QUALE INTESA? - FURIBONDO BAZOLI: PARE NAUFRAGATO IL TENTATIVO DI PIAZZARE AL SUO POSTO, COME PRESIDENTE DI BANCA INTESA, SACCOMANNI O SINISCALCO - BAZOLI SENTE CHE STA PREVALENDO LA CANDIDATURA DI GROS PIETRO, MOLTO GETTONATO DAL CLAN RENZIANO CARRAI-TOMBARI

Fuori gioco Fassino – impegnato nella corsa elettorale a sindaco – è Luca Remmert, presidente della Compagnia San Paolo, che sta brigando per portare il torinese Gros Pietro alla presidenza. Fuori gioco anche il compagno di merende di Bazoli, il democristiano Guzzetti che ha già ottenuto a suo tempo la poltrona di amministratore delegato a Carlo Messina... -

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GIOVANNI BAZOLI MATTEO RENZI GIOVANNI BAZOLI MATTEO RENZI

1. DAGONOTA

Furibondo Abramo Bazoli: pare naufragare il suo tentativo di piazzare al suo posto, come presidente di Banca Intesa, il pio Saccomanni, tanto caro a Draghi, oppure Siniscalco. Bazoli sente che sta prevalendo la candidatura di Gros Pietro, molto gettonato perchè sarebbe un presidente “silente”, di “campanello”, alla Galateri. Non solo: ha l’appoggio del potere renziano di Marco Carrai e il potentissimo avvocato fiorentino Umberto Tombari, incontrati nel capoluogo toscona.

SACCOMANNI E DRAGHI SACCOMANNI E DRAGHI

 

Fuori gioco Fassino – impegnato nella corsa elettorale a sindaco e con il suo celebre passato di “abbiamo una banca” – è Luca Remmert, presidente della Compagnia San Paolo, che sta brigando per portare il torinese Gros Pietro alla presidenza.

 

Fuori gioco anche il compagno di merende di Bazoli, il democristiano Guzzetti che ha già ottenuto a suo tempo la poltrona di amministratore delegato a Carlo Messina.

 

2. INTESA SANPAOLO, SOCI IN MOVIMENTO SULLA PRESIDENZA

Paola Pica per il “Corriere della Sera”

 

umberto tombari dario nardella umberto tombari dario nardella

Alla stragrande maggioranza dei soci, gli investitori internazionali, pare interessi prima di tutto che il consigliere delegato Carlo Messina conservi lo spazio di manovra per tenere Intesa Sanpaolo al top in Europa e la promessa di un piano dividendi che nel 2017 vedrà quota 10 miliardi.

 

Per il resto, le liste saranno valutate, presidente compreso. Più o meno di questo tenore sarebbero le risposte arrivate dagli istituzionali ai soci storici, le Fondazioni, alle prese con la scelta del successore di Giovanni Bazoli, il padre della superbanca e futuro presidente emerito.

gian maria gros pietro gian maria gros pietro

 

LUCA REMMERT LUCA REMMERT

A giudicare dal plebiscito che ha salutato in un' assemblea saldamente controllata dai fondi stranieri il passaggio al monistico lo scorso 26 febbraio, le fibrillazioni rischiano di essere molto domestiche. E di fatto, a poco più di un mese dalle elezioni del 27 aprile, la partita per la presidenza non è chiusa.

 

Restano molto alte le quotazioni del presidente del consiglio di gestione, l' economista Gian Maria Gros-Pietro che con Messina ha formato un tandem apprezzato, ma non si è esaurita la spinta della candidatura dell' ex ministro e già direttore Bankitalia Fabrizio Saccomanni.

 

Oltre a quelli già circolati di Vittorio Grilli e Domenico Siniscalco, sono spuntati altri nomi selezionati dai cacciatori di teste Korn Ferry cui inizialmente si erano rivolte la Compagnia di San Paolo, primo azionista con il 9,3%, la Cariplo di Giuseppe Guzzetti (4,8%) e la Cariparo di Antonio Finotti (3,3%).

 

GIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTI GIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTI

Secondo La Stampa, Andrea Morante e Paolo Andrea Colombo sarebbero entrati nella rosa. Il primo, Ceo di Pomellato, è considerato uno degli artefici del successo di Gucci, e ha seguito da banchiere d' affari le privatizzazioni italiane, a partire dall' Eni; il secondo è stato presidente dell' Enel e lo è oggi di Saipem. In lizza anche una donna, la numero uno dell'Enel Patrizia Grieco. Oggi a Torino e a Milano si inizia a parlare di liste: decine i curricula in esame per un board che per i due terzi dovrà essere composto da indipendenti.
 

 

 

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