TRAGEDIA GRECA – LE CASSE DI ATENE SONO VUOTE – SI AVVICINA IL MOMENTO IN CUI ATENE NON POTRÀ PIÙ PAGARE STIPENDI E PENSIONI – E IN MOLTI HANNO GIÀ SMESSO DI VERSARE LE TASSE

Alla fine di febbraio il Tesoro greco dovrebbe avere i forzieri in rosso per 3 miliardi di euro e a marzo inoltrato il buco arriverebbe a 5-6 miliardi, con l’impossibilità di rimborsare una tranche del debito con il Fondo. Intanto i greci hanno ripreso a prelevare soldi dalle banche e i depositi sono scesi del 10%... -

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Federico Fubini per “la Repubblica”

 

TSIPRAS TSIPRAS

La linea di frontiera si sta avvicinando ogni giorno di più. Più di quanto si pensasse prima delle elezioni, più di quanto si prevedesse anche dopo che Alexis Tsipras ha vinto il suo mandato a guidare la Grecia. La linea di frontiera, è quando tutto si ferma: il punto al quale il governo di Atene si trova privo di liquidità per assicurare gli stipendi pubblici, le pensioni e i più elementari pagamenti che permettono a uno Stato di funzionare. È il confine che separa l’ordine sociale dal caos, distante ormai solo qualche settimana se un accordo fra Tsipras e il resto d’Europa non arriva presto.

 

tsipras varoufakis tsipras varoufakis

Dopo che Syriza ha ottenuto il 36% dei voti il 25 gennaio scorso, nessuno pensava che quella linea d’ombra sarebbe stata così mobile e così vicina. A Bruxelles come ad Atene, era diffusa l’idea che il nuovo governo in qualche modo sarebbe potuto arrivare fino all’inizio dell’estate. Non è più così. Fonti convergenti da Atene e Bruxelles riferiscono di una situazione di cassa che si sarebbe fatta rapidamente molto difficile.

 

Anche dopo il collocamento di titoli a breve per circa un miliardo di euro, il Tesoro greco sembra destinato a trovarsi con il forzieri in rosso per 3 miliardi di euro al 26 febbraio prossimo. A marzo inoltrato, il rosso arriverebbe a 5 o 6 miliardi e il governo sarebbe nell’impossibilità di onorare una pur limitata scadenza di debito verso il Fondo monetario internazionale. In queste condizioni, un’insolvenza fuori controllo è tutt’altro che inimmaginabile.

 

tsipras varoufakis tsipras varoufakis

Nessuno fuori dal governo di Tsipras sa con esattezza, ovviamente. Gli unici ad avere il quadro dei conti sono il premier, il suo ministro finanziario Yanis Varoufakis e i loro staff. Pur di trovare denaro spendibile, tuttavia, di recente il governo avrebbe fatto persino ricorso alla cassa delle società pubbliche e ai loro “repo”, le operazioni di rifinanziamento a breve termine con le banche.

 

Soprattutto, sembra al momento chiusa l’altra strada che in molti avevano immaginato per dare a Tsipras un po’ di ossigeno: i prestiti di emergenza della Banca centrale europea agli istituti greci, con i quali questi ultimi avrebbero potuto comprare i titoli di Stato a breve termine emessi dal governo. Questo meccanismo semicircolare — dalla Bce, alle banche, allo Stato — ora è quasi bloccato.

 

i sostenitori di syriza festeggiano i sostenitori di syriza festeggiano

Il governo ha già raggiunto il limite di bond a breve termine che può emettere e le banche sono ormai schiacciate contro il tetto di circa 60 miliardi relativo ai prestiti di emergenza concessi (per ora) da Francoforte. Anche per gli istituti greci la situazione si fa dunque ogni giorno più delicata.

 

La strisciante corsa dei risparmiatori a ritirare i propri depositi si era fermata nelle scorse settimane, in attesa del tour europeo del nuovo governo. Da lunedì però l’emorragia è ripartita. Il 79% degli elettori approva la linea del governo Tsipras di sfida all’Europa; nel frattempo però i depositi dei risparmiatori nelle banche sono scesi di oltre il 10%, da 164 a 147 miliardi.

appartamento di alexis tsipras appartamento di alexis tsipras

 

Questo deflusso rischia di non poter proseguire a lungo, senza che il governo sia costretto a imporre limiti al ritiro di contante dagli sportelli e al trasferimento di denaro all’estero. Così Tsipras oggi è tanto intransigente verso l’Europa, della quale rifiuta in blocco le condizioni per nuovi prestiti, quanto finanziariamente ogni ora più fragile.

 

Angela Merkel lo sa. La consapevolezza che il tempo della Grecia sta scadendo è la prima pietra — magari l’unica — della strategia negoziale della cancelliera tedesca: restare seduti e aspettare che il naufragio sia a un soffio, per poi indurre Atene a piegarsi. Nella sua visita a Washington nei giorni scorsi, Merkel ha fatto mostra di tranquillità e ha spiegato che ciò che occupa i suoi pensieri in questa fase è soprattutto la crisi ucraina.

alexis tsipras il piu giovane primo ministro greco alexis tsipras il piu giovane primo ministro greco

Gli ingredienti per un catastrofico malinteso sono dunque tutti sul tavolo.

 

Non è certo che si riuscirà ad evitarlo. La Germania non intende muoversi dalle sue posizioni, aspettando che la Grecia sia a un passo dal caos. Per finanziarsi, Tsipras potrebbe voler tassare i depositi bancari ma per farlo dovrebbe prima bloccarne l’accesso da parte dei risparmiatori. Non è difficile immaginare il panico che seguirebbe.

 

alexis tsipras eletto primo ministro greco alexis tsipras eletto primo ministro greco

Per parte propria il nuovo premier in parlamento ad Atene lunedì e martedì ha dato l’impressione di essere prigioniero della sua stessa retorica belligerante. Dopo aver cancellato la tassa sulla casa, ha persino promesso ai greci che le scadenze residue si sarebbero potute versare “in cento rate”. Ovvio che moltissimi abbiano subito smesso di pagarle, che il bilancio sia sempre più in deficit e il premier popolarissimo.

 

Un’euforia di liberazione si è impadronita dei greci, spinta dall’intransigenza del governo. Dunque per Tsipras il prezzo di una (parziale) marcia indietro sale ogni giorno di più, mentre l’ala sinistra del suo partito è apertamente tentata dall’addio all’euro. Tutti plaudono al premier. Non sarebbe la prima volta che una nazione marcia euforica verso il precipizio.

alexis tsipras con la partner batziana alexis tsipras con la partner batziana

 

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