1- BENVENUTI IN CASA CASAMONICA: SE LA CASA È UN DIRITTO, ARREDARLA È UN DOVERE! - 2- CAUSA UNO SPIACEVOLE INCIDENTE (MAXI OPERAZIONE DI POLIZIA E CARABINIERI CONTRO IL NOTO CLAN NOMADE ITALIANO COINVOLTO IN UN GIGANTESCO TRAFFICO DI DROGA), SIAMO ENTRATI IN CONTATTO CON IL PAZZESCO ARREDO DI UNA VILLA CHE MISCHIA IL POST-CAFONAL CON NEOCAPITAL, NEOMANOVAL, NEOBARBARICO, NEOLUSSO, NEOLUDICO - 3- DIMENTICATE MARADONA FOTOGRAFATO NEL BAGNO DEI CAMORRISTI GIULIANO CON LA VASCA A CONCHIGLIA. QUI SI VOLA VERSO IL CRIMINAL TRASH TRA SPECCHIERE D’ORO CON PIUME NERE, VASCHE IDROMASSAGGIO FODERATE DI PELLE CAPITONNé, CAMERE DA LETTO ROCOCO’ CON LAMPADARI MINACCIOSI E MARMI NERI. MEJO DI SCARFACE!

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  • Foto di GMT-Mezzelani

    MARADONA CON CARMINE GIULIANO NEL BAGNO A FORMA DI CONCHIGLIAMARADONA CON CARMINE GIULIANO NEL BAGNO A FORMA DI CONCHIGLIA

    1- DAGOREPORT - SCARFACE? NO, CASAMONICA...
    Dimenticate Maradona fotografato nel bagno dei camorristi Giuliano con la vasca a conchiglia. Le foto dell'agenzia GMT dentro alle villette della Romanina sono uno spettacolo imperdibile per chi vuole aggiornarsi sul meglio del gusto criminale contemporaneo nell'arredo casa.

    Un ritorno al futuro: perfino i casalesi, famosi per le ville alla "Scarface"-Las Vegas, ultimamente si facevano ritrovare in case povere dell'hinterland casertano. Per non parlare della baracca di Provenzano, abbellita solo da qualche caciotta.

    retata casamonica foto mezzelani gmtretata casamonica foto mezzelani gmt

    Serviva la criminalità nomade (nomade?) dei Casamonica per riportarci ai fasti della Banda della Magliana, che fecero la fortuna di antiquari paraculi e mercanti d'arte con la puzza sotto il naso ma il fiuto per gli affari.

    Se il Negro, il Dandy e gli altri compravano da nobili e ricchi borghesi enormi appartamenti nei più bei palazzi del centro di Roma, per mostrare a tutti che erano "arrivati", i Casamonica preferiscono ghettizzarsi in periferia, in palazzine che sembrano uscite da una telenovela sudamericana: colori caldi, palme, colonnine di granito al posto delle ringhiere, grandi balconi. Lontane dalle mille luci della città ma più facili da proteggere da sguardi indiscreti.

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    Il genio dei Casamonica però si trova all'interno, una spremuta di sublime arredamento kitsch, tra stucchi svenuti, tolette inzeppate di profumi, enormi lampadari minacciosi che sovrastano letti bianchi rococò, a metà tra lo stile gangsta-rapper e Maria Antonietta sotto Lsd. La specchiera d'oro evidentemente era troppo di classe: meglio arricchirla con delle piume nere. Entrando in bagno, un orgasmo di marmi neri e bianchi su cui si appoggia il pezzo forte della casa: vascona idromassaggio foderata di pelle dorata e capitonné, come fosse il divano Chesterfield di un locale di spogliarelliste.

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    Ai solerti poliziotti non resta che accarezzare le marmoree colonne doriche che circondano la Jacuzzi. Forse gli è venuto il dubbio di trovarsi sul set della nuova serie di "Romanzo Criminale" e vogliono essere sicuri che non siano di cartapesta.


    2- MAXI OPERAZIONE ANTIDROGA ALLA ROMANINA: 39 PERSONE IN MANETTE TRA CUI 24 DONNE
    Rinaldo Frignani per "Corriere.it"

    La zona della Romanina, nell'area est della Capitale, come il covo di un cartello colombiano. Decine di affiliati a un noto clan nomade italiano, alcuni dei quali dei Casamonica, coinvolti in un gigantesco traffico di droga. È quello che all'alba di martedì hanno scoperto polizia e carabinieri intervenuti in forze per eseguire trentanove misure cautelari nei confronti di altrettanti componenti e fiancheggiatori della banda. Fra loro ventiquattro donne, accompagnate nel carcere di Rebibbia.

    retata casamonica foto mezzelani gmtretata casamonica foto mezzelani gmt

    ELICOTTERI E REPARTI SPECIALI - Due elicotteri hanno sorvegliato dall'alto lo svolgersi dell'operazione alla quale hanno partecipato centinaia di agenti e militari dell'Arma, con cani antidroga e reparti speciali per entrare nelle ville del clan. Gli investigatori, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, indagavano da quattro anni sulle attività della famiglia più volte finita al centro delle cronache per inchieste sul traffico e sullo spaccio di stupefacenti e per altri reati.

