PRECIPIZI COMMERCIALI: IN DUE MESI, CHIUSI 10MILA NEGOZI

E pensare che c’è chi diceva che peggio che nel 2012 non potesse andare - Nei primi due mesi del 2013 hanno chiuso quasi diecimila negozi: continuando così entro la fine dell’anno ne chiuderanno 60 mila, mandando in fumo 200 mila posti di lavoro - Mezzo milione di locali restano sfitti...

Condividi questo articolo


Luisa Grion per "La Repubblica"

Crisi e aumento di furti e rapineCrisi e aumento di furti e rapine

Si chiudono quelli vecchi, non se ne aprono di nuovi e quando la serranda va giù è sempre più difficile trovare qualcuno disposto a rialzarla: la crisi sta cambiato la mappa cittadina dei negozi. Nei primi due mesi del 2013 ne sono spariti quasi diecimila e, se il vento non cambia, entro la fine dell'anno mancheranno all'appello sessantamila aziende commerciali che trascineranno nel vortice 200 mila posti di lavoro.

I dati sono quelli dell'Osservatorio Confesercenti che, dopo aver fatto il punto sui primi mesi dell'anno, è arrivato alla conclusione che nel settore la vera crisi è adesso.

CRISICRISI

Le cose stanno andando peggio che nel 2012, sottolinea lo studio, e per accorgersene basta fare due passi nelle vie centrali di una qualsiasi cittadina. Le insegne spente si moltiplicano, i cartelli "affittasi" aumentano a vista d'occhio: in Italia ci sono ormai 500 mila locali chiusi, messi sul mercato e sfitti. Non siamo più di fronte ad un normale avvicendamento delle merci e delle formule di vendita, siamo nel pieno di quello che Confesercenti definisce «un anno orribile».

La crisi, oltre a far lievitare la chiusura delle botteghe, ha provocato un forte rallentamento delle aperture, che rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso si sono letteralmente dimezzate. «Fra il primo gennaio e il 28 febbraio 2013 - segnale il rapporto - hanno chiuso i battenti 13.755 aziende, le aperture sono state 3.992, il saldo è negativo per 9.783 unità».

Praticamente sono spariti 167 negozi al giorno e, secondo le stime dell'associazione di commercianti, a fine anno le imprese scomparse saranno sessantamila. La progressione al peggio, secondo Confesercenti, si vedrà già a partire dalla fine del primo trimestre quando il saldo fra cessazioni e iscrizioni sarà negativo per 4.000 unità in più rispetto allo scorso anno.

italia crisiitalia crisi capal07 negozio ambulantecapal07 negozio ambulante

Non di soli alimentari o calzature si tratta: oltre alle botteghe soffrono anche i bar. Fra gennaio e febbraio il saldo è arrivato a quota meno 6.401. Quanto agli aspetti territoriali, se è vero che la crisi colpisce soprattutto il Centro-Nord, la maglia nera delle città va a Roma, dove i negozi spariti (saldo fra chiusure e aperture) nei primi due mesi del 2013 sono stati 392, seguita da Torino (238) e Napoli (133). Ma al di là delle chiusure e del crollo di nuove aperture, l'altro preoccupante aspetto della crisi è la desertificazione urbana dovuta ai negozi sfitti.

Ormai sono più di mezzo milione, segnala la ricerca condotta da Anama-Confesercenti «con una perdita annua di 25 miliardi di euro in canoni non percepiti». In termini di gettito fiscale sfumato si tocca il tetto dei 6,2 miliardi l'anno: «Una cifra superiore al gettito realizzato grazie all'Imu sulla prima casa (4 miliardi) e all'aumento di un punto dell'aliquota ordinaria Iva (oltre 4 miliardi)».

italia crisiitalia crisi italia crisiitalia crisi

La palma della città desertificata va a Cagliari (con il 31% dei negozi chiusi), seguita da Rovigo (29), Catania (27) e Palermo (26%). Il problema degli sfitti è talmente evidente che Confesercenti, per uscire dalla crisi, propone di affiancare ad una politica di sgravi fiscali per cittadini e imprese, una sorta di «canone revisionabile ». Un nuovo impianto giuridico che coniughi la «necessità di mettere a reddito i locali con il bisogno delle imprese di utilizzarli per creare occupazione».

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - DOVE VA IL PD, SENZA LA BANANA DELLA LEADERSHIP? IL FALLIMENTO DI ELLY SCHLEIN È SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI. GENTILONI È UNA “SAPONETTA” SCIVOLATA DA RUTELLI A RENZI, PRIVO DI PERSONALITÀ E DI CARISMA. QUALITÀ ASSENTI ANCHE NEL DNA DI FRANCESCHINI, ORLANDO E GUERINI, PER NON PARLARE DI BONACCINI, CHE HA LO STESSO APPEAL DI UNA POMPA DI BENZINA - ECCO PERCHÉ, IN TALE SCENARIO DI NANI E BALLERINI, SOSTENUTO DAI MAGHI DELL’ULIVO BAZOLI E PRODI, BEPPE SALA POTREBBE FARCELA A RAGGRUPPARE LA SINISTRA E IL CENTRO E GUIDARE LE ANIME DIVERSE E CONTRADDITTORIE DEL PD. NELLO STESSO TEMPO TROVARE, ESSENDO UN TIPINO PRAGMATICO, UN EQUILIBRIO CON L’EGO ESPANSO DI GIUSEPPE CONTE E SQUADERNARE COSÌ UNA VERA OPPOSIZIONE AL GOVERNO MELONI IN CUI SCHLEIN HA FALLITO

DAGOREPORT: IL DELITTO PAGA SEMPRE (PURE IN VATICANO) - IL DUO BERGOGLIO-PAROLIN AVEVA DEPOSTO MONSIGNOR ALBERTO PERLASCA DA RESPONSABILE DELL'UFFICIO ECONOMICO DELLA SEGRETERIA DI STATO, ALL’INDOMANI DELLO SCANDALO DELLA COMPRAVENDITA DEL PALAZZO LONDINESE. ACQUA (SANTA) PASSATA: IL TESTIMONE CHIAVE DEL PROCESSO BECCIU, IN OTTIMI RAPPORTI CON FRANCESCA CHAOUQUI E GENOVEFFA CIFERRI, E’ STATO RINOMINATO PROMOTORE DI GIUSTIZIA AGGIUNTO AL SUPREMO TRIBUNALE DELLA SEGNATURA APOSTOLICA, CHE FUNGE ANCHE DA TRIBUNALE AMMINISTRATIVO PER TUTTA LA CHIESA - DOPO IL CARDINALE BECCIU, CHISSÀ A CHI TOCCHERÀ...