NEL NOME DI D-IOR! - C'E' UN ALTRO PRELATO SOTTO INCHIESTA ALLA PROCURA DI ROMA PER RICICLAGGIO NELLA BANCA DEL PAPA - E' IL TERZO CASO DOPO QUELLI DI "DON BANCOMAT" E "MONSIGNOR 500 EURO"

I piemme della capitale lanciano l'allarme rosso: non ci sono controlli, conti truccati con le intestazioni fittizie, circola troppo denaro contante - Presto a giudizio l'ex direttore dell'istituto per le opere di religione (Cipriani) e il suo vice (Tulli)…

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Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"

La Regina Elisabetta in VaticanoLa Regina Elisabetta in Vaticano

Il dossier è top secret: perché quando in ballo c'è la banca del Papa pure gli inquirenti preferiscono muoversi con estrema prudenza. Fatto sta che la Procura di Roma avrebbe aperto un nuovo fascicolo nell'inchiesta sul riciclaggio allo Ior, l'Istituto per le opere di religione presieduto da Ernst von Freyberg..

nunzio scarano vescovonunzio scarano vescovo

L'indiscrezione, raccolta nei corridoi di piazzale Clodio a Roma, riguarderebbe anche stavolta un prelato, il terzo nel mirino dei pubblici ministeri della Capitale. Dopo i casi di «don Bancomat» e «monsignor 500 euro», dunque, un altro uomo di Chiesa sarebbe al centro di un'indagine sul denaro sporco riciclato dentro le mura vaticane.

Il nome del prelato in odore di riciclaggio è coperto da segreto d'ufficio: le movimentazioni di soldi di dubbia provenienza e le modalità con cui sarebbero stati «lavati» sfruttando lo Ior, stando a quanto filtra dalla procura romana, sarebbero comunque «non assimilabili» ai casi don Evaristo Biasini e monsignor Nunzio Scarano.

ERNEST VON FREYBERGERNEST VON FREYBERGIl torrione Niccolò V, sede dello Ior  niccolovIl torrione Niccolò V, sede dello Ior niccolov

In ogni caso, questo nuovo dossier potrebbe cagionare ulteriori turbolenze nei Sacri palazzi dove, peraltro, si attendono gli sviluppi della madre di tutte le inchieste, quella che ha portato alla citazione a giudizio dell'ex direttore generale dello Ior, Paolo Cipriani, e del suo vice, Massimo Tulli, per il mancato rispetto delle norme antiriciclaggio in relazione a un bonifico da 23 milioni di euro eseguito nel 2010.

Conclusa l'attività della procura, adesso il pallino è nelle mani del Tribunale cui spetta di fissare la data della prima udienza. Ma vista la mole di cause prodotte dai pm ogni anno, è impossibile fare previsioni sui tempi.

Sullo sfondo restano le preoccupazioni degli inquirenti per il mancato adeguamento agli standard internazionali dei controlli interni allo Ior: a piazzale Clodio, infatti, è forte la convinzione che la lotta al riciclaggio fatichi a prendere piede nel Torrione di Niccolò, tra possibili intestazioni fittizie di conti correnti e pericolosa, ampia circolazione di denaro contante.

 

 

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