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    LA ZONA ROMANINA - Polizia e carabinieri hanno scoperto che in due strade della Romanina, storica roccaforte del clan, dove possiede edifici protetti con telecamere e altri dispositivi di sicurezza, avveniva di continuo lo spaccio di droga affidato proprio alle donne, mentre gli uomini avevano il compito di reperire la clientela. I consumatori dovevano oltrepassare una serie di check point, ognuno a pagamento, per poter poi arrivare allo spacciatore e ritirare le dosi ordinate. Le indagini sono comunque ancora in corso. La procura ha infatti disposto i sequestri dei beni della famiglia che si aggiungono a quelli milionari gia' effettuati nei mesi scorsi da tutte le forze dell'ordine, anche con demolizioni di edifici abusivi alla periferia est della Capitale.

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    «INDAGINI COMPLESSE» - «Oggi raccogliamo i frutti di indagini complesse che hanno visto impegnati per oltre un anno centinaia di investigatori ai quali rivolgo tutta la mia gratitudine» ha detto il Questore di Roma Francesco Tagliente. «Questa imponente operazione antidroga - ha proseguito Tagliente - con una quarantina di perquisizioni, arresti e sequestri di beni, conferma la determinazione delle forze di polizia, carabinieri e polizia di Stato, e della magistratura nel contrasto della criminalità organizzata. È la prova più tangibile del costante, invasivo e sinergico impegno delle istituzioni per combattere la criminalità in tutti gli ambienti».

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    Per Tagliente, «Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza con le ultime operazioni anticrimine stanno manifestando tutta la determinazione a garantire il diritto alla sicurezza sui nostri territori». Plauso all'operazione arriva anche dal sindaco Alemanno: «Si tratta senz'altro di una grande risultato che testimonia l`impegno quotidiano di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza».


    3- MAXI OPERAZIONE CONTRO IL CLAN CASAMONICA. PER DISTRIBUIRE LA DROGA I "CAVALLI" AVEVANO ORGANIZZATO DEI CHECK POINT CON SISTEMA A "PEDAGGIO".
    Stefano Vladovich per "ilGiornale.it"

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    Trentanove arresti, quaranta perquisizioni, sequestrate auto di lusso. Ancora una volta il clan dei Casamonica, una famiglia di origini nomade, nel mirino della Procura antimafia di Roma.

    Per distribuire meglio la droga i "cavalli" avevano organizzato dei check point con sistema a "pedaggio" lungo la via Casilina e la via Tuscolana. I controlli "anti sbirri" erano affidati così a una rete di spacciatori che impediva ogni infiltrazione di persone sospette.

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    Mesi di indagini, intercettazioni ambientali e telefoniche, pedinamenti al cardiopalmo fino a stamattina quando l'intera area sud est della capitale è stata circondata da centinaia di carabinieri e poliziotti delle unità speciali in stato di guerra. Elicotteri a sorvegliare la zona e unità cinofile ovunque per impedire la fuga degli affiliati di quella che gli investigatori da sempre hanno definito l'associazione a delinquere più difficile da sradicare fra Roma e i Castelli Romani.

    Sono passati appena due anni, del resto, da quando per stanare i membri più vicini a capi clan all'interno della loro villa bunker i militari del Comando provinciale avevano chiesto l'intervento dei vigili del fuoco. Tre milioni di euro, allora, fra i beni sequestrati: due ville intestate a prestanome a Guidonia e all'Infernetto, una discoteca trendy a Testaccio e un villino blindato in vicolo di Porta Furba. Non solo: 15 fuoriserie finite dai garage blindati al deposito giudiziario fra cui una Ferrari e un Suv dotato di scanner tarato sulle frequenza di polizia e carabinieri. Stranezze della vita: il proprietario, arrestato e poi scarcerato, nel 2007 aveva dichiarato al fisco appena seimila euro.

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    Capo della gang che riforniva di cocaina i frequentatori della movida romana Giuseppe Casamonica, figlio del capostipite Guerino, assieme ai suoi fratelli Massimiliano, Pasquale, Domenico e Giovannina. Un'indagine difficile, l'ennesima sul clan nomade di origini abruzzesi, più volte finito dietro le sbarre e che comincia con un arresto all'apparenza di poco conto. È l'aprile del 2008 quando i militari bloccano un cittadino nigeriano. L'uomo, si scoprirà, trasporta in Italia cocaina purissima prodotta dai cartelli colombiani passando per Brasile e Centr'America per rivenderla nella capitale.

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    Intermediari fra lo straniero e i Casamonica due insospettabili dipendenti pubblici ai quali vengono affidate le zone di Campo de' Fiori e Trastevere. Segnale, questo, che la pax criminale ottenuta a Roma dopo le defezioni della banda della Magliana prima, della banda della Marranella dopo (organizzazioni di stampo mafioso che monopolizzano per 30 anni il narcotraffico romano) apre il mercato a nuove batterie e gruppi malavitosi.

    Dai siciliani emergenti alle ‘ndrine calabresi più agguerrite o ai camorristi in trasferta. Come sottolinea il procuratore capo della Dda di Roma Giancarlo Capaldo "il territorio offre molto e, si può dire, c'è spazio per tutti". Basta un dato: i cellulari dei Casamonica ricevono una media di 500 telefonate al giorno di ordinazioni.

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