VAFFABANKA! - CON LA MAXI-MULTA DA 9 MILIARDI DI DOLLARI A BNP PARIBAS, GLI USA DIMOSTRANO DI ESSERE PASSATI DAL "TOO BIG TO FAIL", TROPPO GRANDI PER FALLIRE, AL "TROPPO GRANDI PER ANDARE IN CARCERE"

Nicola Porro per "il Giornale"

 

Bnp ParibasBnp Paribas

Questa storia della multa da 9 miliardi di dollari alla prima banca francese, Bnp Paribas, ci sembra enorme. Tanto grande, quanto poco raccontata. Con tutta probabilità, oggi pomeriggio, a New York, alla chiusura dei mercati borsistici americani, la banca francese si dichiarerà colpevole di aver violato le leggi federali. E si dirà disponibile a pagare la multa più alta mai comminata al mondo: nove miliardi di dollari.

 

Che verranno incassati dal  dipartimento della Giustizia americano e da vari uffici e procure finanziarie a stelle e strisce. Un gigantesco trasferimento di risorse che passano dagli azionisti della banca francese ai contribuenti americani. Per intenderci, e trasferendo con l'immaginazione la vicenda a casa nostra, è come se Bnp pagasse il conto di due anni di Imu sulla prima casa. Pensate un po' voi quanti casini politici in meno avremmo vissuto negli ultimi due anni.

 

Obama e Hollande brindano alla salute Obama e Hollande brindano alla salute

Le spalle dell'istituto francese sono larghe, ma nei limiti del bancario. L'anno scorso il gruppo ha distribuito dividendi per circa 2 miliardi. Per recuperare le risorse necessarie a pagare il debito americano, ora dovrà con tutta probabilità far dimenticare la cedola ai propri azionisti (il principale dei quali è lo Stato belga) e farsi prestare un po' di quattrini dal mercato.

 

Il presidente della Repubblica, François Hollande, durante il pranzo parigino con Barack Obama prima delle celebrazioni dello sbarco in Normandia, aveva chiesto un atteggiamento più soft nei confronti della sua protetta. Così come il governatore della Banca centrale, Christian Noyer, era volato a New York per chiedere perdono. Nulla da fare, dicono le cronache.

 

tmi176 p24 26 bnp paribas 1tmi176 p24 26 bnp paribas 1

Ma è davvero così? Le pressioni francesi sono servite a nulla? E arriviamo così al punto: Bnp l'ha fatta grossa, secondo l'accusa. Avrebbe di fatto ripulito una trentina di miliardi di dollari (c'è chi dice molto di più) a Paesi in lista nera per Washington, come l'Iran e il Sudan. E per di più avrebbe continuato a farlo, anche a indagine in corso. Tanto che si dice che nella sede di New York della banca, stazioni da mesi un magistrato, Shirah Neyman, addetta al controllo delle operazioni finanziarie fatte dai banker di Bnp.

 

Nelle discussioni delle ultime ore le parti stanno trattando su tutto, ma non sui soldi. Cercano di far coincidere la pubblicazione dell'accordo con il 4 luglio o con il 14 luglio (date di festa, rispettivamente, negli Stati Uniti e in Francia) per evitare ulteriori effetti reputazionali e mediatici sulla banca e, soprattutto, gli avvocati sono al lavoro sulla dichiarazioni di colpa di Bnp: si vorrebbe, in pratica, escludere il riferimento alla parola genocidio in relazione al Sudan. Tutta roba da avvocati e forse da pettegolezzo.

ibnp paribasmagesibnp paribasmages

 

Sintetizziamo lo stato dell'arte e noteremo che manca un dettaglio non insignificante. Una banca francese viola le leggi americane. Su una materia delicata come quella dei rapporti con gli Stati canaglia. Lo fa, come si direbbe in un tribunale italiano, con una certa continuità. Spiazza tutti i concorrenti bancari, che con quei clienti (ricchi grazie al petrolio) non hanno potuto fare affari per anni.

 

Una volta pizzicata, si dichiara colpevole. Accetta di pagare 9 miliardi di sanzione (quattro anni di dividendi). Licenzia una dozzina di funzionari ad nutum. Ma in galera non finisce nessuno. Questo è il punto. La finanza americana sembra essere passata dal too big to fail (troppo grande per fallire) della crisi finanziaria del 2008, al too big to jail, e cioè troppo grande per andare in galera. Non auguriamo la gattabuia neanche al nostro peggior nemico (a qualche moralista, però, sì), ma la megamulta di Bnp ci deve almeno far riflettere.

 

6 bnp paribas6 bnp paribas

Gli Stati Uniti hanno deciso di combattere le frodi finanziarie, il falso in bilancio, il riciclaggio, e una dozzina di altri reati finanziari da colletti bianchi, mantenendo i colletti lindi e i portafogli vuoti. È peggio sequestrare senza pietà 9 miliardi di dollari ai francesi che mettere nella stessa cella di Bernie Madoff qualche dirigente anglo-francese colpevole di avere fatto affari con il Sudan. Su un piano formale di giustizia, alla cultura latina questo comportamento può apparire una bestemmia, ma dal punto di vista della sua efficacia hanno ragione da vendere i pragmatici anglosassoni.

 

Qualche arresto eccellente le Autorità americane lo hanno pur fatto, nel passato. Ma la teoria di multe e sanzioni (ultima quella di Bnp) portata in cassa dalle Agenzie statunitensi è ben maggiore. La finanza, sembra essere il ragionamento, si combatte nel suo campo e con le sue armi. E cioè i quattrini. Un sapore che ai nostri manettari deve piacere poco. E per questo tendono a non parlarne.

BERNIE MADOFFBERNIE MADOFF

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…