NON CHIAMATELI GRILLINEN: SONO PEGGIO - GLI ANTIEURO TEDESCHI ALLA PROVA DELLE URNE

Giovanni Boggero per "Libero"

Ma chi l'ha detto che i tedeschi sono tutti austerity e disciplina? Da domenica scorsa la Germania ha un partito nuovo di zecca, che si batte per restituire agli Stati membri dell'Unione europea la sovranità economica perduta. Nato su impulso di un gruppo di economisti e giornalisti, Alternative für Deutschland (AfD) si presenterà alle elezioni federali del 22 settembre prossimo con un programma chiaro: chiudere il rubinetto degli aiuti e dare la possibilità ai Paesi in crisi di tornare alle valute nazionali.

Alla base c'è l'idea che il progetto di una moneta unica fosse errato in partenza. Gran parte dei professori che hanno contribuito a fondare la nuova formazione sottoscrissero già a fine anni Novanta un celebre manifesto contro l'introduzione dell'Euro. Il tentativo della Cancelliera, oggi, di salvare a tutti costi la moneta unica è un prezzo troppo alto per essere pagato, sostengono.

Sia per la Germania, sia per gli Stati che ne subiscono i diktat. Ne è convinto anche il settantunenne Konrad Adam, per vent'anni nella redazione culturale del quotidiano conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung e oggi tra i fondatori di Alternative für Deutschland:

«Nessuno mette in dubbio che i costi di un'uscita dall'Euro siano alti - spiega parlando con Libero - visto che il governo federale già oggi ha offerto garanzie per molti miliardi di euro agli Stati in crisi. Ma noi siamo convinti che i costi saranno ancora più alti se continueremo con Quando sarà caduta anche la Germania, non ci sarà più nessuno che potrà aiutare gli altri, nemmeno voi italiani», chiosa sornione.

TRA L'1 E IL 3 PER CENTO
Prima ancora che un movimento per il ritorno alle monete nazionali, Alternative für Deutschland si batte contro i fondi di stabilizzazione finanziaria e gli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce, tutte misure avallate dalla maggioranza cristiano-liberale. Di qui l'aspirazione del nu-vo partito di poter intercettare i voti dei delusi delle politiche europee della Merkel e del suo governo. Che però, data la buona situazione economica in cui versa la Germania, non sembrano dover essere tantissimi.

I sondaggi indicano che AfD viaggerebbe al momento tra l'1 e il 3%, troppo poco per poter entrare al Bundestag, il Parlamento tedesco. Nondimeno si tratterebbe di voti preziosi sottratti in buona parte alla coalizione tra democristiani, cristianosociali e liberali; coalizione che dopo i primi tiepidi commenti sulla nascita del nuovo partito, sembra ora averne afferrato la pericolosità. Il movimento conta già più di cinquemila iscritti e, stando ad alcune indagini demoscopiche, circa un tedesco su cinque si immagina di poterlo votare.

A fare presa non è tanto la promessa di un ritorno all'amata D-Mark -«nel nostro programma non c'è e non ci sarà mai»,fa notare Adam - quanto la coerente difesa di principi liberali come la responsabilità fiscale degli Stati e la lotta contro la minaccia di uno Stato europeo.

«VECCHI PARTITI FALLITI»
D'altro canto, il "voto utile" giocherà anche in Germania un ruolo determinante. Per paura che sia l'alleanza rosso-verde tra socialdemocratici ed ecologisti ad assicurarsi la maggioranza, è possibile che alla fine molti tedeschi scelgano di ridare fiducia alla coalizione cristiano-liberale, nelle cui file sono comunque presenti diversi dissidenti anti-euro.

Per Adam, tuttavia, tutti i partiti dell'arco parlamentare, esclusa l'estrema sinistra, sono accomunati da un unico scopo, il salvataggio dell'euro. «L'insinuazione di voler favorire Peer Steinbrück [il candidato socialdemocratico alla Cancelleria, nda] non ci tocca. Per noi l'Spd è esattamente come la Cdu». Ma l'accusa che rischia di tagliare le gambe ai fautori dell'alternativa è di aver imbarcato anche alcune frange di partiti di estrema destra, come l'Npd e la Dvu.

Adam nega che esista un tale problema: «È un tentativo dei media di delegittimarci. Vero è che ai nostri iscritti chiediamo referenze su un'eventuale passata militanza. Se salta fuori qualcuno con esperienze in queste formazioni, gli negheremo la tessera». Per ora, stando sempre alle indagini demoscopiche, ad essersi avvicinati al movimento sono in maggioranza uomini, tra i trenta e i sessant'anni, in buona parte non laureati o con titoli di studio medio-bassi.

Alla testa del movimento, però, c'è curiosamente un professore universitario, un certo Bernd Lucke, docente di macroeconomia all'Università di Amburgo. Voce stridula, poca esperienza politica, non sembra avere le carte per poter guidare il partito a lungo. Ma Adam contesta che vi siano rischi nel non essere politici di professione:

«Anzi, è una nota di merito. Qui ad aver fallito non è solo la politica monetaria, ma anche la politica personale dei vecchi partiti. Anche da questo profilo, rappresentiamo un'alternativa». Resta il fatto che mancano circa cinque mesi alle elezioni federali e AfD non ha grandi finanziatori dietro le spalle: «Non abbiamo accesso al finanziamento pubblico - conclude Adam -ma la disponibilità dei cittadini a fare donazioni è davvero sorprendente. E lei non vuole per caso donare? Le lascio volentieri il numero del nostro conto corrente!».

 

Konrad Adam Alternative fuer Deutschland bernd lucke fondatore alternative fuer deutschlland GLI ANTI EURO DI ALTERNATIVE FUER DEUTSCHLAND wolfgang schaeuble e angela merkel bernd lucke fondatore alternative fuer deutschlland

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO