UN BOSS ALLO SPECCHIO – TOTÒ RIINA SI RACCONTA AL COMPAGNO DI PRIGIONE: “SONO ANCORA RICCHISSIMO” (AMMINISTRATORE MESSINA DENARO) – E DI WOJTYLA DICE: “ERA CATTIVO, ERA UN CARABINIERE, VOLEVA FARCI PENTIRE TUTTI. MA NOI SIAMO GENTE EDUCATA”

Il boss dei boss si loda: “La svegliatezza mia è un fenomeno. Sono troppo sveglio, è una materia che tutti non la possono avere”. Poi parla dei magistrati e di Berlusconi: “Aveva il 66%, doveva mandare alla fucilazione i magistrati. Però in qualche modo mi cercava, si mise a cercarmi…”

Condividi questo articolo


Salvo Palazzolo per “la Repubblica

 

toto riina toto riina

Solo per un momento, mentre pedala sulla cyclette, dice di pensare alla vecchiaia e alla morte. Ma è solo un momento. Poi, torna baldanzoso, commentando l’ultimo programma visto in Tv: «Quel papa polacco era proprio cattivo, era un carabiniere, voleva farci pentire tutti. Ma noi siamo gente educata». All’epoca, nel settembre dell’anno scorso, Papa Francesco non aveva ancora rilanciato l’anatema contro le cosche pronunciato da Giovanni Paolo II ad Agrigento.

 

Karol Wojtyla in bandana Karol Wojtyla in bandana

E dunque Riina diceva: «Invece questo papa è buono, è troppo bravo ». E il suo compagno di ora d’aria, il pugliese Alberto Lorusso, annuiva. In attesa di un altro racconto sui misteri della mafia siciliana. L’ultimo che è finito nelle intercettazioni disposte dai pm di Palermo non riguarda però il passato, è storia attualissima: «Se recupero pure un terzo di quello che ho, sono sempre ricco», sussurra il padrino di Corleone, che non sembra affatto fiaccato da vent’anni al carcere duro. Anzi, sembra avere ancora contatti con l’esterno, tramite i familiari.

matteo messina denaro matteo messina denaro

 

«Io ho delle proprietà — dice a Lorusso il 4 settembre 2013 — queste proprietà metà sono divise ogni mese, ogni mese ci vanno... perché? Perché sanno che è mio nipote... queste proprietà sono mie e di mio nipote, metà mia e metà di mio nipote ». Dove sono le proprietà che lo Stato non è ancora riuscito a sequestrare al capo dei capi? Riina si vanta di poter contare su un manager d’eccezione per gestire i suoi beni: «Una persona responsabile ce l’ho e sarebbe Messina Denaro». Ovvero, il superlatitante condannato all’ergastolo per le stragi del 1993, imprendibile da vent’anni. Riina loda le capacità del suo fidato, ma si lamenta perché da tempo non ha sue notizie: «Però che cosa fa per ora questo Messina Denaro che non so più niente?».

 

Così, negli ultimi mesi, le intercettazioni di Riina disposte dal pool “trattativa” si sono intrecciate con le indagini sulla primula rossa di Castelvetrano, coordinate dal procuratore

Teresa Principato Teresa Principato

aggiunto Teresa Principato. Riina parla di un patrimonio ingente ancora a disposizione dei suoi familiari: «Io investivo da far tremare i muri. La città tremava... picciotti io prendevo, prendevo ed investivo magazzini a questo, magazzini a quello ». E ora è nuovamente caccia al tesoro di Riina, fra Palermo e Corleone. Caccia agli insospettabili prestanome che non sono stati mai smascherati. Per Totò Riina è l’ennesimo vanto: «La svegliatezza mia è un fenomeno. Sono troppo sveglio, è una materia che tutti non la possono avere».

 

Silvio Berlusconi Silvio Berlusconi

Naturalmente, Riina resta comunque preoccupato per l’evolversi delle indagini. È per questo motivo che invoca una riforma della giustizia, a modo suo. «Contro la dittatura assoluta di questa magistratura», spiega a Lorusso.

 

Dice che le sue speranze erano tutte riposte in Berlusconi. «Aveva il 66 per cento, doveva mandare alla fucilazione i magistrati». Il padrino di Corleone non riesce a darsi pace: «Però in qualche modo mi cercava, si mise a cercarmi. Poi mi ha mandato a questo, per incontrarmi. E mi cercava». Il riferimento, ancora una volta, è all’ex senatore Marcello Dell’Utri.

 

marco e marcello dellutri marco e marcello dellutri

Nei dialoghi intercettati, dall’agosto al novembre 2013, Riina si attribuisce omicidi, le stragi Falcone e Borsellino, trame e complicità. Solo per un delitto si tira indietro, chiamando piuttosto in causa il suo complice di sempre, Bernardo Provenzano: il delitto del giornalista Beppe Alfano, il corrispondente del quotidiano “La Sicilia” ucciso a Barcellona Pozzo di Gozzo l’8 gennaio 1993.

 

«Arrivò u scimunitu — dice Riina riferendosi a Provenzano — questo è veramente scimunito. E l’hanno fatto ammazzare… non mi piace questa canzone». Riina parla di «latitanti nella zona di Messina», Alfano aveva scoperto che nella sua città si nascondeva Leoluca Bagarella. Le parole di Riina restano misteriose.

 

Bagarella Bagarella

Ora, il padrino pensa alla successione. «Mio padre era una persona perbene, non era un delinquente. Io già a vent’anni parlavo con persone… li pesavo tutti. Questa personalità mi venne da solo… potrebbe succedere che un altro… io spero in questi giovani. Ma al presente non ce n’è… i giovani hanno bisogno di pezzi grossi».

 

Le parole di Riina sono materia preziosa per entrare nella mente dei mafiosi, vecchi e nuovi. «Intanto, io ho fatto il mio dovere. Ma continuate, continuate. Non dico magari tutti, ma divertitevi». Ed elogia tutti i criminali: «Oggi la capitale del crimine è Milano». A Riina piacciono anche gli scafisti del Canale di Sicilia: «Si guadagnano il pane». ( s. p.)

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...