L’ARBITRO? LO PORTA L’ENI – NEL MAXI-CONTENZIOSO CON EDISON DA 800 MILIONI L’ENI HA INDICATO COME ARBITRO UGO DRAETTA, CHE HA POI ASSUNTO COME “INDIPENDENTE” NEL PROPRIO ORGANISMO INTERNO DI VIGILANZA ANTI-CORRUZIONE – C’È UN LIEVE CONFLITTO D’INTERESSI? -

Tra i "Sussurri e Grida" del Corriere della Sera! Le regole del Cane a sei zampe prevedono come cause di illegittimità o decadenza dall’Organismo di vigilanza i conflitti di interesse anche potenziali ed escludono chi ha con Eni rapporti di natura patrimoniale o professionale. Ma Draetta dice che la camera arbitrale di Parigi non ha nulla da eccepire…

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Fabio Tamburini per “Il Corriere della Sera

 

Vale almeno 800 milioni il rimborso chiesto dalla Edison all’Eni sulla revisione dei prezzi del contratto per le forniture di gas dalla Libia. Una richiesta rispedita al mittente attivando un arbitrato internazionale, che si sta avvicinando alla conclusione. La procedura è stata avviata nell’autunno 2012, contestualmente all’annuncio con cui è stata notificata alle parti la vittoria di Edison nel primo arbitrato, quello nel 2010. Tre anni fa la decisione è stata presa con un impatto positivo su Edison di oltre 250 milioni.

EDISON EDISON descalzi eni descalzi eni

 

 

Il nuovo collegio arbitrale è radicato a Monaco di Baviera. Sull’arbitrato è molto discussa la posizione dell’arbitro indicato dall’Eni, Ugo Draetta, che peraltro Edison ha scelto di non mettere in discussione. Nel maggio scorso Draetta è stato nominato, come indipendente, nell’Organismo di vigilanza previsto dalla legge numero 231, quella che prevede la responsabilità amministrativa delle aziende nel caso non abbiano attivato procedure adeguate di controllo interno per la prevenzione dei reati penali. In quel momento Draetta era già componente del collegio arbitrale.

 

 Le regole del gruppo stabiliscono che motivo di illegittimità o decadenza dall’Organismo di vigilanza sono «i conflitti d’interesse, anche potenziali, con l’Eni che ne compromettano l’indipendenza» e che non può farne parte chi ha con l’Eni «rapporti di natura patrimoniale o professionale che ne compromettano l’indipendenza». La difesa di Draetta sottolinea che la Camera arbitrale di Parigi, che fa da garante, non ha avuto e non ha nulla da eccepire. 

 

 

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