zucchero

UNO ZUCCHERO AMARO PER MPS: IL CANTANTE VINCE LA CAUSA CONTRO LA BANCA, CUI AVEVA AFFIDATO 1,5 MILIONI DI EURO DA INVESTIRE. TRA BOND ARGENTINI, POLIZZE, FONDI COMUNI E BORSA ERA ANDATA MALISSIMO. E DOPO DUE GRADI DI GIUDIZIO IN CUI AVEVA PREVALSO L'ISTITUTO, LA CASSAZIONE HA DATO RAGIONE AL SIGNOR FORNACIARI. LA SENTENZA È IMPORTANTE ANCHE PER GLI ALTRI RISPARMIATORI PERCHÉ…

Mario Gerevini e Fabrizio Massaro per il “Corriere della Sera

 

zucchero

Zucchero contro Banca Mps. È un match legale che va avanti da anni e riguarda i risparmi che il cantautore aveva affidato al gruppo toscano per essere investiti, circa 1,5 milioni di euro.

 

Tra bond argentini, polizze unit linked, fondi comuni e Borsa è andata male, malissimo, con perdite consistenti. Ma questo fa parte delle regole del gioco, se il gioco è «pulito» Invece la banca toscana, secondo l' ultima decisiva sentenza, avrebbe infranto le regole nei rapporti con Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, nato a Reggio Emilia 63 anni fa: presunte firme false sui documenti, acquisti di titoli senza il formale consenso dell' illustre cliente e senza averlo avvisato del rischio cui si esponeva, per quanto fosse un investitore facoltoso e non strettamente conservativo.

 

Così afferma la Cassazione dopo due gradi di giudizio che avevano visto trionfare, invece, le tesi del gruppo senese e respinte le richieste di risarcimento del musicista. Con una sentenza che potrebbe aiutare, per i principi che stabilisce, anche la platea di «risparmiatori traditi» meno facoltosi e meno amanti dell' azzardo del cantante emiliano.

 

zucchero

Quella di Fornaciari contro Monte dei Paschi di Siena è una lunghissima battaglia legale, di cui finora non era mai filtrato nulla. Tutto inizia il 28 giugno 2004 quando Zucchero decide di citare in tribunale a Massa sia il Montepaschi che la controllata Banca Toscana presso le quali ha un conto titoli. I suoi «affari» musicali volano, è da tempo un artista di caratura internazionale e nel 2004, in particolare, dopo un importante concerto alla Royal Albert Hall di Londra pubblica l' album Zu & Co, ricco di duetti con grandi della musica come Miles Davis, Paul Young, Ronan Keating, Sting, Luciano Pavarotti e Andrea Bocelli, che venderà milioni di copie.

 

I suoi investimenti, invece, soffrono da tempo. Un disastro. «Per colpa di chi?», si chiede il cantante, citando il titolo di una sua canzone. Non del mercato, secondo Fornaciari, che ai giudici chiede di stabilire la nullità o la risoluzione dei contratti di investimento con le due banche condannandole a restituire gli importi versati e a risarcire i danni.

ZUCCHERO QUALE SENSO ABBIAMO NOI

 

Nel 2004 Monte dei Paschi, ancora lontana dal suicidio Antonveneta, è una banca solida e che macina utili: mezzo miliardo a fine anno, sembra un' era geologica fa. Zucchero (così l' aveva soprannominato la maestra alle elementari) si rivolge al tribunale di Massa perché da anni vive in Lunigiana, a Pontremoli, dopo essere stato qualche anno, da giovane, anche a Forte dei Marmi.

 

Persa la causa a Massa, il cantante ricorre in appello a Genova dove nel 2013 si vede ancora respingere tutte le sue richieste, nonostante dagli atti emergesse la mancanza del contratto quadro di investimento, l' assenza di diversi ordini relativi agli investimenti azionari e Fornaciari avesse «disconosciuto» la firma su altri ordini. Che però, per la corte d' Appello, sono stati «ratificati» dalla circostanza che il cantante avesse riscosso «frutti e cedole, riscattando le polizze e disinvestendo alcune gestioni patrimoniali».

MONTE DEI PASCHI

 

Ma è proprio qui, sulla fragilità di queste conclusioni che i legali del musicista (Arturo Antonucci, Vittorio Costa e Roberto Vassalle) costruiscono nel 2014 il loro ricorso in Cassazione e vincono, con una sentenza pubblicata poche settimane fa. La Corte Suprema in sostanza contesta alla banca di aver posto in essere quegli investimenti in assenza della documentazione necessaria per legge e sulla base di documenti con firme false. Così oggi Sugar, dopo aver tenuto botta 14 anni, si gode questa sentenza, magari con un po' di «sana e consapevole libidine».

 

La lunghissima contesa, dopo 14 anni, non è ancora finita: servirà adesso una nuova decisione della Corte d' Appello di Genova, che - se Zucchero, come pare probabile, vi ricorrerà - dovrà pronunciarsi secondo i principi stabiliti dai giudici ermellini, che vanno incontro alle richieste del cantante.

 

GIUSEPPE MUSSARI

In sostanza, sostiene la Corte di Cassazione, non rileva il fatto che Zucchero fosse ricco e propenso a investimenti a rischio per escludere che la banca abbia comunque obblighi di «informazione e protezione» nei suoi confronti. Tutt' altro: «L' esperienza dell' investitore e le sue scelte devono orientare la selettività delle informazioni da fornire, dirigendosi verso quelle specifiche e non generalmente o facilmente accessibili del prodotto, tenuto conto che tanto più elevato è il rischio dell' investimento tanto più puntuali devono essere le informazioni da fornire, essendo necessario verificare se le decisioni d' investimento si siano fondate sulla conoscenza effettiva dei rischi conoscibili del prodotto».

Ai piani alti della banca, i nuovi vertici dell' istituto non conoscevano neppure l' esistenza della controversia con l' illustre (ex) cliente.

 

Per la banca ora al 70% dello Stato quella di Zucchero è in effetti solo una delle migliaia di cause che riempiono gli archivi e danno lavoro ai legali. In realtà il problema delle cause, per Mps, è che in molti casi ancora non pesano in bilancio, nel senso che non sono state apposte delle riserve in caso di condanna. E di cause di presunto «risparmio tradito» la banca ne sta affrontando migliaia, specialmente legate alle operazioni Alexandria e Santorini, per le quali gli ex vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, e Alessandro Profumo e Fabrizio Viola sono a processo a Milano.

LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpeg

 

La stessa banca a fine dicembre ha fornito un aggiornamento sulle cause promosse da azionisti e risparmiatori: a settembre 2018 le richieste danni ammontavano a 1,5 miliardi di euro. Ma ci sono ancora oltre 2.600 parti civili che non hanno quantificato il presunto danno. Di queste, oltre 1.900 sono costituire nel processo contro Profumo e Viola. Per le quali la banca, ritenendo «non probabile» la soccombenza, non ha stanziato nulla. E la sentenza Zucchero, favorevole anche agli investitori più arditi, potrebbe rivelarsi amara per Rocca Salimbeni.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”