CAFONALINO - DIO E’ MORTO E TUTTO E’ PERMESSO. ANCHE DI SPARARSI DECINE DI RADIOGRAFIE, OSSO PER OSSO, DIRETTAMENTE SUL PROPRIO CORPO, PER POI APPLICARLE ALLA TELA “CRISTO MORTO” DEL MANTEGNA - LE OPERE DI MENEGHETTI, BENEDETTE DA BONITO OLIVA, ALLA CHIESA DEGLI ARTISTI, S.MARIA IN MONTESANTO, DOVE I FRATI CARMELITANI HANNO SUBITO APPREZZATO L’IDEA DI MOSTRARE CRISTO AI RAGGI X…

Foto di Mario Pizzi da Zagarolo


1- ARTE: ROMA, MENEGHETTI FA IL TUTTO ESAURITO ALLA CHIESA DEGLI ARTISTI

(Adnkronos) - In tanti sono accorsi al richiamo dell'arte, nell'ambito del progetto del Vicariato di Roma "Una porta verso l'Infinito". E' stata infatti inaugurata nella basilica di Santa Maria in Montesanto l'installazione artistica di Renato Meneghetti dal titolo "Guardare dentro per vedere oltre - Il Cristo morto del Mantegna in x rays" a cura di Francesco Buranelli, Segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa. L'opera, che e' stata protagonista alla 54 Biennale di Venezia con oltre 50.000 visitatori, sara' esposta nella basilica romana fino al prossimo 14 aprile.

"Ai piedi della mensa -ha detto il professor Buranelli durante l'inaugurazione- su una tela emulsionata della stessa misura della tela del Mantegna (cm 84,5 x 74,5) sono riprodotte, fotografate in bianco e nero, le parti marginali del dipinto originale (i testimoni piangenti, il cuscino e la lastra marmorea). Al centro, il corpo di Cristo e' opera autografa ed originale di Renato Meneghetti realizzata con un montaggio di radiografie eseguite, osso per osso, direttamente sul proprio corpo, poi rilavorate per ottenere una struttura scheletrica anatomicamente perfetta, quindi deformate e "stirate" per adattarle alla prospettiva di scorcio con un accurato e complesso lavoro, proprio della video art.

La perfetta coincidenza tra il Compianto sul Cristo morto reinterpretato da Renato Meneghetti e l'altare posto nel presbiterio della chiesa di Santa Maria in Montesanto e' volutamente ricercata per offrire ai fedeli un momento di meditazione sul corpo di Cristo morto e sul mistero della risurrezione e ascensione in occasione della Settimana Santa".


2- DA DOVE NASCE LA MOSTRA
Questa mostra era stata suggerita da Achille Bonito Oliva già nel 2006, ma allora, né l'artista né il gallerista avevano dato seguito all'idea, che oggi prende vita in contemporanea con l'evento "Guardare dentro per Vedere oltre - Il Cristo morto del Mantegna in x‐rays" nella basilica di Santa Maria in Montesanto ‐ Chiesa degli artisti ‐ Piazza del Popolo, Roma che si inaugura il giorno 22 marzo.

La Galleria d'Arte Benucci in via del Babuino a Roma dedica a Renato Meneghetti questa personale (22 marzo - 14 aprile) con 40 opere del ciclo "Grandi Maestri" a cura del prof. Francesco Buranelli che è anche il curatore dell'evento in Basilica. Il prof. Buranelli ha assunto la duplice veste di curatore per entrambe le esposizioni perché anche "Il Cristo morto del Mantegna in x‐rays" appartiene al ciclo "Grandi Maestri" ed è l'opera con la quale l'artista raggiunge l'apice di questa ricerca, considerandola l'opera conclusiva dell'intero ciclo.


3- MENEGHETTI CERCA LA STRUTTURA CHE REGGE LE COSE, DEL LORO SCHELETRO
dall'intervista "Meneghetti a Roma", di Achille Bonito Oliva

[...] Se "Dio è morto", tutto è permesso: da qui parte, come tanta avanguardia, anche l'artista veneto, ma egli sembra trovare la sua strada in quell'aldilà dell'occhio che la radiografia consente. Egli vuol vedere cosa c'è dentro il soggetto. Meneghetti cerca la struttura che regge le cose, del loro scheletro. La radiografia infatti insegue forme nascoste, sta alla fotografia come il noumeno sta al fenomeno. Le forme dei corpi rivelano la parentela originaria tra l'organismo umano e l'universo.

Le lastre si offrono allora alla pura contemplazione e portano ad intuire non solo le forme prevedibili ma anche un mistero oltre le forme. Dunque l'arte di Meneghetti, svolta ormai per quasi mezzo secolo, non ha nulla di sperimentale ma è guidata da una necessità profonda, alla quale, come testimonia proprio la coerenza dei risultati, l'artista non si può sottrarre. Meneghetti cerca di cogliere l'essenza, come nella convinzione che nel segreto, nella ‘forma interna', sia dispiegata la reale natura. Pesa sui suoi lavori l'impressione di un disastro imminente, di una tragedia che debba consumare l'umanità intera, come una deflagrazione atomica o un incubo immediatamente fatto materia.

Questo sentimento della realtà come di una parvenza spettrale, uno specchio dello spirito, questo profumo di inferi che l'arte raccoglie come in quintessenza non è semplicemente una inclinazione o l'onda lunga del gusto del simbolismo, ma la ragione stessa dell'immagine, la sua capacità di evocare la morte in un modo non retorico o teatrale, come con la presunzione di una eternità terrifica e ultraterrena per gli uomini. Rimane dunque singolare testimonianza di una coerenza di visione il fatto che Meneghetti non abbia perduto il suo campo di immagine, il suo obiettivo, che è sempre quello di una forma sovrannaturale, come è di chi insegue l'anima.

Meneghetti sconvolge gli strumenti e le metodologie della critica ma costringe a riflettere sulla necessità dell'espressione artistica, sulla sua continuità pur nella varietà dei mezzi assunti, ed è testimonianza di una profonda coerenza formale, anche più rigorosa e asettica di quella che appare, infatti, in Meneghetti è principio di un metodo costante che diventa una unità di visione, una visione posta a fuoco su ciò che gli occhi non possono cogliere, e invece lo strumento radio sì.

È come se egli lo avesse adottato per vedere di più, per dipingere ciò che non si lascia scorgere: cioè non soltanto l'inconscio o l'emotività o il sentimento, come accade per esempio in Van Gogh, ma qualche cosa di fisicamente esistente, di non visibile ma consistente. La condizione psicologica di Meneghetti, che in termini meramente formali, è quella di una armonia compiuta che vuol essere particolarmente intransigente e non concedere nulla al dilettantismo.

L'impresa di Meneghetti è importante perché risponde a una necessità vera e non a una ricerca sperimentale. Meneghetti è essenzialmente antiludico e anti‐sensuale, perché non vuole, nonostante l'estetismo evidente, catturarti, sedurti, ma costringerti a sintonizzarti con la sua sensibilità, con il suo taglio di visione.[...] da "aldilà dell'occhio" di Vittorio

 

RID Caravaggio La deposizione di Cristo x NADIA E RENATO MENEGHETTI MAYA KOKOCINSKI E GIOVANNI TOMMASI FERRONE MAYA KOKOCINSKI MARISA STIRPE MARINA RIPA DI MEANA L ARTISTA RENATO MENEGHETTI MADIA MENEGHETTI IVONNE ING CERASI CON ELENA BONELLI IDA BENUCCI E NADIA MENEGHETTI IDA BENUCCI E DON PIETRO VITTORELLI

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