TUTTO GUBITOSI, AMICO PER AMICO – IL DG DELLA RAI È IN USCITA E IL SUO NOME CIRCOLA PER FERROVIE E TELECOM – DALLA SEGRETARIA DI ROMITI A MALAGÒ E MONTEZEMOLO, ECCO I SUOI SPONSOR – I RAPPORTI CON MASSIMO CAPUTI, LUIGI ABETE, PAOLO ASTALDI, LUPO RATTAZZI, BRUNO ERMOLLI E LO STUDIO TREMONTI

Mitico il suo scontro in Rai con Giovanni Minoli, che accusò di essersi fatto raccomandare praticamente “da ogni politico che incontro”. Il genero di Bernabei rispose: “Gubitosi non ha capito bene cosa sia la tv”…

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Fabio Tamburini per il "Corriere della Sera"

luigi gubitosi e consorte luigi gubitosi e consorte

 

«Un napoletano molto british intriso di romanità». Così un personaggio ben conosciuto di Roma definisce Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, sempre più gettonato per altri, importanti incarichi.

 

simona agnes luigi gubitosi simona agnes luigi gubitosi

Di sicuro, secondo l’opinione corrente e anche le sue convinzioni personali, peraltro non confermate neppure a se stesso, la sua stagione in Rai va verso la conclusione. E il nome di Gubitosi, che è riuscito a sopravvivere e perfino a raggiungere obiettivi importanti, viene fatto per la guida di società in cui potrà esserci qualche terremoto al vertice: dalle Ferrovie dello Stato a Telecom Italia dopo l’arrivo del finanziere bretone Vincent Bolloré.

 

LE DUE ANIME

Gubitosi, nato a Napoli 54 anni fa, viene descritto come una sorta di mister Hyde e doctor Jeckyll. Da una parte riservato, schivo, di poche parole. Ma anche l’esatto contrario: mondano fino ad organizzare una grande festa a Saint-Tropez in occasione dei suoi 50 anni, frequentatore del Circolo Aniene di Roma insieme a Giovanni Malagò e Luca di Montezemolo. D’altra parte ha una doppia identità anche sul lavoro.

luigi gubitosi luigi gubitosi

 

L’anima di base è quella di uomo dei numeri e del taglio dei costi, meticoloso nella gestione dei bilanci aziendali, analista formidabile. Al tempo stesso l’attenzione verso le pubbliche relazioni è risaputa e, dicono di lui, che non lascia mai nulla al caso, con la capacità di coltivare i rapporti giusti che servono nei momenti giusti. Grande amico di Massimo Caputi (l’immobiliarista di Prelios) come di Luigi Abete (presidente di Bnl-Bnp Paribas), dell’imprenditore Paolo Astaldi come di Lupo Rattazzi (il figlio di Susanna Agnelli), frequentatore di Capalbio come di Cortina.

luigi gubitosi gianni letta luigi gubitosi gianni letta

 

Una strategia dell’attenzione verso le relazioni pubbliche che tutti gli riconoscono e che viene ricordata in casa Fiat, a Torino, dove ha vissuto i 20 anni iniziali della carriera diventando il giovane più brillante alla corte dell’allora direttore finanziario di Fiat, Francesco Paolo Mattioli, il principale collaboratore dell’amministratore delegato Cesare Romiti, entrambi romani di estrazione.

luigi gubitosi franco carraro luigi gubitosi franco carraro

 

A Torino, però, non è sopravvissuto all’arrivo dell’amministratore delegato Sergio Marchionne. Si è consolato dando ottima prova di sé in Wind, assunto come amministratore delegato dal magnate egiziano Naguib Sawiris su segnalazione di Alessandro Benedetti, il finanziere che ebbe un ruolo chiave nell’acquisto di Wind da parte di Sawiris, finito poi sotto accusa proprio per il ruolo svolto nell’acquisto dall’Enel.

 

A sua volta lo aveva suggerito a Benedetti la mitica e onnipresente segretaria storica di Romiti, Margherita Barberis. Una segnalazione che Sawiris ha avuto modo di apprezzare perché Gubitosi, per giudizio unanime, ha lavorato bene, trovando modo di dedicare il tempo necessario a sponsorizzazioni faraoniche e molto assortite, dalla Roma calcio al Vaticano. Organizzava personalmente, ad esempio, gli inviti, ultra selezionati, in tribuna vip per le partite di campionato. Tra i supporter che gli hanno sempre dato una mano vanno ricordati il super consulente milanese vicino a Silvio Berlusconi negli anni di maggior fulgore, Bruno Ermolli, e lo studio Tremonti Vitali Romagnoli.

Luigi Gubitosi e Renzo Arbore Luigi Gubitosi e Renzo Arbore

 

L’ATTRITO CON MINOLI

In Rai, Gubitosi è arrivato nel luglio 2012, al termine di una breve parentesi in Bank of America Merrill Lynch, grazie all’allora presidente del consiglio, Mario Monti, dopo che il suo nome è stato selezionato da un paio di cacciatori di teste e con l’imprimatur di Corrado Passera, ministro per lo Sviluppo economico.

 

Puntarono su quella che nei corridoi della Rai venne subito definita la strana coppia: il presidente Anna Maria Tarantola, un’anziana signora prima donna a far parte del direttorio della Banca d’Italia, e lui alla direzione generale, con la missione di voltare pagina, attaccando posizioni consolidate e puntando sul taglio dei costi. Mitico lo scambio di battute feroci con il conduttore Giovanni Minoli.

 

Giovanni Minoli e Luigi Gubitosi Giovanni Minoli e Luigi Gubitosi

«Mi ha fatto martellare da chiunque» per conservare il suo contratto molto remunerato, dichiarò Gubitosi al settimanale Panorama , aggiungendo un retroscena: «Ogni politico che incontro — disse — mi dice che Minoli è andato a farsi raccomandare». Secca la replica dell’interessato, secondo cui «Gubitosi non ha capito bene cosa sia la tv».

 

In Rai la posizione del direttore generale è stata, fin dall’inizio, decisamente scomoda. Basti pensare che partecipava ai consigli di amministrazione ma senza diritto di voto, dovendo tenere testa a baronie agguerrite. Tra i collaboratori, che lo hanno seguito da Wind, due meritano una citazione: Alessandro Picardi, direttore relazioni istituzionali e internazionali, e Adalberto Pellegrino, nel ruolo di capo del suo staff personale.

LUIGI GUBITOSI E LAPO ELKANN LUIGI GUBITOSI E LAPO ELKANN

 

Il primo è figlio di Francesco Picardi, un politico ben conosciuto all’epoca della Prima Repubblica, di fede Psdi e diventato sindaco di Napoli, strettamente legato all’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, amico di famiglia. Il secondo ha come papà l’ammiraglio Vincenzo, che è stato capo della rete estera degli 007 italiani, definito in quegli ambienti «l’ufficiale che sa tutto di tutti».

 

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