AGOSTO, IL PIÙ CRUDELE DEI MESI - CERONETTI: “LO HANNO TRUCCATO DA MESE DI VACANZA MA CAUSA PICCHI IMMODESTI DI INFELICITÀ” - L’ESORCISMO DELLA FUGA È UN BOOMERANG, ESODO-CONTROESODO SONO DIVENTATI UN INCUBO!

“La ricetta di salvezza è di rinunciare alle vacanze d’agosto, limitandone il numero al minimo, come hanno iniziato a fare in Europa” - “Certo, cambiare mentalità e fissazioni richiede uno sforzo e la collaborazione dei governi, che anche loro, scioccamente, rimandano tutto a settembre, altra marcia di ciechi alla guida di storpi”..

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Guido Ceronetti per “La Stampa

 

guido ceronetti guido ceronetti

Il più stupido dei proverbi: «Agosto, moglie mia non ti conosco». Che cosa può significare? Perché agosto sarebbe il mese della poligamia? Perché si fanno vacanze separate? Ma il proverbio è nato ben prima che si facessero vacanze separate (è di circa l’anno mille). L’ipotesi più probabile è che nei secoli passati, d’agosto, l’odore della moglie superasse ogni limite di tollerabilità, per cui non ti conosco varrebbe, come in biblico, rapporti intimi con te nisba, stammi lontana.

 

Non c’è reciprocità: l’odore degli uomini, infatti, inalterato in ogni stagione, è sempre di gigli e viole – i fiori più amati da Santa Caterina, che nel suo ristretto cenacolo ammetteva esclusivamente uomini. Con lo smisurato spreco d’acqua indotto dalla doccia la moglie inodora domina l’agosto come tutti gli altri mesi, è conosciuta biblicamente ogni momento, più di Betsabea, Venere le fa visita col Kamasutra nella borsetta anche il giorno del palio dell’Assunta, e il proverbio è quasi scomparso dall’uso, salvo quando in libreria antiquaria si faccia ricerca della prima edizione del romanzo Agosto, moglie mia non ti conosco del grande Achille Campanile.

 

guido ceronetti EUROPA guido ceronetti EUROPA

Tuttavia, sappiamo e sperimentiamo, che agosto resta cruciale e causa picchi immodesti d’infelicità. Il fenomeno di massa più clamoroso è l’Esodo-Controesodo e lo svuotamento delle città mentre luoghi solitamente molto più accoglienti si popolano inverosimilmente. Il mese è spartito nettamente tra i segni del Leone e della Vergine, che non si amano e si contrappongono. L’intrepidezza del primo non ripara la timidità fondamentale dell’altro.

 

La determinazione, l’imprudenza, la forza del carattere appartengono ai leonini; l’indecisione, l’insicurezza, l’esita-zione a rischiare, a volte la fifa bell’e buona, la precisione fino alla mania, sono virginiani. Ma dove si saranno cacciati i molti miei libretti di astrologia? A ogni modo, due esempi illustri: Napoleone (15 agosto); Lev Nicolaevic Tolstoj (28 agosto).

 

guido ceronetti x guido ceronetti x

Napoleone è l’infallibilità e l’ebbrezza del comando strategico; Tolstoj lo anatomizza spietatamente nell’epos di Guerra e Pace, e quanto a sé mai si decise a vendere Jasnaia Poliana e si tormentò per anni nel rimuginare la fuga che lo condurrà alla fermata fatale di Astapovo. La Vergine sorride di più, ma soffre molto di più, per amore della giustizia e prevalere delle idee pessimistiche. (Tolstoj era seguace di Schopenhauer).

 

L’esorcismo esodo-svuotamento urbano ha una spiegazione triviale e un senso ovvio: c’è un vago pericolo, una inquietudine contagiosa nell’aria – dunque, scappiamo! L’inconscio collettivo intuisce giusto e la gente, tutti, esorcizzano i fantasmi di agosto precipitandosi altrove. Ma, dove scappi? Non c’è un mese n.13 compreso nel prezzo delle case e degli alberghi: agosto è dovunque. Va’ pure il più lontano possibile, è là ad aspettarti, e a un momento dato sei obbligato a rientrare.

Ceronetti Ceronetti

 

È altamente significativo che i maggiori punti di sfogo siano le spiagge marine. Il mare è senza mesi, il mare è senza abitazioni umane, senza i condominii, le fabbriche, gli aeroporti, gli ospedali, le tasse, le banche, i cantieri; l’universo dei pesci è silenzioso – Mi ha fatto bene questa vacanza al mare, sapessi quanto! – Così il luogo comune, ma quel bene ha una spiegazione che non immagini, quel bene ti deriva dalla sensazione di profondità che al mare l’esorcismo della fuga abbia funzionato meglio, anche se lo vedevi a mala pena tra gli spiragli dell’usurpazione dell’edilizia balneare, e nonostante avessi attorno una moltitudine di persone in tutto identiche a quelle che incontri sempre sulle stesse scale, negli stessi ambulatori, nelle stesse fermate di servizio lungo le autostrade, dove la sosta non è di sorriso.

