CAFONALINO - IL CLAN DEI CASALESI È MORTO, MA LO STATO NON HA VINTO - IL MAGISTRATO ANTIMAFIA ARDITURO PRESENTA IL SUO LIBRO COL PROCURATORE DI ROMA PIGNATONE

Scritto con Dario Del Porto di “Repubblica”, il libro di Ardituro racconta la cattura del boss Antonio Iovine, e lo stato della guerra contro la Camorra: i boss sono in carcere, ma il groviglio delle relazioni, dei rapporti, delle trame indicibili, è ancora lì - Alla presentazione c’era anche Lirio Abbate...

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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Dal libro di Antonello Ardituro con Dario Del Porto, “Lo Stato non ha vinto”

 

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Tutto si compie nel carcere dell’Aquila dove Antonio Iovine è stato condotto per essere interrogato. Ha chiesto di parlare, è deciso. Lo conoscevo, Iovine. Anni e anni di lavoro per catturarlo. Un’ossessione. Per me e per la polizia giudiziaria. Fu lui a chiamare me. Ed io a farlo condurre a L’Aquila. Eccoci. Il reparto è piccolo e riservato, destinato ai detenuti al 41 bis. Controlli rigorosissimi e massima segretezza. Iovine è stato registrato con un nome in codice. Mi sistemo, chiedo che entri.

 

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«Buongiorno, dottore, da quanto tempo?». «Prego Iovine, si accomodi».

 

Fine del clan dei casalesi.

 

Il clan dei casalesi non esiste più. È stato sconfitto con l’arresto dei suoi capi e dei latitanti storici Antonio Iovine e Michele Zagaria. Lo Stato non ha vinto è il racconto in presa diretta di come questo è avvenuto e delle indagini condotte dal Pubblico Ministero della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Antonello Ardituro che per anni ha indagato sugli affari illeciti del clan. È lui che ha coordinato le ricerche che hanno portato alla cattura dei boss latitanti Mario Caterino, Giuseppe Setola e del capo Antonio Iovine, collaboratore di giustizia dal maggio 2014.

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Leggendo il suo racconto, scritto con Dario Del Porto, scopriremo come si è sgretolata la rete di comando della più potente famiglia di camorra, la trama complessa del suo sistema, i delitti, i protagonisti. Scopriremo che i casalesi hanno perso ma che lo Stato non ha vinto. Perché è stato troppe volte complice, troppe volte connivente, altre volte distratto. I boss sono in carcere, ma il groviglio delle relazioni, dei rapporti, delle trame indicibili, è ancora lì, forte. Per sconfiggere la camorra che va oltre i casalesi e continua a fare affari, non basta arrestare boss e affiliati. E neppure portargli via i beni. Il trono è vuoto ma lo Stato non ha vinto. Non ancora.

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