RIDE BENETTON CHI RIDE ULTIMO - QUAL ERA L’OBIETTIVO DEL BACIO PAPA-IMAM SE NON FARE INCAZZARE I CATTOLICI DI MEZZO MONDO E GENERARE UN MEGA SPOT ALLO SPOT? - PROVOCATO LO SCONTATO PUTIFERIO, L’AZIENDA HA PRONTAMENTE RITIRATO LA PUBBLICITÀ SIMIL-TOSCANI (COSTO DELL’INTERA CAMPAGNA: 10 MLN €) - PECCATO CHE LO SLINGUAZZAMENTO TRA RATZINGA ZETA E L’IMAN EL TAYEB SIA ORMAI FINITO IN RETE, DOVE INTOSSICHERÀ A LUNGO I CATTO-INDIGNATI...

1 - BENETTON BUFERA SUL BACIO DEL PAPA
Alberto Mattioli per "la Stampa"

Benedetto XVI testimonial della Benetton, e mentre bacia sulla bocca Ahmed Mohamed el-Tayeb, l'imam della moschea AlAzhar del Cairo? Un po' troppo perfino per una campagna pubblicitaria volutamente provocatoria come quella che Alessandro Benetton ha presentato ieri a Parigi. Tanto che, dopo le proteste dei cattolici, dai Papaboys in giù, e l'attacco della Segreteria di Stato che annunciava con il portavoce padre Lombardi che il Vaticano stava valutando «i passi per garantire una giusta tutela del rispetto della figura del Santo Padre», l'azienda ha fatto marcia indietro.

«Ribadiamo che il senso di questa campagna - hanno fatto sapere dalla Benetton - è esclusivamente combattere la cultura dell'odio in ogni sua forma. Siamo però dispiaciuti che l'utilizzo dell'immagine del Papa e dell'imam abbia così urtato la sensibilità dei fedeli. A conferma del nostro sentimento abbiamo deciso con effetto immediato di ritirare questa immagine da ogni pubblicazione». Insomma, autogol e uno a zero per i cattolici.

Tutto è nato da una foto simbolo del comunismo europeo. Una delle icone più deprimenti del lungo crepuscolo rosso è il celebre bianco-e-nero di Breznev che bacia sulla bocca Honecker. Quello scatto ha fatto scattare l'ispirazione dei creativi di Fabrica, il pensatoio della Benetton, e in particolare del pubblicitario cubano Erik Ravelo. Ed ecco servita su un letto di provocazione e con contorno di polemiche la nuova megacampagna pubblicitaria del marchio veneto: una serie di baci fra i potenti del mondo.

Baci finti, perché sono fotomontaggi; ma che sembrano veri, e in ogni caso appassionati. Allora Obama s'incolla al presidente cinese Hu Jintao o a quello venezuelano Chavez; il premier israeliano Benjamin Netanyahu al leader palestinese Mahmoud Abbas. Il Papa, si è visto. Quanto a Sarkò, scambia con Angelona Merkel un bacio (alla francese?), da veri Merkozy fusionali. C'era anche Berlusconi, pure lui in coppia con la Merkel, ma adesso non è più il caso di esibirlo. E figuriamoci Gheddafi, anche lui in un primo momento arruolato come testimonial involontario.

L'effetto è straordinario: chapeau alla coppia di fatto Breznev-Honecker che, non potendo più ispirare rimpianti, ispirerà almeno lo shopping. Naturalmente, trattandosi della Benetton, non di sola pubblicità si tratta. Lo slogan della campagna e il nome della nuova fondazione destinata «a contrastare l'odio» è una parola inglese che in realtà non esiste, «Unhate», appunto senza odio, un neologismo destinato, giura Alessandro Benetton a Parigi per il lancio mondiale della campagna, a una bella carriera.

Già ieri si è iniziato con una serie di «live actions», insomma blitz a sorpresa con ostensioni delle foto in luoghi simbolo: una gigantografia del bacio fra il Papa e l'imam è stata srotolata a Roma, suscitando il vespaio che si è visto, una della coppia Obama-Jintao a Milano. L'investimento, del resto, non è piccolo: dieci milioni di euro. Si punta soprattutto sul web, con una «unhate list» che fa da controcanto buonista alle liste di odii che imperversano in rete. L'idea è che fra i manifesti e la rete possa nascere un circolo virtuoso di reciproca ispirazione. Lo spot, che per il momento è destinato solo ai cinema e a Internet, è firmato da Laurent Chanez.

