RISOLVERE LA CRISI COL CULO DEGLI ALTRI - FIATO ALLE TROMBE PER LA NUOVA ''MONDAZZOLI'': OPERAZIONE PAGATA DALLE BANCHE, CON SEGRATE RISTRUTTURATA GRAZIE A STATO DI CRISI E PREPENSIONAMENTI, A SPESE DELLO STATO E DEI GIORNALISTI. CON 2,4 MLN DI BONUS PER ERNESTO MAURI

Come ha fatto Mondadori a tornare in utile? Sono aumentate le vendite o i ricavi da pubblicità? Non pare, anzi il fatturato è in calo. E' successa una legge del 2010, quando a Palazzo Chigi c'era Berlusconi, che ha permesso a giornali e periodici di riprendersi a spese di contribuenti e giornalisti...

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MARINA BERLUSCONI ERNESTO MAURI MARINA BERLUSCONI ERNESTO MAURI

Marco Palombi per il “Fatto Quotidiano

 

Due anni fa Mondadori non sarebbe stata in condizione di fare questa operazione". L' amministratore delegato Ernesto Mauri è stato sincero col Sole24Ore: due anni fa, i127,5 milioni di euro (tutti a debito) investiti per accaparrarsi i libri di Rcs, erano fuori dalla portata del gruppo della famiglia Berlusconi, oggi invece Mondadori è tornata in utile (6,6 milioni di margine operativo lordo nei primi 9 mesi del 2015) e ha ridotto l' indebitamento anche grazie alle vendite (le radio e i romanzi Harmony).

 

È grazie a questi risultati che a breve che Ernesto Mauri ha potuto beneficiare di un premio di risultato da 2,4 milioni (4 milioni circa il suo stipendio 2014 e a breve - Antitrust permettendo esisterà "Mondazzoli").

MICHELE ANZALDI MICHELE ANZALDI

 

Cos'è successo nel frattempo? Sono aumentate le vendite o i ricavi da pubblicità? Non pare, anzi il fatturato risulta ancora in calo. È successo però che la ristrutturazione del gruppo l' hanno in parte pagata i contribuenti anche grazie a una legge del 2010, che ha concesso stati di crisi e pre -pensionamenti agli editori. A Palazzo Chigi c' era l' editore Silvio Berlusconi.

 

Di che cifre parliamo? I conti sono in una interrogazione al governo del deputato renziano Michele Anzaldi: tra pre -pensionamenti, cassa integrazione e contratti di solidarietà 2013-2015 (rinnovati questa estate) fanno un po' meno di 15 milioni di euro, sol di utili - insieme ai sacrifici del personale - a rimettere in ordine i conti di Segrate. E così - 127,5 milioni di euro di debiti con le banche dopo - arriva Mondazzoli: sempre Antitrust permettendo, visto che nel segmento trade i due gruppi fanno quasi il 40% del mercato e sono messi bene anche sulla "scuola", il mercato più sicuro, una sorta di bancomat.

 

OSCAR NIEMEYER - SEDE DELLA MONDADORI A SEGRATE OSCAR NIEMEYER - SEDE DELLA MONDADORI A SEGRATE

Le magnifiche sorti, e ovviamente progressive, del super gruppo editoriale, però, non si realizzano da sole: per aumentare la redditività, bisogna ancora tagliare e, se possibile, attingere ad altre risorse pubbliche. Si comincia dai giornalisti: Mondadori dopo aver promesso in estate che si accontentava di decurtargli lo stipendio del 15% - il 29 ottobre, lo stesso giorno in cui la Fieg (gli editori) ha disdetto il contratto nazionale, ha annunciato la vendita della sua sede di Roma e intimato a cronisti e amministrativi di trasferirsi a Milano: un licenziamento mascherato per una segretaria da 1.300 euro al mese.

 

Curioso il destino dei 5 giornalisti che rimarranno a Roma: saranno smart workers, una roba che non esiste a livello legislativo, ma per cui esiste già l' apposito finanziamento pubblico. La Legge di Stabilità, infatti, crea un fondo da 10 milioni nel 2016 e 50 milioni dal 2017 per incentivare la "flessibilità tempo -luogo" anche per i lavoratori a tempo indeterminato.

silvio berlusconi silvio berlusconi

 

A che serve? Se lo chiede anche il Servizio Studi del Senato. Risposta: non si sa, ma "sembrerebbe far riferimento" a cose come "telelavoro e smart working". I giornalisti, però, sono solo l' inizio: con Mondazzoli, le economie di scala faranno piangere molti lavoratori anche del settore libri.

 

 

 

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