DAI TANTI FALDONI DEL CASO LIGRESTI, SPARSI TRA MILANO E TORINO, SPUNTA UN AVVISO DI GARANZIA PER PIERGIORGIO PELUSO, FIGLIO DELL’EX MINISTRO ANNA MARIA CANCELLIERI - AVREBBE GARANTITO UNICREDIT AFFOSSANDO UNA SOCIETÀ SANA

La vicenda è quella della Imco, società immobiliare dei Ligresti, che nel 2012 fa crac. Due anni prima, nel 2010, Peluso era capo di Unicredit Corporate Banking. Unicredit aveva maturato nel tempo forti crediti nei confronti di Imco e della società che la controllava, Sinergia - Oggi il conto viene chiesto a Peluso… -

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Gianni Barbacetto per Il Fatto

 

peluso di unicredit Mezzelani GMT peluso di unicredit Mezzelani GMT

   Dai tanti faldoni del caso Ligresti, sparsi tra la Procura di Milano e quella di Torino, spunta un avviso di garanzia per Piergiorgio Peluso, figlio dell’ex ministro Anna Maria Cancellieri. È il pm milanese Luigi Orsi, che sta da tempo indagando sul fallimento del gruppo di Salvatore Ligresti, a mandargli un invito a comparire, scoprendo così le carte e notificandogli che è indagato per concorso in bancarotta.

peluso unicredit peluso unicredit

  

La vicenda è quella della Imco, società immobiliare dei Ligresti, che nel 2012 fa crac. Due anni prima, nel 2010, Peluso era capo di Unicredit Corporate Banking. Unicredit aveva maturato nel tempo forti crediti nei confronti di Imco e della società che la controllava, Sinergia. Nel 2010, Sinergia ha un debito in scadenza di 88,5 milioni con Unicredit e di 20 con Ge Capital (ex Interbanca ) che non può più rimborsare.

LIGRESTI E DALEMA LIGRESTI E DALEMA

 

Imco, la sua controllata, ha invece un buon asset: il Cerba, un progetto immobiliare alla periferia sud di Milano. Ecco allora la mossa escogitata – nell’ipotesi d’accusa – da Peluso. Imco offre il Cerba in ipoteca a Unicredit per garantire i debiti di Sinergia. Ma così, per salvare i crediti della banca, viene depauperata Imco, che si deve accollare 108,5 milioni di debiti bancari.

SALVATORE LIGRESTI OLD STYLE SALVATORE LIGRESTI OLD STYLE

 

Oggi il conto viene chiesto a Peluso, per il quale Orsi ipotizza il reato di concorso in bancarotta preferenziale. Tra le deposizioni sul tavolo di Orsi, c’è quella di un commercialista amministratore di alcune delle società di Imco, Luciano Betti, che dichiara: “Questa operazione di ristrutturazione del debito” di Sinergia, “chiaramente strumentale a rimborsare la banca Unicredit, fu negoziata per il gruppo Ligresti da Salvatore Rubino e dai dirigenti Peluso e Perco per Unicredit”.

GUIDO CARLI E SALVATORE LIGRESTI GUIDO CARLI E SALVATORE LIGRESTI

  

Rubino, da tempo indagato, era l’amministratore delegato di Imco e direttore generale di Sinergia. Tra i documenti che sono stati sequestrati a lui e agli altri amministratori delle società ligrestiane, ci sono anche alcune email tra “Aurelio” (pseudonimo di Rubino) e Peluso, che insieme, tra il 2009 e il 2010, strutturano l’affare, descritto come “come una tecnicalità per realizzare l’operazione di trasferimento del debito di Sinergia a Imco”.

Montezemolo Peluso e Cancellieri Montezemolo Peluso e Cancellieri

 

Secondo il pm, nei testi allegati alle email “sono esplicitate le motivazioni del differimento del termine discusso con le banche e il disegno volto al trasferimento del debito e degli assets”: Imco si svena per Sinergia. Agli amministratori di Imco viene anche fatto deliberare l’acquisto da Sinergia delle quote della Tenuta Cesarina: un’azienda agricola di Ligresti nei pressi di Roma che negli anni precedenti aveva bruciato solo perdite e non aveva alcuna speranza di sviluppo immobiliare. Eppure, viene pagata da Imco 76 milioni di euro. Così, dopo la cura Peluso, Imco accumula debiti bancari per 246 milioni e affonda. 

 

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