 

GUIDO CERONETTI E MARIELLA CERUTTO MAROCCO - copyright Pizzi GUIDO CERONETTI E MARIELLA CERUTTO MAROCCO - copyright Pizzi

Il mare lo sentivi presente, ti era amuleto di pendaglio sul corpo nudo, il suo ventare ti ravvivava psichicamente, ti dava più di altri luoghi oblio dell’agosto. Infatti passato agosto, il mare delle spiagge si spopola, l’infelicità torna a concentrarsi nelle sue sedi stabili, le città, sterminate anche quando sono piccole, perché il mal d’essere (il malessere è nient’altro che una delle infinite filiali del Divenire) moltiplica gli abitanti, ciascuno col proprio specifico cafard urbano.

 

Lo svuotamento urbano vuol dire perdita di ogni punto di riferimento all’unica vivibilità possibile, nei due rami dell’Amicizia e dei Servizi, perché tutto è sospeso, tutto si è reso di colpo introvabile, tutto sembra stato segnato dal transito di una malefica cometa inceneritrice. Il vero Exodus, quello del secondo libro della Bibbia, a ben rifletterci fu molto meno affannoso dei nostri, disseminati lungo tutto l’anno, sebbene resti quello d’agosto inuguagliabile – l’Exodus aveva una guida, un maestro, degno del marmo di Michelangelo, e la guida aveva una meta, scomparirà appena giunto con il suo popolo senza né ruote, né motori, al confine.

Guido Ceronetti Guido Ceronetti

 

Ma la città fa pena: potrebbe con la riduzione del traffico e le piazze libere respirare meglio; invece il caldo e l’angoscia dei rimasti, vecchi e animali (anche il farmacista sull’angolo è sparito, anche il geriatra e il veterinario, gli fai squilli invano, risponde agghiacciante il fischio sarcastico del fax).

 

E nelle città così maldestramente spruzzate dall’esorcismo esodale che le svuota, sempre restano attivi ladri, spacciatori, prostitute, che non medicano ferite ma le producono. Nonostante gli allarmi innescati, sono ugualmente al lavoro gli svaligiatori: c’è da domandarsi, in agosto, a chi la città appartenga, a chi la consegnano i fuggiaschi, ora profughi sulle autostrade o già brillantemente sequestrati dai ribelli sudamericani o dagli islamisti di qualche valle sperduta d’Asia, senza aver avuto il tempo di fotografare la Sfinge in posa davanti al cellulare. A chi? A spettri, a Lémuri, a fantasmi...

Prokudin Gorsky ritrae Leo Tolstoj Prokudin Gorsky ritrae Leo Tolstoj

 

Lo Stato è andato in ferie, il Comune non sai più se ancora è in via Fiore di Palude o se è trasferito tutto in Calle García Marquez di Brasilia fino al 10 settembre, i carabinieri fanno orario ridotto, le pompe funebri hanno diritto anche loro di non preoccuparsi, fino al 31 agosto, di rivaleggiare in decessi, e l’Idraulico di abbandonare coi tubi perdenti i cessi.

 

L’esorcismo della fuga è boomerang: questo è certo. Non funziona perché non è autentico, perché non ha motivazioni e riserve al di là del finito, e troverei strano che, così frutto di dissacrazioni, addirittura funzionasse. Può anche succedere che, per ingannarci meglio, la Cattiva Stella augustina, in qualche punto, versi qualche insperato balsamo su persone lasciate troppo a crogiolarsi nella più torchiante delle solitudini, su radure sparse d’infelicità radicata bene.

 

LEV TOLSTOJ LEV TOLSTOJ

Non gli toglierei il diritto di essere inimmaginabilmente stravagante, di non accodarsi lugubremente agli ingorghi, di avere compassione pur smentendoli dei nostri impotenti esorcismi. Non indico mai soluzioni eventualmente possibili, ma per sfidare la Cattiva Stella che morde il mese potrei proporne qui una. Gli esorcismi inconsci di massa peggiorano tutto: infatti Esodo-Controesodo stanno diventando appuntamenti d’incubo. Ce lo vedo seduto sopra, più spietato di quello di Fussli.

 

La ricetta di salvezza è di rinunciare alle vacanze d’agosto, limitandone il numero al minimo. Scalarne intelligentemente i tempi. In agosto, ingannare la stella, mostrando che tutta la città è presente, come nella memorabile Tokio notturna del Museo Chiossone di Genova (Parco Corvetto); mostrando che la città è viva, che lavora indifferentemente alla data, che tutto funziona e che l’idraulico accorre subito. Autostrade con scorrimento normale, teatri aperti, programmi radio (nomino questi perché non conosco gli altri) senza interruzioni di trasmissioni fisse né la grave molestia delle ripetizioni. (Esemplare la Radio Radicale, che esorcizza l’agosto ignorandolo).

Napoleone Napoleone

 

In Europa questa ricetta ha da un pezzo cominciato a essere applicata: poco, ma è già resipiscere. Certo, cambiare mentalità e fissazioni richiede uno sforzo ingente, e l’indispensabile collaborazione dei governi, che anche loro, scioccamente, «rimandano tutto a settembre», altra marcia di ciechi alla guida di storpi. Sforzatevi di vedere e di camminare senza il giogo bovino di queste date senza speranza. Nelle civiltà agricole l’agosto era l’epoca del lavoro più intenso, si trebbiava, il riposo era all’ombra di un albero, sotto un tetto di frasche, dove capitava... 

 

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