COSTA DISCORDIA! PERCHÉ DE FALCO È STATO IMPROVVISAMENTE CACCIATO? SONO IN ARRIVO NOVITÀ GIUDIZIARIE? DOPO SCHETTINO, LE CAPITANERIE DI PORTO SI PREPARANO A SACRIFICARE UN ALTRO CAPRONE ESPIATORIO?

1 - CONCORDIA: GELLI, MIT CHIARISCA SU RIMOZIONE COMANDANTE DE FALCO

(AGI) - "Il ministero dei Trasporti chiarisca la vicenda della rimozione del comandante Gregorio De Falco dal settore operativo della Capitaneria di Livorno e il suo trasferimento ad un ufficio amministrativo. Nel pieno del processo sul naufragio della Costa Concordia, e opportuno chiarire se ci siano motivazioni particolari dietro questa scelta". E' quanto dichiara il deputato del Partito democratico Federico Gelli, annunciando la presentazione di un'interrogazione al ministro Maurizio Lupi.

CAPITANO DE FALCO
CAPITANO DE FALCO

 

"De Falco ha gestito in prima persona - spiega Gelli - nella notte tra il 13 e il 14 gennaio le fasi cruciali dei soccorsi dopo il naufragio della nave all'Isola del Giglio ed ha ricevuto per questo anche l'encomio solenne della Marina Militare. Sui mezzi di informazione di tutto il mondo e diventato il simbolo dell'Italia che prova a dare un'immagine diversa rispetto ad un disastro del genere. Questa rimozione, per la quale il comandante si sarebbe detto amareggiato, merita gli opportuni chiarimenti pubblici, anche per fugare eventuali sospetti che la possano collegare allo svolgimento del processo di Grosseto".

 

2 - CONCORDIA. GASPARRI: DE FALCO MERITA ASCOLTO NON TRASFERIMENTO

GREGORIO DE FALCO GUIDA LA CAPITANERIA DI PORTO Di LIVORNO GREGORIO DE FALCO GUIDA LA CAPITANERIA DI PORTO Di LIVORNO

 (DIRE) - "Premesso che i militari devono obbedire agli ordini dei superiori e che i trasferimenti fanno parte della normale vita di chi svolge questo tipo di attivita', sorprende la decisione di trasferire a incarichi amministrativi il capitano Gregorio de Falco". Lo dice il senatore Fi MAurizio Gasparri. In proposito, aggiunge, "ho presentato un'interrogazione parlamentare per avere spiegazioni dal ministro competente.

 

Con la sua determinazione de Falco fu protagonista la notte della tragedia della Costa Concordia gestendo a distanza una vicenda nota a tutti. Il capitano e' assurto in alcuni momenti a simbolo di un corretto comportamento contrapposto a quello del comandante Schettino, tuttora oggetto di un giudizio penale.

 

SCHETTINO-DE FALCOSCHETTINO-DE FALCO

Mi auguro che i vertici della Difesa valutino questa vicenda perche', pur nel rispetto delle regole, degli avvicendamenti e dei trasferimenti, credo che chi si e' comportato con grande fermezza come de Falco meriti ascolto. Non fa piacere, come gia' tanti hanno osservato, vedere Schettino eretto a semi docente e de Falco invece retrocesso in seconda fila".

 

3 - CONCORDIA: DE FALCO, BENE CHE POLITICI CHIEDANO CHIAREZZA

   (ANSA) - "Le interrogazioni parlamentari che mi sostengono sono per me inaspettate ma vanno nella giusta direzione di fare chiarezza su questa vicenda". Lo ha detto all'ANSA il comandante Gregorio De Falco, commentando le polemiche suscitate dal suo trasferimento da ruoli operativi ad altri amministrativi e che ha innescato anche la reazione di alcuni politici.

 

"Quello che mi e' capitato mi amareggia ed e' l'ultimo tassello di un percorso che parte da lontano - aggiunge De Falco - e che riguarda tutta la sezione operativa che dopo la notte della Concordia e' stata tenuta costantemente ai margini di qualunque ricorrenza o celebrazione". De Falco non lo dice esplicitamente perche' "nella mia posizione non servono le deduzioni o dubbi, ma fatti e certezze", ma il riferimento potrebbe essere alle sue 'assenze' in celebrazioni pubbliche come la consegna della medaglia d'oro al Giglio o alle manovre di rimozione del relitto.

