PROVE TECNICHE DI DOPO-BAZOLI – INTESA STRINGE SULLA RIFORMA DELLA GOVERNANCE E LE FONDAZIONI SONO ORIENTATE A TORNARE AL CDA UNICO – MA BAZOLI NON CI STA E COMBATTE ANCORA PER IL DUALE – LE MANOVRE TORINESI DEL TRIANGOLO FASSINO-CHIAMPARINO-REMMERT

Anche Fassino sta giocando una partita delicata e tutta personale. Pure lui, come i vertici di Intesa e Fondazione, scade in primavera, e allora ecco che mira a risolvere i giochi in anticipo. Al posto di Remmert vorrebbe issare l’ex ministro Francesco Profumo, ma dovrà vedersela con lo stesso Remmert, che punta su Piero Gastaldo… -

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1. DAGONOTA

 

GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE

Il cantiere della governance di Intesa Sanpaolo si avvia alla conclusione e per i soci si avvicina il tempo delle scelte, con un occhio a quella Bce che non gradisce l’attuale sistema duale con ben 27 consiglieri.

 

Secondo quanto risulta a Dagospia, al momento tra i soci è in vantaggio il modello tradizionale italiano, ovvero un solo cda abbastanza ampio, con i poteri di controllo interno sulla gestione affidati al collegio sindacale. Ci sono però da monitorare le mosse di Giovanni “Abramo” Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza e del comitato che sta lavorando alla riforma interna.

 

L’anziano banchiere bresciano, che va per gli 83 anni, scade in primavera come gli altri 26 consiglieri della banca, ma ha idee precise sul futuro: bisogna andare avanti con il sistema duale (più poltrone per tutti), anche se magari sarà il caso di scendere a quota 22, che è il tetto raccomandato dalla Bce.

GIOVANNI BAZOLI ED ENRICO LETTA FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI ED ENRICO LETTA FOTO LAPRESSE

 

Il pressing del presidente è sfociato in un colloquio con Luca Remmert, presidente (anche lui in scadenza) della Compagnia di Sanpaolo, che detiene il 9,37% dell’istituto ed è il primo azionista. A Remmert, taciturno imprenditore agricolo piemontese con un passato anche nel cda di Unicredit, nonno Abramo ha magnificato le sorti del sistema duale e ha dato l’impressione di uno che non intende proprio mollare.

 

Ma anche Remmert ha i suoi azionisti e allora ecco che ha parlato della faccenda con Sergio Chiamparino e Piero Fassino. Ed è venuto fuori che tanto il presidente del Piemonte quanto il sindaco di Torino sono in realtà favorevoli al modello tradizionale. Il che, almeno per Fassino, è una notizia, visto che l’ex segretario del Pd è buon amico di Bazoli, con il quale passò anche una memorabile vacanza in barca nelle isole greche nell’estate 2013.

GIOVANNI BAZOLI E ENRICO CUCCHIANI FOTO LAPRESSE GIOVANNI BAZOLI E ENRICO CUCCHIANI FOTO LAPRESSE

 

Del resto anche Fassino sta giocando una partita delicata e tutta personale. Pure lui, come i vertici di Intesa e Fondazione, scade in primavera, e allora ecco che mira a risolvere i giochi in anticipo. Al posto di Remmert vorrebbe issare l’ex ministro Francesco Profumo, ma dovrà vedersela con lo stesso Remmert, che per la propria successione punta su Piero Gastaldo, segretario generale della Compagnia.  

 

 

2. INTESA SANPAOLO A FINE MESE CAMBIA LA GOVERNANCE

Gianluca Paolucci per “la Stampa

 

Il consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo farà il punto oggi sullo stato dei lavori per cambio di governance della principale banca italiana. L’obiettivo, annunciato dal presidente del consiglio di gestione Gian Maria Gros-Pietro, è di arrivare ad una delibera del consiglio entro la fine del mese. Sul tavolo dei consiglieri, come ha detto lo stesso Gros-Pietro, restano due opzioni: il duale «all’italiana» con alcune modifiche sui ruoli dei due consigli e il monistico puro, «all’americana», con le funzioni di controllo assegnate ad un apposito comitato del consiglio e non demandate ad un collegio sindacale come nel monistico «tradizionale». 

LUCA REMMERT LUCA REMMERT


La riunione di oggi del consiglio di sorveglianza sarà però solo interlocutoria: servirà per valutare quali modifiche statutarie dovranno essere fatte per adottare l’uno o l’altro modello. Una seconda riunione, che a ieri non risultava ancora convocata, dovrà poi deliberare e avviare così il processo che porterà, entro l’aprile prossimo, al cambio solo parziale o più radicale del modello di governo della banca e al rinnovo del consiglio (o dei consigli). 


Al momento, l’orientamento delle fondazioni azioniste sarebbe quello di abbandonare il duale adottato dall’istituto fin dalla fusione con tra Intesa e Sanpaolo Imi del 2006 e passare quindi al monistico puro. Le ragioni le ha spiegate in parte lo stesso Gros-Pietro. «La Commissione governance costituita nell’ambito del consiglio di sorveglianza - ha detto il manager a margine della presentazione dell’indagine sul risparmio realizzata dalla banca con il Centro Einaudi - ha esaminato tutti i modelli possibili e ne ha individuati quattro: il duale classico, il duale all’italiana, il tradizionale e il monistico. Ne ha poi identificato due che sono preferibili, il duale all’italiana e il monistico.

GIULIANO SORIA SERGIO CHIAMPARINO GIULIANO SORIA SERGIO CHIAMPARINO

 

Il duale alla tedesca infatti non è applicabile in Italia per incompatibilità legislativa, mentre il tradizionale presenta una debolezza nelle funzioni di controllo. Restano il duale all’italiana, il nostro modello attuale che va semplificato per migliorare l’efficienza con cui i consigli interagiscono per la gestione dei rischi e il sistema monistico. Quest’ultimo ha due grandi pregi: è conosciuto dagli investitori internazionali, che hanno più della metà del capitale della banca e prevede un organo collegiale unico che svolge le tre funzioni pilastri della governance e cioè la supervisione strategica, il controllo e la gestione attraverso comitati specializzati».

PIERO FASSINO FA LA RADIOGRAFIA ALLA MODELLA PIERO FASSINO FA LA RADIOGRAFIA ALLA MODELLA


Ma non ci sono solo gli investitori: anche l’orientamento della Bce sarebbe quello di favorire il duale. Resterebbero però da vincere alcune resistenze all’interno del consiglio di gestione, che dovrà poi deliberare entro fine mese. Nei prossimi giorni intanto Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza oltre che della commissione sulla governance, illustrerà separatamente ai soci forti gli esiti del lavoro della commissione. Dopo la delibera del consiglio il nuovo statuto sarà poi sottoposto al vaglio della Bce che avrà novanta giorni per dare il suo via libera. Con l’obiettivo di arrivare entro la fine dell’anno all’assemblea straordinaria con la quale i soci dovranno dare il loro ok definitivo. 

FASSINO E BAZOLI IN BARCA FASSINO E BAZOLI IN BARCA

 

 

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