Camilla Conti per “il Fatto Quotidiano”
Sergio Marchionne svetta al primo posto della classifica, seppure non ancora definitiva, dei top manager di Piazza Affari più pagati nel 2014. L’amministratore delegato di Fca si è portato a casa 6,6 milioni di euro. Più 24,7 milioni di premio per il successo della fusione con Chrysler, più 12 milioni di una tantum da esercitare alla fine della carica e uno stock grant (il diritto di ricevere gratuitamente titoli del gruppo) da 1,62 milioni di azioni, che ai corsi attuali valgono circa 23 milioni. In tutto, dunque, al compenso ordinario si aggiungono quasi 60 milioni tra premi e pagamenti differiti.
Meglio non farlo sapere agli operai americani della Fiat Chrysler che sono meno pagati rispetto ai colleghi assunti dai concorrenti. Secondo un rapporto pubblicato dal Center for Automotive Research, infatti, il costo del lavoro nelle fabbriche statunitensi di Marchionne sono ora alla pari con Toyota e Honda e circa 10 in meno all’ora rispetto a General Motors e Ford. Il costo del lavoro orario è a 57 dollari per Ford Motor , 58 dollari per GM, 48 dollari per Fca.
Dal 2009 negli Stati Uniti, la retribuzione del management è cresciuto di circa il 50 per cento più veloce di reddito sindacali dei lavoratori. Nell'industria automobilistica americana, i salari reali sono diminuiti del 24 per cento dal 2003. I dati sono stati pubblicati alla vigilia della convention di Detroit organizzata dal sindacato Usa dell’industria dell’automobile (Uaw, acronimo di United Auto Workers) che ha riunito i delegati di tutti gli Stati Uniti per decidere le prossime strategie di contrattazione.
Il contratto Uaw che dura quattro anni con tutte e tre le case automobilistiche scade il prossimo 14 settembre. E il modello Marchionne rischia di essere contagioso. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da Bloomberg, infatti, i vertici di General Motors e quelli di Ford avrebbero intenzione di trattare con i sindacati un nuovo livello di lavoratori a basso reddito. In sostanza, si tratterebbe di introdurre un nuovo tasso di retribuzione per alcuni lavori meno qualificati per competere meglio con i rivali asiatici ed europei che in genere pagano meno.
In Italia, intanto, la ripresa della trattativa con Fca e Cnh Industrial per il rinnovo del contratto collettivo specifico di lavoro (Ccsl) è prevista a Torino per il 17 aprile. La conferma è arrivata da Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ieri a Modena per il Consiglio provinciale dei metalmeccanici. Non solo. Sono stati prorogati di un anno i contratti di solidarietà per circa 1800 lavoratori dello stabilimento Fiat Chrysler di Pomigliano d’Arco , che effettueranno anche più giornate di lavoro.
Le trasferte di parte dei lavoratori nello stabilimento di Melfi, consentiranno a chi è rimasto a Pomigliano, di lavorare qualche giorno in più al mese. Contestualmente è emersa la possibilità di estendere gli ammortizzatori sociali anche nel reparto logistico Fca di Nola, dove sono ancora in Cig, da quasi 7 anni, circa 200 operai.
“Entro luglio – hanno spiegato i rappresentanti della Uilm Campania per il settore auto – l'azienda proverà a portare più lavoro nel reparto logistico di Nola, in modo da poter attuare anche lì i contratti di solidarietà, al posto della cassa integrazione che ancora interessa parte delle maestranze”.