DE FALCODE FALCO

 

"In questo momento difficile - conclude - sto valutando tutto. Compreso abbandonare le stellette anche se per me sarebbe un fallimento di vita. Nonostante tutto sono pronto a valutare anche la possibilita' di lasciare tutto e andarmene. Del resto, a 50 anni non capisco perche' si toglie un ufficiale con la mia esperienza dai ruoli operativi per destinarlo a un altro incarico. Era cosi' necessario per una figura come la mia un ulteriore iter formativo?".

 

4 - DA DAGOSPIA DEL 22 GENNAIO 2012

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-se-schettino-impallina-ac-costa-crociere-procura-ora-indaga-anche-34648.htm

 

DAGOREPORT: SCHETTINO SPUTTANATO IN MONDOVISIONE, MA ORA NEL MIRINO FINISCE ANCHE LA CAPITANERIA DI LIVORNO, GUIDATA DAL "DURO" DE FALCO"

schettino lectio magistralis alla sapienzaschettino lectio magistralis alla sapienza

"Non sono un eroe", ha detto il comandante Gregorio De Falco dopo aver ricevuto l'encomio solenne dal governo per le famose telefonate con Schettino. Forse aveva ragione. Gli inquirenti che indagano sul disastro del Giglio hanno ora messo nel mirino anche la Capitaneria di porto di Livorno, quella guidata proprio da De Falco (vedi il pezzo sotto di Paolo Colonnello per "La Stampa").

 

Le domande che si fanno gli investigatori sono le stesse avanzate da (pochi) osservatori subito dopo l'incidente, mentre tv, giornali e web andavano in overdose con le intimazioni telefoniche del "duro" De Falco al "codardo" Schettino. Come mai per attivarsi la Capitaneria di Livorno ha avuto bisogno della telefonata di un brigadiere di Prato, avvertito da una passeggera?

 

schettinoschettino

Come mai i sistemi di monitoraggio della Guardia Costiera non avevano notato la strana velocità e le singolari manovre della Costa Concordia a ridosso di Giglio Porto? Chissà se gli inquirenti porranno attenzione anche sugli orari delle telefonate tra De Falco e Schettino: la prima è delle 00.32, la seconda delle 00.42, la terza è dell'1.46. Conversazioni, quindi, che arrivano dopo due e tre ore dall'incidente, avvenuto intorno alle 21.40.

 

E De Falco, mentre parla con il comandante della Costa Concordia, dopo avergli chiesto di dire con chiarezza il suo nome, dice: "Io sto registrando questa comunicazione, comandante Schettino". Siamo sicuri che l'obiettivo delle telefonate fosse veramente solo quello di avere di nuovo il comandante a bordo per coordinare i soccorsi, con le procedure di evacuazione in corso già da uno o due ore?

 

Di certo la diffusione degli audio un effetto l'ha avuto: mettere all'indice come unico grande responsabile del disastro Schettino, sputtanato in mondovisione. Ma ora la ricerca delle responsabilità si sta lentamente allargando.

 

 

5 - LA PROCURA INDAGA SULLA CAPITANERIA DI LIVORNO: PERCHE' SI E' MOSSA SOLO DOPO LA SEGNALAZIONE DI UN CARABINIERE DI PRATO? PERCHE' I SISTEMI RADAR NON HANNO SUBITO INDIVIDUATO I PROBLEMI AL GIGLIO?

Paolo Colonnello per "La Stampa" del 22 gennaio 2012

 

la concordia a genova 24la concordia a genova 24

Una nave fantasma. È questo che trova l'equipaggio della motovedetta «Atruzzi» della Finanza quando arriva per prima, alle 22,30 circa, sotto bordo della Concordia. Che qualcosa non stia andando per il verso giusto lo capiscono al volo: la nave è in balia delle onde con i motori spenti, vedono una persona terrorizzata che si sta calando da una biscaglina calata sul fianco destro della nave, altri passeggeri agitati affacciati alle balaustre.

 

Ma sui ponti regna il silenzio, dagli altoparlanti non si sentono annunci, nessun segnale di allarme. Con il megafono chiamano più volte il comandante e gli ufficiali di bordo ma, incredibilmente, non ricevono alcuna risposta. Cosa sta succedendo sulla Concordia?

Perché Schettino e i suoi uomini si rifiutano di rispondere?

