E ORA GLI RITIRANO IL NOBEL? - JOSEPH STIGLITZ, GURU DELL'ECONOMIA DI 'SINISTRA': “L’EUROPA È UN’ISTITUZIONE FALLITA CHE PER SALVARSI DOVREBBE ABBANDONARE L’EURO. FINO A QUANDO L’EUROPA DEL SUD ACCETTERÀ UN TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE DEL 40%?”

L’europeista francese, François Heisbourg ci mette il carico: “Euro e solidarietà europea sono come due fratelli siamesi. Uno solo dei due potrà sopravvivere. E speriamo che non sia l’euro, che sta soffocando il Vecchio Continente…

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Ugo Bertone per “Libero Quotidiano

 

JOSEPH STIGLITZ JOSEPH STIGLITZ

Un' istituzione in profonda crisi, afflitta dal calo costante della crescita economica, un sistema bancario traballante, una disoccupazione di massa in costante crescita, senza dimenticare il debito pubblico che dilaga o l' endemica debolezza del sistema, che rende quasi impossibile riforme efficaci. No, non è lo Zimbabwe, di nuovo a secco di capitali. Bensì l' Unione Europea, così come emerge dal recente report del Fondo Monetario che mette per giunta in evidenza i possibili effetti devastanti dei flussi migratori.

 

Non solo. Forse per la prima volta, il Fondo s' interroga sui vantaggi della moneta unica. «Senza un' azione decisa - è il monito dell' istituto d Washington - l' area euro è destinata a restare esposta ad un' instabilità crescente e a ripetute crisi di fiducia». Simile la diagnosi dell' agenzia di rating Moody' s: l' ascesa del nazionalismo e delle tentazioni protezionistiche, si legge nel report uscito a fine settimana, può minacciare l' esistenza stessa dell' Unione.

VAROUFAKIS STIGLITZ VAROUFAKIS STIGLITZ

 

Si torna, in questa estate di crisi per le banche (e non solo) il dossier euro, cioè quella moneta unica che, modellata sula austerità alla tedesca, è ormai considerata una causa primaria della crisi che attanaglia l' Europa, quella che per mezzo secolo abbondante è stata uno straordinario motore di sviluppo. Cresce il plotone (ormai qualcosa di più) di ecomomisti e analisti euroscettici. Tra questi merita il posto d' onore Joseph Stiglitz, il premio Nobel dell' economia che ha puntato il dito contro le conseguenze tragiche per l' Europa del Sud, Italia ma non solo: la scelta della moneta unica.

 

JOSEPH STIGLITZ JOSEPH STIGLITZ

Meglio tornare indietro, è il suo consiglio. La moneta unica si è rivelata una zavorra insostenibile per i partner più deboli. Insomma, parola di premio Nobel, «l' Euro è un' istituzione fallita che per salvarsi dovrebbe abbandonare l' euro», come Stiglitz ha ribadito nel recente convegno romano in cui si è rivisto l' ex governatore della Banca d' Italia Antonio Fazio. Non è certo una novità l' atteggiamento dell' economista, tutt' altro che nuovo a sortite contro corrente (vedi la battaglia contro i trattati commerciali tra Europa ed America, caldeggiati dalle multinazionali Usa).

 

Già nel 2012 Stiglitz aveva messo in guardia gli europei contro la "trappola". I governi Ue, denunciava in un intervento al Forum asiatico di Hong Kong, rischiano di «trascinare i loro Paesi nel caos», sotto la pressione degli interessi della grande finanza. In questo modo, aggiungeva, «l' Europa sta facendo un grosso favore agli Stati Uniti» facendosi carico di «una crisi insostenibile perché affrontata con la politica dell' austerità, l' esatto opposto di quanto necessario».

 

manuel barroso 6 manuel barroso 6

La conferma arriva dall' esperienza di questi anni: nel 2010, invece di correre in soccorso della Grecia con un modesto onere, la Comunità ha preferito imporre ad Atene di «stringere la cintura» imponendo poi con il corso degli anni nuovi tagli e nuovi sacrifici in una spirale che minaccia di essere senza fine. Un accanimento che «mi ricorda le tecniche dei medici del Medio Evo», ironizzava ma non troppo Stiglitz.

 

Una lezione sempre attuale, quattro anni dopo: proprio ieri a Bruxelles sono comparsi alla sbarra Portogallo e Spagna, colpevoli di aver infranto le regole del Fiscal Compact per dare ossigeno alla ripresa.

cameron barroso cameron barroso

 

Che fare? L' unica soluzione, è la tesi di Stiglitz, consiste nel ripensare l' architettura finanziaria internazionale. Per prima cosa, però, è importante mandare in soffitta l' euro, prima che un Paese, stremato, non faccia saltare il sistema.

 

«Fino a quando - si chiede - l' Europa del Sud accetterà un tasso di disoccupazione giovanile del 40%?». Meglio essere i primi a lasciar la barca che non rischiare di andare a fondo per difendere le speculazioni della grande finanza. Di qui il consiglio avanzato dall' economista nel recente saggio («L' euro e la minaccia per il futuro dell' Europa»): per evitare una crisi che sarà tanto politica quanto economica è necessario un passo indietro.

 

La speranza è che i Paesi dell' eurozona decidano di dissolvere l' euro in modo ordinato, o di fare in modo che la moneta unica diventi solamente una moneta comune. Una bestemmia agli occhi del partito eurottimista, così ben sostenuto dai circoli di Wall Street (non a caso l' ex presidente della Ue, il già marxista Manuel Barroso, è stato arruolato da Goldman Sachs).

FRANCOIS HEISBOURG FRANCOIS HEISBOURG

 

Ma a questi risponde l' europeista francese, François Heisbourg, oggi fortemente ostile alla moneta comune. «Euro e solidarietà europea sono come due fratelli siamesi - sostiene- Uno solo dei due potrà sopravvivere. E speriamo che non sia l' euro, che sta soffocando il Vecchio Continente».

 

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