SALUTAMI LA CRISI - IL 2015 E’ STATO UN ANNO D’ORO PER I 10 MANAGER PIU’ PAGATI D’ITALIA: MEGASTIPENDI AUMENTATI A DISMISURA - MARCHIONNE PRIMO CON 54,5 MILIONI (150MILA EURO AL GIORNO) SEGUITO DA ADIL MEHBOOB KHAN (LUXOTTICA, 13,5 MLN) E FERRARIO (ITALCEMENTI, 10,4)

Il caso della Popolare di Vicenza travolta dalla crisi: l’ex ad Samuele Sorato, il manager che ha messo la sua firma sotto i risultati tragici dell’istituto, è uscito di scena con in tasca una buonuscita da 4 milioni di euro…

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Ettore Livini per “la Repubblica

 

ADIL MEHBOOB KHAN ADIL MEHBOOB KHAN

Bonus milionari, buonuscite d’oro, premi alla carriera e una pioggia di “azioni-omaggio” regalano un altro anno da incorniciare ai manager di Piazza Affari. Gli stipendi 2015 dei numeri uno delle società quotate, con buona pace di un Pil che stenta a decollare, hanno riaggiornato tutti i loro record:

 

quattro super-Paperoni si sono messi in tasca un assegno superiore ai 10 milioni, in dieci hanno sfondato il muro dei cinque, oltre 50 fortunati – tra cui sei dirigenti di aziende pubbliche - sono entrati nel Club esclusivo dei billionaire, riservato a chi in busta paga ha più di due milioni l’anno.

 

Il re incontrastato di questa classifica - per il secondo anno consecutivo e per distacco - è Sergio Marchionne che si è messo in tasca in dodici mesi 54,5 milioni, qualcosa come 150mila euro al giorno.

 

MARCHIONNE ED ELKANN ALLA QUOTAZIONE FERRARI MARCHIONNE ED ELKANN ALLA QUOTAZIONE FERRARI

L’ad di Fca ha legato gran parte dei compensi, l’86% del totale nel 2015, a bonus proporzionali ai risultati di bilancio. Meglio va l’azienda, più lui guadagna. La strategia ha pagato: l’anno scorso ha ricevuto un compenso in contanti di 11,5 milioni (di cui 6,5 come premi) più 3,9 milioni di azioni Fca e 2,1 di Cnh – il produttore di mezzi per l’agricoltura controllato da Exor - assegnate gratuitamente per aver centrato i target di utile netto, reddito operativo e debito fissati negli anni precedenti.

GIOVANNI BATTISTA FERRARIO GIOVANNI BATTISTA FERRARIO

 

Il salvataggio della Fiat, la corsa dei titoli del Lingotto e il ruolo di gran cerimoniere nelle nozze con Chrysler hanno regalato a Marchionne dal 2004 ad oggi un piccolo tesoretto a otto zeri: in 11 anni ha incassato tra Exor, Fiat, Cnh, Sgs e Philip Morris stipendi per quasi 150 milioni. Non solo: in portafoglio, grazie a stock option e ad assegnazioni gratuite di titoli, si ritrova l’1,13% di Fca e 10 milioni di azioni Cnh, che ai prezzi attuali di mercato valgono circa 170 milioni.

 

Il secondo gradino del podio nella graduatoria dei compensi 2015 a Piazza Affari spetta a Adil Mehboob Khan, passato come una meteora al vertice di Luxottica e uscito di scena con un assegno-record di 13,5 milioni, buonuscita di 6,8 milioni compresa.

carlo e giampiero pesenti carlo e giampiero pesenti

 

Alle sue spalle c’è l’uno- due di Italcementi: la fusione con Heidelberg dello scorso luglio ha portato in dote all’azienda qualche centinaio di esuberi ma ha regalato ai vertici una pioggia d’oro: 11,5 milioni per l’ad Giovanni Battista Ferrario, 10,4 (stipendio Italmobiliare compreso) per l’ex azionista di riferimento Carlo Pesenti.

 

L’elenco dei soci di riferimento che si auto-premiano regalandosi stipendi da sogno come manager, del resto, è lungo: Pietro Salini - azionista di controllo dell’omonima azienda di costruzioni - ha guadagnato 8,8 milioni di cui 6,7 di bonus, Alberto Bombassei (Brembo) si è staccato un assegno di 5,2 milioni, Francesco Caltagirone (Cementir) si è accontentato, si fa per dire, di 3,5 milioni.

 

Molto più parco, per dire, è stato Pier Silvio Berlusconi, che nel 2015 si è dovuto accontentare di una busta paga di 1,4 milioni e di un premio- bonsai di 36mila euro da Mediaset, surclassato da Fedele Confalonieri e Giuliano Adreani che veleggiano ben oltre i 3 milioni.

piersilvio e silvio berlusconi piersilvio e silvio berlusconi

 

Un capitolo a parte merita la Popolare di Vicenza, travolta dalla crisi e dalle perdite (1,4 miliardi nel 2015) e costretta a un aumento di capitale che metterà definitivamente in ginocchio i soci. A pagare il conto però non sarà l’ex ad Samuele Sorato, il manager che ha messo la sua firma sotto questi risultati: lui è uscito di scena con in tasca una buonuscita da 4 milioni di euro. E al suo posto è arrivato Francesco Iorio, che per prendere in mano la patata bollente della banca ha preteso una buona-entrata di 1,8 milioni.

 

SAMUELE SORATO BANCA POP VICENZA copia SAMUELE SORATO BANCA POP VICENZA copia

Telecom Italia, ex regina di queste graduatorie di stipendi negli anni di vacche grasse, naviga ora mestamente a metà classifica: l’ex ad Marco Patuano ha chiuso il 2015 in 40esima posizione con una busta paga da 2,4 milioni, dietro persino al numero uno dell’Autostrada Torino- Milano e all’ad di Yoox.

flavio cattaneo flavio cattaneo

 

Sia lui che l’ex monopolio delle tlc avranno però occasione di rifarsi quest’anno: Patuano incasserà una liquidazione di 7 milioni di euro, lo zuccherino con cui è stato accompagnato alla porta da Vivendi.

 

Il suo successore Flavio Cattaneo ha messo invece le basi per far tornare l’azienda agli antichi fasti retributivi: se raggiungerà gli obiettivi previsti dal piano aziendale al 2019, la società gli dovrà pagare uno “special award” che potrebbe arrivare fino a 55 milioni. Un superpremio contestato nelle scorse settimane (senza successo) da sindaci e piccoli azionisti della società.

 

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