Benché in trasferta, il cavaliere del lavoro Alessandro non si sottrae alla piccola cronaca di casa nostra. E al suo modo pacato-sommesso, da governo tecnico, fa capire di avere le idee chiare. Dunque, semaforo verde per Monti («Sono contento che il governo si sia fatto e in tempi brevi, nella crisi è un segnale importante»), rosso per la Lega che non lo voterà («Forse non hanno ben capito i rischi che corriamo, l'emergenza nella quale è la nostra economia, anche e soprattutto le piccole e medie imprese»), giallo per l'Italia («Ci sono sempre buoni imprenditori, senso della solidarietà e la rete della famiglia. Ma non possiamo continuare in eterno a basarci solo sulla nostra buona stella»).

Quanto alle proteste per la nuova campagna, erano scontate e forse attese. Il magazine del «New York Times» l'ha rifiutata, l'«Herald Tribune» anche, idem «Elle France». Tutte, e anche quelle vaticane, finiranno peraltro per regalare uno spot allo spot. Come ai bei tempi, sempre griffati Benetton, delle campagne di Oliviero Toscani.


2 - IL TENTATIVO MALDESTRO DI COPIARE UN DÉJÀ-VU
Gianluca Nicoletti per "
la Stampa"

Dio ci liberi dal toscanismo senza Toscani. È vero che alla fine tutti avremo parlato di quel Papa che si bacia con l'Imam, ma nel giro di un giorno quello scatto, dal pallido intento malandrino, resterà dimenticato. Come accade a un maglioncino infeltrito relegato per misericordia in fondo a un cassetto.

Come mai invece ancora oggi tutti ricordiamo e citiamo quella bella suora con il velo inamidato che baciava, con tumida e devota passione, un distaccato pretino? Che, a onor del vero, invece, teneva la bocca ben serrata. C'era un mondo da immaginare in quella foto, che portava lo stesso marchio, ma rispondeva a un favoleggiare clerical-passionale sommerso, ma condiviso e storicamente tracciabile.

Pur con variegatissime sfumature, tra norma ed eterodossia, l'immaginario solleticato da quella foto affondava le radici in Boccaccio, ma lambiva «Uccelli di Rovo», passando per Manzoni fino a Mastroianni e la Loren. E dire che, da quando apparve quell'immagine, sono passati ben 20 anni: la foto riuscì a far rabbrividire di sdegno ogni ben pensante, facendo allo stesso tempo immaginare indicibili blandizie in territori banditi. Eppure nonostante tutto quella foto, che Oliviero Toscani aveva intitolato «Amore puro», sollevò le ire del Vaticano ed entrò, dopo dure polemiche, nell'indice degli scatti proibiti dall'Istituto di autodisciplina pubblicitaria.

Eppure, forse proprio per la catartica messa all'indice, oggi quel casto pretino chiunque a pieno diritto può immaginarlo cardinale, e per la stessa ragione la monachella che cedette alla frenesia labiale potrebbe essere un'austera madre superiora. Ancor più di ogni possibile epilogo però il loro folle baciarsi è rimasto ancorato nell'immaginario visivo di ognuno di noi, eppure Internet non esisteva ancora e le foto delle pubblicità o si ritagliavano da un giornale e incollavano sul cartoncino o in breve sparivano nelle cantine o nel secchio della cartaccia.

Invece l'abbraccio di quei signori attempati, più che spirito iconoclasta, ispirava solo tristezza per chi l'ha realizzata. Una foto che nemmeno susciterà livelli d'indignazione rintracciabili tra un ventennio; il «Vernacoliere», quando s'impegna, sa far di meglio, persino con i leader internazionali, Obama compreso. Stiamo, però, parlando di un foglio di sboccataggini satiriche animato da un mattacchione livornese, non dei sublimi pubblicitari che hanno partorito una campagna che sembrava fatta apposta per essere ritirata dopo poche ore.

 

MANIFESTO BENETTON TEL AVIV NETANYAHU E MAHMUD ABBAS MANIFESTO BENETTON A ROMA BENEDETTO XVI E LIMAM DEL CAIRO MANIFESTO BENETTON A PARIGI MERKEL E SARKOZY MANIFESTO BENETTON A MILANO HU JINTAO E OBAMA benetton CAMPAGNA BACI BENETTON OBAMA CHAVEZ jpegCAMPAGNA BACI BENETTON MERKEL SARKOZY jpegCAMPAGNA BACI BENETTON MERKEL SARKOZY A PIAZZA AFFARI jpegCAMPAGNA BACI BENETTON I PRESIDENTI DI COREA DEL SUD E DEL NORD jpeg

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)