DA OBAMA A TRUMP, LA FIAT È SEMPRE GOVERNATIVA - MARPIONNE: ''TRUMP SUI DAZI HA RAGIONE. E POI LE TARIFFE SONO GESTIBILI. IL FATTO CHE SI SCATENI IL PANDEMONIO A LIVELLO INTERNAZIONALE NON È POSITIVO, PERCHÉ LA GENTE È MOLTO PREOCCUPATA. LA POSIZIONE DI TRUMP LA CAPISCO, CORREGGERE LE ANOMALIE CHE CI SONO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI. E LUI HA UN APPROCCIO ESTREMAMENTE DIRETTO. MA ALLA FINE RIUSCIRÀ A…''

-

Condividi questo articolo


Paolo Baroni per la Stampa

 

I nuovi dazi di Trump sulle auto prodotte in Europa?

TRUMP MARCHIONNE TRUMP MARCHIONNE

«È una cosa gestibile», sostiene l' amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne. «Non sono la fine del mondo - assicura- Il fatto che si sia scatenato il pandemonio a livello internazionale non è una cosa positiva, perché la gente è molto preoccupata».

 

Però «bisogna restare calmi, dobbiamo avere chiarezza sulle cose da fare, ragionare sui numeri. E servirà almeno un mese per capire cosa potrà accadere davvero». Detto questo Marchionne dice di capire «la posizione di Trump, politicamente la capisco - rimarca- .

Capisco che occorre correggere le anomalie che ci sono negli scambi commerciali a livello internazionale. E lui ha un approccio estremamente diretto nel cercare di correggerli: l' estetica del processo impaurisce perché è molto diretto. Ma credo che alla fine il suo obiettivo sarà un altro: si troverà una base su cui ristabilire un equilibrio. Certamente diverso da quello di oggi».

 

trump marchionne trump marchionne

Sangue freddo

«Però prima di dire cose di cui poi magari ci si dovrebbe pentire è meglio sedersi attorno ad un tavolo e ragionare» spiega ancora il numero uno Fca.

 

«Adesso si tratta di lavorare sia con gli europei che con gli americani. Ben sapendo che paesi come Italia o Francia verso gli Stati Uniti hanno un flusso di vetture completamente diverso dalla Germania, che è il paese che fino ad oggi più di tutti ha beneficiato delle esportazioni di auto verso gli Usa. Per cui parlare dell' Europa in senso collettivo è sbagliato e bisogna stare molto attenti a che tipo di accordi vengono poi stabiliti tra gli Stati Uniti ed i vari paesi europei. E' come un' insalata: bisogna togliere una foglia alla volta e adesso abbiamo appena cominciato. L' America - avverte - è un grande paese, e per noi è un grande mercato perché vale 18 milioni di vetture all' anno, molto più di tutta l' Europa. Quindi stiamo attenti».

 

Sul tavolo del confronto con l' amministrazione Trump, con cui Marchionne ha stabilito da tempo un buon rapporto tanto che il presidente Usa lo ha definito «il migliore», l' ad di Fca ha diverse carte da giocare, a partire dal fatto che 3 dei quasi 5 milioni di vetture Fca sono prodotte negli Usa e che i piani di Fiat Chrysler prevedono la possibilità di utilizzare l' area Nafta. e quindi anche gli Usa, come base produttiva per esportare nel resto del mondo.

Marchionne e Mike Manley di Jeep Marchionne e Mike Manley di Jeep

 

Una Wrangler per l' Arma

Marchionne ieri era a Roma assieme al comandante generale dell' Arma, Giovanni Nistri, per la cerimonia di consegna ai Carabinieri di una nuova Jeep Wrangler, una delle icone del gruppo, che sarà impiegata in via sperimentale nel pattugliamento delle spiagge romagnole.

 

Oltre a ricordare il sodalizio storico tra Fca e i Carabinieri, ed il suo legame personale con l' Arma grazie al padre maresciallo, l' ad di Fca ha confermato l' intenzione di voler sviluppare sempre più Jeep a livello globale puntando a conquistare nei prossimi anni una quota dl 20% del mercato dei suv. Dare anche una Ferrari ai Carabinieri? »Quando arriverà il suv», ha risposto Marchionne spiegando di aver visto in mattinata a Maranello il nuovo modello che sarà pronto «in un paio d' anni».

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…