa. Fatto sta che ha ritenuto non più interessante proseguire l' avventura in una galassia che era stata anche la sua famiglia.

 

LUNGO CORSO

Altavilla era infatti entrato nell' orbita del Lingotto subito dopo aver terminato gli studi quasi trent' anni fa, occupando via via poltrone di maggior rilievo nelle varie aziende del gruppo con incarichi strategici anche e soprattutto nello scacchiere internazionale. Un' esperienza che lo rendeva sicuramente un profilo adatto a prendere il posto di Marchionne. Va detto che Altavilla aveva più volte ricevuto offerte importanti e alcune potrebbe ancora averle in portafoglio.

 

alfredo altavilla

Per esempio, si era parlato di lui per la guida dell' ex Finmeccanica, ma il suo nome è stato accostato anche alle FS; attualmente è membro del board di Tim in quota Elliot.

Sia come sia è evidente che Altavilla con l' uscita di scena del suo capo, che nessuno pensava potesse avvenire in un modo tanto traumatico, ambiva ad un percorso di crescita. Dal fronte aziendale nessun commento, ma trapela una certa sorpresa per la rapidità della sua decisione in un momento in cui Fca ha bisogno di supporto e di continuità. Insomma, quasi fossero due amanti delusi.

 

marchionne elkann

C'erano i margini per trattenere Altavilla o per come si era messo lo scenario il divorzio era inevitabile? Com' è facile immaginare, la situazione che ha dovuto affrontare con grande rapidità John Elkann non era affatto semplice. Tutti sapevano che l'uscita di scena del lider maximo avrebbe potuto creare turbolenze, ma la repentinità con cui è avvenuta ha complicato ulteriormente lo scenario.

 

IL PERCORSO

alfredo altavilla coo di fca

Il percorso che il nipote dell' Avvocato e il manager italo-canadese avevano intrapreso per designare il nuovo capo di Fiat Chrysler non era infatti ancora concluso, mentre l'assetto del dopo Marchionne in Ferrari forse non era stato nemmeno ipotizzato visto che l' ex presidente sarebbe dovuto rimanere al comando fino al 2021. In qualche modo andavano chiarite alcune situazioni per evitare eventuali strappi, ma non c'è stato il tempo per farlo.

 

La scelta di Manley alla guida di Fca era quasi obbligata per assecondare la parte americana del gruppo che resta la più rilevante per fatturato e profitti. Altavilla, però, oltre a mantenere il suo importante ruolo, si sarebbe forse accontentato della nomina a presidente della Ferrari, poltrona che invece John Elkann ha preferito tenere per sé. In ogni caso è una perdita importante, soprattutto per salvaguardare l' italianità di Fca che prima era garantita in prima persona da Marchionne, l'unico per carisma e trascorsi a poter impersonificare le due anime, quella americana e quella tricolore.

 

marchionne elkann

LE RESPONSABILITÀ

Altavilla era entrato in Fiat nel 1990 e si era subito occupato delle relazioni internazionali; negli anni successivi si era occupato dell' ufficio di Pechino e delle attività in Asia. Già prima dell' arrivo di Marchionne era il responsabile della divisione Sviluppo del Business e delle Alleanze ed aveva seguito da vicino la partnership con la General Motors. Fra gli altri incarichi importanti, la guida dell'Iveco (dal 2010 al 2012), quella della Powertrain e della joint venture in Turchia con la Tofas.

 

Negli ultimi anni si era occupato con una crescente autonomia man mano concessa da Marchionne di tutte le attività della regione Emea, seguendo la profonda riorganizzazione del network industriale, le relazioni con i sindacati e le operazioni commerciali. Era riuscito a riportare i conti in attivo nel continente dove il mercato automobilistico è più competitivo e difficile. Sostituirlo non sarà certamente facile.

 

2 - “IO NUMERO UNO O ME NE VADO" L'ULTIMATUM FALLITO E ALTAVILLA È FUORI

Estratto dell’articolo di Paolo Griseri per “la Repubblica”

CARLO TAVECCHIO E ALFREDO ALTAVILLA

 

Un colloquio ad alta tensione, una scena molto simile a quella degli ultimi giorni del maggio 2004 quando fu l'allora amministratore delegato di Fiat, Giuseppe Morchio, a uscire dalla stanza sbattendo la porta. Determinando di fatto l'avvio dell' era Marchionne. Questa volta sulla scena è Alfredo Altavilla, responsabile delle attività europee del gruppo, uno dei principali collaboratori del manager con il maglione. […]

 

Elkann convoca Altavilla, che si ritiene uno dei papabili: «Domani annunciamo la nomina di Mike Manley alla guida del gruppo». Un colpo durissimo. […]  la scelta […] era […] stata da tempo pianificata dal presidente e dallo stesso Marchionne, il manager di cui Altavilla era stato a lungo il più fedele collaboratore.

 

ALFREDO ALTAVILLA

Nonostante tutto Altavilla prova a rilanciare. Tenta di chiedere un cambio di direzione vorrebbe essere lui il successore. Il clima nella stanza si fa rovente. Il presidente di Fca, racconta chi ha assistito al colloquio, prova a spiegare che sarebbe difficile per un gruppo che fa l'80 per cento degli utili negli Usa, indicare un manager che, nonostante la sua vasta esperienza internazionale, non ha mai ricoperto incarichi di rilievo oltre Atlantico. E che dunque è parso logico indicare Manley, l' uomo del miracolo Jeep.

 

Il carattere sanguigno e mediterraneo di Altavilla prende definitivamente il sopravvento. Il manager annuncia le sue dimissioni e chiede anzi che vengano rese note nella lettera con cui Elkann annuncia la nomina di Manley. […]

JOHN ELKANN

 

Alfredo Altavilla […] trascorre le ore successive a quel colloquio a recriminare e a cercare solidarietà tra i top manager in arrivo a Torino per la riunione del Gec che guida il gruppo. Anche questa mossa irrita l' azionista. Perché annunciare le proprie dimissioni un momento tanto delicato, con la successione in corso e Marchionne che lotta tra la vita e la morte, appare ben più di una inaccettabile caduta di stile. Viene anzi letto come un segno di profonda ingratitudine verso lo stesso Marchionne, che tanto aveva fatto per il suo responsabile delle attività europee. […]

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