LA BATTAGLIA DEGLI SMARTPHONE – LA SENTENZA DEL TRIBUNALE CINESE CHE BANDISCE ALCUNI IPHONE DALLA CINA È UNA TEGOLA PER APPLE, CHE PER LA PRIMA VOLTA NON FA LA BALDANZOSA E FA TRAPELARE PESSIMISMO: “È UNA SCONFITTA PER TUTTO IL MERCATO DEGLI SMARTPHONE” – IN REALTÀ IN BALLO C’È MOLTO DI PIÙ: VEDI ALLA VOCE 5G

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1 – QUALCOMM VOLÒ SUL NIDO DI APPLE – UN TRIBUNALE CINESE IMPEDISCE L'IMPORT E LA VENDITA DEI VECCHI IPHONE PERCHÉ AVREBBERO VIOLATO DUE BREVETTI DEL PRODUTTORE (AMERICANO) DI MICROCHIP: ECCO QUALI MODELLI RIGUARDA IL BANDO – CUPERTINO: “È UN’ALTRA MOSSA DISPERATA”, MA RISCHIA ANCHE NEGLI STATI UNITI…

qualcomm qualcomm

 

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/qualcomm-volo-nido-apple-ndash-tribunale-cinese-impedisce-190086.htm

 

http://m.dagospia.com/qualcomm-volo-sul-nido-di-apple-tribunale-impedisce-le-vendite-di-iphone-in-cina-perche-190086

 

2 – APPLE E IL BANDO DEGLI IPHONE IN CINA: «SE CONFERMATO UNA SCONFITTA PER TUTTO IL MERCATO DEGLI SMARTPHONE»

 

Federico Cella per www.corriere.it

 

donald trump apple donald trump apple

Mentre da un lato si festeggia, anche in borsa, per il progetto di costruire una nuova sede da almeno un miliardo di dollari (e 5 mila posti di lavoro assicurati) ad Austin in Texas - con ormai quella delle nuove sedi dei giganti tech, vedi Amazon ma non solo, come una sorta di lotteria per le città americane -, Apple mostra più di una ruga di preoccupazione per la questione Qualcomm in Cina.

 

Si tratta di una battaglia legale che va avanti da anni e riguarda l’utilizzo di brevetti Qualcomm da parte di Apple sui propri iPhone, brevetti per cui l’azienda americana leader per le soluzioni tecnologiche in mobilità chiede un pagamento adeguato. Una vittoria è arrivata qualche giorno fa, in una corte cinese, con il conseguente bando per la vendita nel Paese asiatico di alcuni modelli di iPhone, dal 6 all’X (esclusi dunque i modelli nuovi XR e XS).

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Se fino a qualche giorno fa l’atteggiamento era baldanzoso come da tradizione aziendale, un documento di Cupertino scritto in mandarino e depositato il 10 dicembre scorso al tribunale di Fuzhou ma evidentemente indirizzato anche ai vertici del Paese asiatico lascia trapelare un pessimismo sulla questione brevetti del tutto nuova.

 

Di mezzo c’è la presenza (o meno) nel mercato più grande a livello mondiale - dove Apple genera circa un quinto delle sue entrate -, un qualcosa che può cambiare radicalmente i rapporti di forza nel comparto degli smartphone. E secondo Apple anche qualcosa di più.

 

tim cook cina tim cook cina

Il documento in mandarino ha anche una sua traduzione in inglese che è stata letta e riportata da Bloomberg: «Apple sarà costretta a patteggiare con il Richiedente, facendo scivolare nuovamente tutti i produttori di cellulari nel precedente e irragionevole obbligo di pagare elevate commissioni per le licenze, commissioni che si traducono in perdite non recuperabili per il mercato dei cellulari».

 

Una sconfitta condivisa

IPHONE XS IPHONE XS

Apple si occupa ovviamente del proprio tornaconto ma per sottolineare le proprie ragioni cerca di allargare il discorso. Cupertino per di fatto evitare di pagare miliardi per i brevetti denunciati da Qualcomm come propri - nel caso in questione sono due e li trovate raccontati qui - , sottolinea come la decisione presa da un tribunale locale cinese può arrivare a cascata a colpire anche i produttori locali di smartphone, tutti dipendenti da tecnologie Qualcomm.

