jpmorgan dimon renzi padoan

ZINGALES SBUGIARDA RENZI E IL RIDICOLO PIANO DI JPMORGAN PER IL MONTEPASCHI: ''L'AUMENTO DI CAPITALE NON ERA AFFATTO UN'OPERAZIONE DI MERCATO, ERA DROGATA DAL GOVERNO CHE LAVORAVA DIETRO LE QUINTE. ALLORA MEGLIO UN INTERVENTO CHIARO MESI FA, AVREMMO RISPARMIATO MILIARDI. IL BAIL-IN? UNA FOLLIA NEL SISTEMA ITALIANO: PAGANO SOLO I PICCOLI RISPARMIATORI. SERVE UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA SULLE BANCHE''

 

Marcello Zacché per il Giornale

 

LUIGI ZINGALES LUIGI ZINGALES

Lo Stato entra in Mps. È un bene o un male? Data l' attuale situazione è un male necessario, risponde Luigi Zingales, economista italiano tra i più ascoltati al mondo, professore di Finanza alla University of Chicago Booth School of Business.

 

Di formazione liberale, in questa intervista al Giornale Zingales spiega gli errori, ma anche le opportunità dell' intervento pubblico nelle banche. È un po' come quelle medicine che non vorresti mai prendere, fino a quando le devi assumere in tutta fretta. Così questa decisione è arrivata troppo tardi e con troppo poco.

 

Troppo tardi?

Che il Monte Paschi non sarebbe riuscito a raccogliere cinque miliardi si sapeva già da luglio. Ma si è cercato di fare un' operazione di mercato, che in realtà era drogata.

 

Perché drogata?

matteo renzi padoanmatteo renzi padoan

Perché, da qual che ho letto, era guidata dal governo, che lavorava dietro le quinte. Era un' operazione importante per l' esecutivo guidato da Renzi, che a fronte dell' intervento del Qatar prometteva contropartite. Niente a che vedere con il mercato quindi. Allora sarebbe stato meglio un intervento trasparente del governo, con dichiarati limiti e responsabilità. Invece si è buttato via tempo prezioso, la gente ha perso fiducia, e ora si rischia che i soldi non bastino, come abbiamo visto già ieri.

 

Troppo poco?

Io spero che cinque miliardi, già saliti a quasi nove, siano sufficienti, ma non sono sicuro. È in corso un' analisi puntuale sui crediti di Mps da parte della Bce ed è difficile escludere il rischio reale di altre sofferenze. Allora non basteranno né 5, né 9. D' altra parte abbiamo appena visto succedere qualcosa del genere nelle banche venete, che stanno per essere di nuovo ricapitalizzate.

 

Quindi, invece che rincorrere questi numeri, in situazioni di crisi si fa una cosa diversa: si entra con una cifra talmente grossa da eliminare ogni rischio di ulteriori difficoltà. Il sistema gira pagina e inizia a guardare il mondo in maniera differente. E quello che è successo in Usa nel 2009, o in Spagna 2012, o in Svezia nel 1992: è così che si risponde alle crisi finanziarie.

VITTORIO GRILLI jpegVITTORIO GRILLI jpeg

 

Ci sono stime serie sul buco delle banche italiane?

Ci sono e sono abbastanza semplici da fare. Unicredit ha appena varato un' operazione che valuta i suoi non performing loans 25 centesimi per ogni euro. Se si applicasse questa valutazione all' intero sistema bancario si otterrebbe un buco di oltre 50 miliardi.

L' ordine di grandezza è questo, il 2,5% del Pil.

 

Dovremmo fare nuovo debito per il 2,5% del Pil? Non arriverebbe la Troika?

Non abbiamo bisogno di attingere ai fondi europei. Possiamo emettere nuovo debito e credo che sarebbe una buona scelta. Vorrei ricordare che lo abbiamo già fatto per aiutare sia la Grecia, sia la Spagna: allora perché non lo possiamo fare per noi. Poi, se lo facciamo bene, questi non sono miliardi di spesa, ma di investimenti. Infatti, negli Usa e in Svezia, con i salvataggi lo Stato ci ha guadagnato. La probabilità che questo avvenga anche in Italia mi pare bassa, ma stabilire il principio sarebbe importante.