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Il dettaglio emerge dalla relazione delle Fiamme Gialle allegata agli atti dell'inchiesta ed è fondamentale per stabilire cosa accadde in quell'ora e 40 di misteriosi ritardi in cui, colpevolmente, non venne dato l'ordine di abbandono della nave. Pochi minuti prima dell'arrivo della motovedetta della Gdf, un ufficiale della Concordia era stato contattato dalla Capitaneria di Livorno che chiede insistentemente di sapere qual è la situazione a bordo.

 

Ma l'omertà è assoluta: «Ripeto, abbiamo un blackout e stiamo verificando». La frase viene ripetuta dall'ufficiale ben 4 volte, una parola d'ordine alla quale si attengono evidentemente tutti gli uomini della plancia. Eppure, ha raccontato Schettino a verbale, quella sera alle 22,05, chiamò a Genova il responsabile della sala operativa della Costa, Roberto Ferrarini, per informarlo «correttamente» di quanto stava succedendo: «Ho fatto un guaio. Ti sto dicendo la verità».

NAVE CONCORDIANAVE CONCORDIA

 

Perché dunque se aveva detto la «verità» alla Costa non fece altrettanto con la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza? Il sospetto degli investigatori è che Schettino ricevette disposizioni precise che gli impedirono di comunicare all'esterno la tragedia in atto. Una decisione della Società? O un'iniziativa individuale di Ferrarini? Solo il manager della Compagnia potrà chiarirlo quando verrà ascoltato dai pm.

 

I quali, in attesa di una decisione del tribunale del riesame sulla sorte di Schettino, hanno stabilito intanto di allargare le indagini sulle responsabilità nei ritardi di quella sera, a partire dalla gestione del sistema AIS, l'apparecchiatura di controllo satellitare delle rotte nel Mediterraneo.

NAVE CONCORDIANAVE CONCORDIA

 

Quando due giorni fa, a 7 miglia al largo dell'isola del Giglio, una nave mercantile è rimasta ferma per oltre 10 minuti, la Capitaneria di porto di Livorno si è allarmata subito mobilitando una motovedetta e scoprendo che era in avaria. «Merito del sistema AIS», spiegano in Capitaneria. E, probabilmente, merito anche dell'attenzione che, dopo la tragedia della Concordia, è scattata sulle coste italiane.

 

Ma prima? Come andarono effettivamente le cose la sera del 13 gennaio anche nelle Capitanerie, adesso è materia d'inchiesta. I magistrati hanno infatti deciso di acquisire agli atti l'articolo pubblicato venerdì da «La Stampa» che riferiva delle mancanze dei sistemi elettronici di ricognizione e di aprire un fascicolo dedicato alla questione. Non a caso, venerdì pomeriggio, esponenti del Comando Generale della Guardia Costiera si sono recati in Procura.

NAVE CONCORDIANAVE CONCORDIA

 

I magistrati vogliono infatti capire come mai, 20 minuti dopo l'impatto della Concordia con gli scogli della «Scola», sul brogliaccio, alle ore 22 venne scritto che il controllo AIS segnalava «traffico marittimo regolare» e che solo 12 minuti dopo la nave venne individuata sugli schermi, arenata sulle secche di punta Lazzeretto, dove avvenne lo sbarco.

 

Inoltre perché, nonostante un sistema di rilevazione costato allo Stato due milioni di euro, ad avvertire la Capitaneria fu un carabiniere di terra, il brigadiere Formuso di Prato, contattato telefonicamente da una passeggera della nave. Infine come mai, a fronte di una spesa di 320 milioni di euro per un sistema integrato di rilevazione radar installato nelle Capitanerie dal 2009, il VTS (progetto Finmeccanica-Selex), che prevede allarmi precisi per gli sbandamenti di rotta come quelli seguiti dalla Concordia, ancora non sono nemmeno iniziati i collaudi.

 

NAVE CONCORDIANAVE CONCORDIA

Fonti della Capitaneria confermano: «Se almeno il VTS fosse stato in funzione, forse una tragedia come quella del Concordia non sarebbe accaduta. Il sistema AIS ci dà solo una rappresentazione grafica delle rotte ma non segnala falle o anomalie. Quando l'operatore controllò sullo schermo vide soltanto una nave quasi ferma davanti al Giglio: una circostanza normale per le navi da crociera. Chi pensa che in una Capitaneria si stia come su una torre di controllo del traffico aereo si sbaglia di grosso».

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