MUSTIER ACCELERA: CEDE PEKAO, LA BANCA POLACCA, AD UN’ASSICURAZIONE DI VARSAVIA E AD UN FONDO PUBBLICO, INCASSANDO 3,2 MILIARDI - L'OBIETTIVO E' ALLEGGERIRE IL RICORSO AL MERCATO PER L’AUMENTO DI CAPITALE UNICREDIT - I FRANCESI DI AMUNDI (GRUPPO SOC.GEN) IN POLE PER PIONEER

Condividi questo articolo


 

Antonio Castro per Libero Quotidiano

 

TORRE UNICREDIT TORRE UNICREDIT

Jean Pierre Mustier, vulcanico amministratore delegato di Unicredit, non si ferma un attimo. Incurante della giornata semifestiva (o forse proprio cavalcando la rilassatezza tutta italiana di queste giornate prenatalizie), assesta l' ennesima zampata per ridisegnare il perimetro della banca. Unicredit ha annunciato ieri l' uscita da Bank Pekao, la controllata polacca: il valore dell' operazione supera complessivamente i 3 miliardi di euro (2,4 solo per Bank Pekao), visto che nel piano di dismissioni rientrano anche altre tre società controllate da Pekao.

 

La banca di Piazza Gae Aulenti ha sottoscritto un accordo con Pzu e Pfr (la prima è una società di assicurazione polacca, mentre Pfr è un fondo statale), e annunciato ufficialmente la cessione di un pacchetto del 32,8% della controllata. Ieri - dopo le indiscrezioni dei mesi scorsi e la cessione direttamente sul mercato, nel luglio 2016, del 10% della società per 749 milioni di euro - Mustier ha confermato che entro metà del prossimo anno (ottenuto il via libera delle diverse autorità vigilanti), cederà alle due società polacche «la quota in suo possesso». Il prezzo concordato per la vendita della partecipazione in Pekao è uguale a 123 zloty per azione o 10,6 miliardi zloty pari a 1,42 volte il patrimonio netto al 30 settembre 2016 e avrà un impatto positivo di 55 punti sul Cet1 della banca italiana.

BANK PEKAO UNICREDIT BANK PEKAO UNICREDIT

 

Le altre 3 controllate Pekao porteranno in dote a Unicredit un plafond di ulteriori 142 milioni: si tratta di Pioneer Pekao Investment Management SA, Pekao Pioneer Pte SA e Dom Inwestycyjny Xelion SP. Z O.O. Ma non basta. Perché Mustier ha anche lanciato, in parallelo, «al fine di completare la dismissione dell' intera partecipazione nella società», spiega una nota Unicredit, «un' operazione di mercato rivolta alla cessione della partecipazione residuale in Bank Pekao pari al 7,3% del capitale sociale attraverso certificati equity-linked».

 

In sostanza si tratta di strumenti che permettono di dilazionare la vendita nel tempo: Unicredit ne piazzerà per un valore di circa 500 milioni (scadenza 15 dicembre 2019, ma sarà possibile anticiparla), che porta quindi il totale dell' operazione a oltre 3,2 miliardi. L' operazione polacca di Unicredit rientra in una chiara strategia di alleggerimento e riposizionamento. Il top manager francese (sbarcato a Milano appena nel luglio scorso), non sta certo perdendo tempo. Aveva anticipato che «tutti gli asset erano sotto esame», e così è stato fin dall' inizio.

 

MUSTIER MUSTIER

Chiuso il capitolo polacco, bisogna ora vedere come evolverà l' altra cessione in cantiere. I tempi sembrano stretti per collocare Pioneer. L' interesse francese è manifesto e il closing sarebbe alle battute finali (l' esclusiva è stata concessa ad Amundi). Resta ora da vedere se l' offerta si collocherà nella parte alta o intermedia dell' offerta (tra 3,2-3,4 miliardi).

 

Non è un mistero neppure che l' istituto di Piazza Gae Aulenti, lavori alacremente ad un aumento di capitale da ben 13 miliardi di euro. E l' alleggerimento in Polonia conduce proprio verso questa rotta. Sempre che non sboccino nuove occasioni...

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."