CAFONALINO - LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI VALERIO CASTRONOVO “IL GIOCO DELLE PARTI”, DEDICATO ALLA NASCITA DELL’ENEL, È UN RADUNO DI TIPINI CHE ERANO Già VISPI ALL’EPOCA DI EDISON, L’INVENTORE DELLA LAMPADINA - ECCO SFILARE SOTTO IL NEO DEL CERIMONIERE BRUNO VESPA, I VARI EMILIO COLOMBO, GIANNI DE MICHELIS, GIORGIO LA MALFA, ALESSANDRO ORTIS…

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1- "IL GIOCO DELLE PARTI": LA NASCITA DELL'ENEL RACCONTATA DA VALERIO CASTRONOVO
Giulio Carrieri per www.firstonline.info

Come può un singola azienda cambiare la vita di un Paese? Questa è solo una delle tante domande che che si pone "Il gioco delle parti. La nazionalizzazione dell'energia elettrica in Italia", di Valerio Castronovo, edito da Rizzoli e uscito oggi, in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Enel, nelle librerie italiane.

Vespa e OrtisVespa e Ortis Vespa eVespa e

La presentazione è avvenuta presso la sede romana dell'Enel, alla presenza, oltre che dell'autore, del Presidente di Enel Paolo Andrea Colombo, dell'Amministratore Delegato Fulvio Conti, del Senatore Emilio Colombo, dell'ex Presidente Enel Francesco Corbellini, del Presidente IPALMO Gianni De Michelis, del Deputato Giorgio La Malfa, dell'ex Presidente dell'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas Alessandro Ortis, del Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti.

Il gioco delle parti, appunto, perché dietro e prima della più grande riforma strutturale avvenuta in Italia, c'è una lotta politica e di opinione feroce, combattuta tra aule del Parlamento, segrete stanze e titoli di giornale, una lotta che solo al suo termine ha dato il suo frutto, la nazionalizzazione di 1270 imprese elettriche private sotto l'egida dell'Enel.

Valerio CastronovoValerio Castronovo Valerio CastronovoValerio Castronovo

Valerio Castronovo, classe 1935, già ordinario di Storia contemporanea presso l'Università di Torino e direttore della rivista di scienze e storia Prometeo, spiega così le ragioni del titolo: "Perché sono almeno dieci gli attori nel processo di nazionalizzazione. E con parti diverse. Alla fine chi tirò le somme fu Guido Carli. Voglio ricordare, intanto, che quella operazione, diventata operativa il 6 dicembre 1962, coincise con una svolta politica in Italia: l'avvento del centro-sinistra", che pose, per mano dei socialisti, la costituzione dell'Enel come condizione al supporto al quarto governo Fanfani.

Paolo Andrea ColomboPaolo Andrea Colombo

Quello che interessa all'autore è il meccanismo attraverso il quale si compone la storia, le azioni e le intersezioni dei suoi protagonisti. I due attori principali, nel gioco delle parti, diventano a quel punto Aldo Moro, sponsor principale della svolta, e il governatore della Banca d'Italia Guido Carli. Quello che successe poi fu una rivoluzione silenziosa, che non invadeva le piazze, ma le case degli italiani e che, in qualche modo, fornendo a tutti (al Sud dopo qualche tempo) energia a basso costo, nell'elettricità ci rendeva uguali.

Sembra porta a portaSembra porta a porta

Una rivoluzione inevitabile, come spiega Castronovo, e allo stesso tempo costosissima, perché la legge del 6 dicembre del 1962 obbligava l'Enel a distribuire elettricità a costi molto bassi e ovunque, ampliando a proprie spese la rete, con la conseguenza di dover ricorrere al credito bancario.

Una storia lunga e sofferta, quindi, che ha cambiato il paese, unificandolo nella modernità. Una storia, quella dell'elettricità nazionale, che nasce, forse, nel 1902 con le teorie di Nitti sulla presenza pubblica nell'industria e che, poi, fallito il piano di Mattei e consumato il gioco delle parti, dura fino ad oggi. Se ci guardiamo intorno, oggi, vediamo che in Italia l'energia elettrica costa molto di più che nel resto d'Europa e che la lotta per il potere, che allora si intersecava all'esigenza di crescita di un paese in fermento, ora si è trasformato nel teatrino decadente della politica ai tempi della crisi. Il finale, ancora da scrivere, non sembra roseo.

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2- ENEL: CONTI, SU CESSIONE DECIDE STATO,190 MLD A PAESE DA '99
(ANSA) - Sull'eventuale cessione di ulteriori quote dell'Enel ''deve decidere lo Stato'', perche' ''decidono gli azionisti come e quando disporre della loro quota''. Lo ha affermato l'ad del gruppo elettrico, Fulvio Conti, che ha ricordato come, dalla liberalizzazione del settore elettrico nel 1999 a oggi, l'Enel abbia dato ''un significativo contributo di 190 miliardi di euro'' al Paese, tra privatizzazioni, dividendi, imposte, contributi previdenziali.

Tornando alla cessione di quote, ipotizzata, ma non nell'immediato, ieri dal sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, Conti - a margine della presentazione del libro 'Il gioco delle parti' di Valerio Castronovo dedicato alla nazionalizzazione dell'energia elettrica - ha ricordato: ''Non spetta a me decidere, io lavoro per tutti gli azionisti''. Comunque, ha sottolineato, ''siamo un'azienda che cura la crescita di valore e che ha risultati solidi, anche in presenza della crisi economica''.

 

 

 

 

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