 

Cioè il colosso Huawei, con Samsung il principale competitor nel mercato mondiale di Apple che già da tempo è in guerra a sua volta con l’azienda americana di semiconduttori perché secondo il colosso asiatico abusa della propria posizione dominate alzando a dismisura i costi di commissione. E con lei gli altri giganti cinesi del comparto mobile, da Xiaomi a Oppo. Una sconfitta che sarebbe dunque condivisa, anche con il governo cinese che vedrebbe crollare drasticamente le proprie entrate in termini di tasse raccolte.

 

L’aggiornamento software

donald trump iphone 1 donald trump iphone 1

Non tramonta la sensazione che questo conflitto rientri in una guerra globale dei telefoni, che include dall’altra parte dell’oceano anche la richiesta di boicottaggio da parte del governo americano dei prodotti di Huawei, e che di fatto rientra in un contesto più ampio legato al commercio e ai dazi tra Stati Uniti e Cina.

 

In ogni caso, Apple è preoccupata, e con lei, sempre secondo Bloomberg, anche l’International Trade Commission americana che vede a rischio il dominio nazionale anche sulla nuova generazione di mobilità, ossia il 5G venturo. Questo si traduce da parte della multinazionale californiana nel giocarsi tutte le carte possibili per evitare la conferma della messa al bando degli iPhone in Cina.

 

Così Cupertino dalla prossima settimana invierà agli utenti cinesi un aggiornamento dei propri sistemi operativi che dovrebbe aggirare il tema dei brevetti. Una decisione che è stata presa «per rispondere a qualsiasi tipo di preoccupazione riguardo l’ottemperanza dell’ordine», scrive Apple in una nota, precisando che «in base ai modelli che offriamo oggi in Cina riteniamo di essere in conformità» alle norme.

i cinesi fracassano gli iphone i cinesi fracassano gli iphone

 

Il ritardo di Apple sul 5G

Intanto Qualcomm, ieri, giovedì, ha confermato di aver contattato il tribunale di Fuzhou con la richiesta di applicare fattivamente la sentenza emessa nei giorni scorsi. Perché Apple non ha finora provveduto a ritirare i modelli dall’iPhone 6s all’iPhone X come stabilito in attesa della sentenza di ultimo grado.

 

La battaglia va dunque avanti e come detto rientra in una guerra ben più ampia. Che vedrebbe Apple cambiare strategia anche sulle dotazioni da inserire nei prossimi iPhone con connettività 5G attesi per il 2020. L’indiscrezione di qualche giorno fa è partita da The Information: Cupertino starebbe valutando se progettare in casa i modem adatti per la nuova connettività. Il partner di fiducia in questi casi, neanche a dirlo sarebbe proprio Qualcomm.

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Ma la fiducia viene appunto a mancare. Al punto che gli iPhone di quest’anno montano modem prodotti da Intel, ma Cupertino non sarebbe soddisfatta della soluzione in ottica 5G: i primi test avrebbero dimostrato performance inferiori rispetto agli omologhi di Qualcomm, con le componenti di Intel che avrebbero difetti nella dispersione, con il risultato di surriscaldare il dispositivo e impattare sulla durata della batteria.

 

Ecco il motivo reale per cui Apple avrebbe previsto di introdurre il primo iPhone 5G solo nel 2020, cioè con un anno abbondante di ritardo rispetto a Samsung e Huawei e probabilmente altri produttori che hanno già confermato l’esordio nel 2019. Il progetto del modem di Apple sarebbe comunque ai primissimi passi. Come appunto racconta The Information, Cupertino starebbe ancora cercando diversi specialisti nella progettazione di modem sia nella sede principale sia in quelle di Berlino, San Diego e Pechino. Lo spettacolo dunque va avanti.

 

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