finta decapitazione

A CARNEVALE NON OGNI SCHERZO VALE – NEL PERIODO DI CARNEVALE 5 RAGAZZINI DI UNA SCUOLA MEDIA VENETA HANNO INSCENATO E FILMATO UNA FINTA DECAPITAZIONE DELL’ISIS – SI SONO BECCATI TRE GIORNI DI SOSPENSIONE E L’AFFIDAMENTO AGLI PSICOLOGI

di Elisabetta Reguitti per “Il Fatto Quotidiano

 

FINTA DECAPITAZIONE 2FINTA DECAPITAZIONE 2

   Un ragazzo a volto scoperto, torso nudo con addosso un reggiseno che inginocchiato sembra invocare pietà. Dietro di lui due giovani travisati con sciarpa, cappuccio e coltello in mano che inscenano la sua decapitazione. Altri coetanei osservano, scattando con il telefonino il selfie d’ordinanza che, come da copione, viene diffuso via Whatsapp e Instagram diventando virale e finendo poi per arrivare anche alla preside. Piove di Sacco, provincia di Padova, interno giorno negli spogliatoi della palestra della scuola media del paese dove cinque studenti hanno ricostruito la scena di un’uccisione in stile Isis.

 

IL FATTO sembra sia avvenuto durante il periodo di carnevale ma solamente ieri la stampa locale ha diffuso la notizia aprendo così il consueto carosello di commenti, teorie, riflessioni e interrogativi. Domande che peraltro i giovani interpreti della scena sembra non si siano posti.

 

Al contrario, forse non hanno neppure compreso il motivo della punizione disciplinare: tre giorni di sospensione dalle lezioni che nel peggiore dei casi potrebbero avere ricadute sui loro peraltro buoni rendimenti di studio. Gli alunni hanno minimizzato, per loro è stato solo uno scherzo. Più preoccupate si sono dette le famiglie che, insieme alla dirigenza scolastica, hanno comunque deciso di far intraprendere ai ragazzi un percorso con gli psicologi.

FINTA DECAPITAZIONEFINTA DECAPITAZIONE

 

La stessa preside ha riferito lo stupore degli adolescenti per la reazione dei genitori che ora vorrebbero sviscerare e analizzare le ragioni dell’episodio.

 

DA CAPIRE, forse, non è tanto e solo la pantomima quanto la scelta di indossare un indumento femminile come il reggiseno per la loro messa in scena. Per Franca Milani, dirigente dell’istituto secondario, si tratta di un “episodio inquietante” anche se per gli studenti (“di buona famiglia” recitano immancabilmente le cronache) rimane solo un gioco, una banale ragazzata di poca importanza: “Non si sono resi conto della gravità di quanto avevano fatto, con in più l’aggravante di filmarsi sottovalutando tutte le conseguenze”.

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