di maio alitalia

LO SCHEMA PER ALITALIA È IL MODELLO “AIR FRANCE”: LA QUOTA PUBBLICA ARRIVERÀ AL 30% (CON FS). IL TESORO ENTRERÀ NEL CAPITALE DELLA NUOVA SOCIETÀ CONVERTENDO UNA PARTE DEL PRESTITO PONTE DA 900 MILIONI DI EURO – LE TRATTATIVE CON DELTA E EASYJET E L’INCONTRO TRA DI MAIO E SINDACATI: “NESSUN ESUBERO”

Fabio Savelli per il “Corriere della Sera”

 

EMBRAER E-175 ALITALIA

A conti fatti è il modello Air France. Con lo Stato azionista diretto della compagnia e uno o più partner industriali, vedi l' americana Delta Air Lines, a decidere le strategie con la supervisione del governo. L' ipotesi prevederebbe l' ingresso del Tesoro nel capitale della nuova società che gestirà Alitalia. Tramite la conversione di una parte del prestito-ponte da 900 milioni che dovrà essere rimborsato allo Stato entro giugno 2019 con tanto di interessi (in proposito il decreto Semplificazione dispone che sarà la Cassa dei servizi energetici e ambientali, come avvenuto già per Ilva, a rilevare la titolarità del fido).

 

SALVINI ALITALIA

L' entità della conversione dipenderà dalla valutazione della compagnia ed è subordinata all' ok dell' Unione europea che pretende che ciò avvenga a condizioni di mercato. Lo schema, ha detto ieri il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio incontrando i sindacati del trasporto aereo, prevede una partecipazione pubblica del 14%. Non è chiaro se questa ricomprende anche la quota detenuta da Ferrovie dello Stato che ha già presentato un' offerta vincolante per la compagnia condizionata alla ricerca di un soggetto industriale che possa condividerne l' onere di impresa.

 

alitalia

È presumibile possa essere aggiuntiva e arrivare al 30%, una partecipazione seppur non di controllo ma utile a configurare una sorta di golden power da parte del governo sulle scelte di apertura e chiusura di nuove rotte, che faranno Delta ed easyJet possibili azionisti di riferimento.

 

Il nodo delle trattative con questi due interlocutori, che non escluderebbero un paio di grossi fondi infrastrutturali interessati all' Alitalia che sta nascendo, è chi guiderà davvero la compagnia. Guardano tutti agli errori del passato. Con l' emiratina Etihad al 49% per i vincoli comunitari che ha sempre lamentato di non aver avuto le mani libere per quel 51% in mano ai privati.

easyjet

 

Qui il modello potrebbe essere leggermente difforme. Con una partecipazione estera al 70% o anche più (dipenderà dal negoziato tra il governo e Bruxelles), la facoltà di scegliere l' amministratore delegato che presumibilmente non sarà italiano, ma la condizione vincolante da parte dell' esecutivo di non ridurre il grado di connettività dell' Italia nei confronti del mondo preferendo lo scalo di Parigi a quello di Roma Fiumicino per l' alimentazione delle rotte intercontinentali più remunerative.

 

DELTA AIRLINES

È una trattativa complicatissima che potrebbe riaprire un altro fronte con il governo francese già accusato da Roma di avere maggiori margini di manovra in Europa sul rapporto tra deficit e Pil. Perché nei fatti connettere gli Stati Uniti, l' America Latina o l' Asia da Roma o da Parigi potrebbe incidere anche sui flussi turistici e sui volumi commerciali delle società di gestione aeroportuale.

 

FEDEZ ALITALIA FERRAGNEZ 3

Non è un caso che Delta Air Lines sia anche azionista di Air France-Klm al 10% (come China Eastern che la connette con il quadrante est del mondo) e ormai ne etero-dirige le scelte da Atlanta avallando la nomina di Anne Rigail, prima donna al vertice. Ciò che cambia semmai nell' operazione Alitalia è il supporto di easyJet che, consapevole dei limiti del modello lowcost e in un mercato aereo sempre più globalizzato e con economie di scala nell' acquisto di velivoli alla portata solo di pochi colossi dei cieli, avrebbe così la possibilità di sbarcare in SkyTeam e di fare il feederaggio per i voli a lungo raggio riducendo le rotte in sovrapposizione con Alitalia.

 

frecciarossa

Al resto penserebbe Ferrovie dello Stato, almeno a connettere meglio gli aeroporti principali con l' Alta velocità ferroviaria tra Roma, Firenze e Venezia, con Milano Malpensa in posizione defilata almeno fino a quando non si chiariranno i rapporti con l' operatore Trenord. Non da meno è la questione occupazionale. Di Maio ha assicurato che non ci sarà alcun esubero, tanto meno verrà venduta la parte di handling che interessava a Swissport. I sindacati, rassicurati, restano alla finestra. La segretaria Cisl, Annamaria Furlan, ha aperto all' ipotesi di una partecipazione dei dipendenti nel capitale. Con un consiglio di sorveglianza ed alcuni rappresentanti nel board.

 

frecciarossa 2ANDREA GIURICIN, LE PERDITE DI ALITALIA E GLI UTILI DI FERROVIE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…