I FIGLI DI LEONARDO DEL VECCHIO SARANNO FELICI DI SAPERE CHE I CONSIGLIERI DELLA LORO "DELFIN" PRESENTI IN MEDIOBANCA RISPONDEVANO A...CALTAGIRONE! – È QUANTO EMERGE DALLE INTERCETTAZIONI DELL’INCHIESTA SULLA SCALATA DI MPS A MEDIOBANCA. IL 27 APRILE, GIORNO PRIMA DELL’ANNUNCIO DEL VOTO IN ASSEMBLEA SULL’OPS DI MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, FABIO CORSICO, REFERENTE DI “CALTA” CHIAMA SANDRO PANIZZA, CONSIGLIERE IN QUOTA DELFIN, CHE, IMBARAZZATISSIMO, PRECISA SUBITO DI NON ESSERSI ESPRESSO A FAVORE - IL 5 MAGGIO, PARLANDO CON L’AD DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, CALTAGIRONE RAGIONA SULLA CONTROMOSSA DI NAGEL (CHE CON L'ACQUISTO DI BANCA GENERALI AVREBBE POI "SCOLLEGATO" PIAZZETTA CUCCIA DAL LEONE DI TRIESTE): “SAREBBE CONTENTO IL MONTE, NON GLI AZIONISTI A CUI NON INTERESSA PIÙ MEDIOBANCA SENZA GENERALI... PER CARITÀ DI DIO”
Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FOTO LAPRESSE
Un conto sarebbero due azionisti (Caltagirone e la holding Delfin degli eredi Del Vecchio presieduta da Francesco Milleri) legittimamente interessati a massimizzare i propri profitti di investimenti finanziari in Generali, Mediobanca o nel Monte dei Paschi di Siena guidato dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio.
Ma tutt’altro conto per la Procura di Milano sarebbe stato invece — in violazione delle norme sull’obbligo di dichiarare il vero al mercato, di comunicare il coordinamento di acquisti in Borsa, e di lanciare una Opa Offerta pubblica di acquisto sull’intero capitale una volta superato il 25% di una società quotata — il dipanarsi di quanto avvenuto a cavallo tra il 2024 ed il 2025: e cioè «il saldarsi degli interessi di vecchia data di Caltagirone e Delfin nei confronti di Generali con l’interesse più recente di Mps nei confronti di Mediobanca, senza tuttavia rendere tale saldatura di interessi trasparente al mercato […]».
A riprova, oltre a tutte le anomalie il 13 novembre 2024 nella prodromica cessione ai futuri scalatori Mps di Mediobanca del 15% di azioni Mps in mano al governo, i pm traggono elementi da almeno tre blocchi di intercettazioni, in aggiunta a quelle complimentose sulla scalata Mps a Mediobanca tra Caltagirone e Lovaglio («Ma lei è il grande comandante Lovaglio? Le faccio i miei complimenti perché è stato molto bravo», «No no, il vero ingegnere è stato lei, io ho solo eseguito l’incarico, ha ingegnato una cosa perfetta»).
[…] «I consiglieri espressione di Delfin in Mediobanca appaiono rispondere della propria attività in Mediobanca non solo a Delfin, ma prima ancora a Caltagirone». Il 27 aprile 2025, ad esempio, è il giorno precedente l’annuncio della tentata (invano) contromossa anti-scalata di Mps a Mediobanca da parte dell’allora numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel, e cioè la sua idea di scambiare l’intera partecipazione di Mediobanca dentro le Assicurazioni Generali con azioni invece di Banca Generali, in vista di una fusione.
Fabio Corsico Franco Caltagirone matteo Piantedosi
Fabio Corsico (referente del gruppo Caltagirone), per sapere che tipo di operazione straordinaria sia quella che Nagel ha anticipato verrà comunicata l’indomani, chiama subito («Hanno deliberato qualcosa?») un consigliere di Mediobanca in quota Delfin entrato a ottobre 2023 con Sabrina Pucci.
E a bassa voce tra mille imbarazzi («Sono in un posto che non posso parlare») Panizza gli conferma che il cda di Mediobanca ha deliberato il lancio della proposta su Banca Generali, ma «senza il mio voto e quello di Sabrina naturalmente», si affretta Panizza a giustificarsi con il manager di Caltagirone.
GIANCARLO GIORGETTI E FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE (FOTOMONTAGGIO)
Telefonata nella quale i pm Polizzi e Gaglio colgono «da un lato l’atteggiamento reverenziale e imbarazzato di Panizza verso Caltagirone, dall’altro la delusione di quest’ultimo per la notizia ricevuta».
[…] Il timore di Caltagirone emerge più chiaro ancora il 5 maggio, quando ragiona con il banchiere Mps Lovaglio sulla contromossa di Nagel che avrebbe l’effetto pratico di sfilare Generali alla scalata Mps di Mediobanca, e che peraltro il 17 giugno in un’altra intercettazione il direttore generale delle Partecipazioni del Ministero del Tesoro e consigliere di Mps Stefano Di Stefano iscriverà a un «approccio molto antigovernativo» di Nagel.
Caltagirone (azionista di Mps e Generali) teorizza infatti una distinzione: con l’offerta di Mediobanca «sarebbe contento il Monte, non gli azionisti del Monte.
Agli azionisti del Monte non gli interessa più Mediobanca senza Generali... Per carità di Dio», ride, «è meglio non farla l’operazione» (che il 21 agosto sarà respinta dall’assemblea dei soci di Mediobanca).
fabio Corsico
MONTEBASCHI - VIGNETTA BY ROLI PER IL GIORNALONE - LA STAMPA
francesco gaetano caltagirone
francesco gaetano caltagirone - giorgia meloni