 

Come si è arrivati fin qui, senza accorgersi prima dei reali guai delle banche?

fabrizio violafabrizio viola

Nell' ultimo anno c' è stata una combinazione di fattori. Intanto non c' era abbastanza coscienza della gravità del fenomeno, almeno da parte del premier. Poi, da marzo in avanti, c' è stato il tema referendum, che ha congelato ogni scelta impopolare. Infine ha avuto un ruolo il problema delle responsabilità di questa situazione.

 

Vale a dire?

L' investimento di denaro pubblico nelle banche, o in Mps in particolare, implica senz' altro un' inchiesta su cosa è successo. Come ho già scritto, una volta che lo Stato è socio, un governo serio non può esimersi dal fare un' indagine: bisogna saper guardare anche indietro. E se non lo fai commetti un errore politico enorme: favorisci l' arrivo a Palazzo Chigi del primo governo del Movimento 5 Stelle.

 

Propone una Commissione d' inchiesta parlamentare?

Sarebbe l' ideale. Ma si può fare anche una cosa diversa: il governo può nominare una commissione di esperti che abbia accesso pieno ai dati di Mps e che faccia un' analisi profonda per dire quanta parte del buco è dovuta alla crisi, quanta alla cattiva gestione e quanta a errori di natura politica o peggio. L' esecutivo lo potrà fare in quanto azionista della società. Per poi riferire gli esiti a tutto il Paese.

 

Siamo in questa situazione per la direttiva europea sul bail in: governo e Bankitalia dovevano opporsi? Potevano fare di più?

Per rispondere serve un distinguo su due temi: il primo è la responsabilità di come le banche si sono finanziate tramite la propria clientela retail. Non è un fenomeno nuovo, va avanti da decenni in Italia. E la cosa ironica è che è sempre stato visto come un punto di forza. La Banca d' Italia ha sostenuto per anni che il sistema bancario italiano era più solido perché non si finanziava con i fondi internazionali, bensì presso la clientela.

 

MARCO MORELLI2MARCO MORELLI2

Era la prova che le nostre istituzioni avevano più a cuore la stabilità del sistema che la tutela del risparmio. Ad esempio, la vendita di due miliardi di obbligazioni subordinate Mps alle famiglie non è anomalo, ma strutturale, tanto che il taglio minimo era stato ridotto apposta a soli mille euro. In queste condizioni il meccanismo del bail in, che segue una logica corretta, in Italia è diventato perverso. Sarebbe stato corretto solo se gli investitori in subordinate fossero stati i fondi, viceversa per l' Italia era una follia.

 

Da quando questa proposta è venuta fuori, nel 2014, Bankitalia e governo avrebbero dovuto fare fuoco e fiamme per imporre correzioni per le subordinate. Il governatore lo aveva capito e a suo modo ha protestato, ma non abbastanza. Nel governo di allora c' era il ministro Saccomanni al Tesoro: difficile immaginare che non potesse fare di più.

 

E il secondo aspetto?

MARCO MORELLI MARCO MORELLI

Bisogna chiedersi da dove vengono tutti questi crediti deteriorati. In Banca d' Italia dicono che è tutta colpa della crisi. Che di certo ha avuto un peso importante: sono sparite un quarto delle imprese, ovvio che c' è una valanga di perdite. Ma i crediti deteriorati sono circa il 25% del totale degli impieghi: se calcoliamo che le famiglie pagano, la quota relativa alle imprese è molto elevata: significa che c' è stata una politica del credito quanto meno non intelligente.

 

E molti prestiti dati agli amici. Basta guardare quanti soldi Intesa ha dato a Zaleski, per esempio. O le operazioni baciate delle banche popolari. Allora, se è vero che le frodi sono difficili da vedere per un ispettore, è anche vero che di tante altre situazioni si sapeva. Le conoscevo io che vivo negli Usa. Un' inchiesta dovrebbe darci queste risposte: ci sono state eccezioni che confermano la regola, o erano una prassi diffusa?.

 

Ma come risparmiatori, siamo o non siamo tutelati dalle Authority?

La domanda è sacrosanta e una commissione è necessaria proprio per questo, per capire in che misura i maggiori dissesti bancari emersi in questi mesi potevano essere previsti dalla Vigilanza. La realtà è che oggi non lo sappiamo. Ma in futuro vorremmo poterlo sapere.

 

ignazio visco mario draghiignazio visco mario draghi

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)