1. C’È UN AVVOCATO DEL PD, GIOVANNI LEGNINI, CHE SUL CORRIERONE CORRE AD ASCIUGARE LE LACRIME AMARE VERSATE DAI POTERI MARCI IN FUGA DALLA CARTA STAMPATA 2. IL SOTTOSEGRETARIO COL DELEGA ALL’EDITORIA DEL GOVERNO LETTA GIURA (RETICENTE) CHE I GIORNALONI NON HANNO NÉ PREBENDE NÈ AIUTI FISCALI DALLO STATO 3. MA DIMENTICA L’IVA COL TRUCCO AL 4% RISPETTO AL 21% PAGATO DAGLI ALTRI IMPRENDITORI E SI È SCORDATO PURE TRA I SOSTEGNI INDIRETTI ALL’EDITORIA ANCORA IN VIGORE (338 MILIONI, ULTIMO DATO AGCOM), IL PROVVEDIMENTO CHE DESTINA ALLA STAMPA QUOTIDIANA IL 60% DERIVANTI DALLA COSIDDETTA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE

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DAGOREPORT
Benvenuto, tra i primi, nella "Stanza di Pinocchio" all'ex sindaco di Roccapontepiano, l'avvocato abruzzese del Pd, Giovanni Legnini, che sul Corrierone di domenica scorsa si esibito in un'arringa calorosa a favore dei "poveri" editori.

giovanni legnini jpeggiovanni legnini jpeg

Assistito nell'impresa filantropica dal suo intervistatore, Paolo Conti, il nuovo sottosegretario con delega all'Editoria ha sentito l'urgenza - sollecitato da chi giacché la questione è antica e controversa? -, di attestare, a beneficio esclusivo dei suoi controllati, che gli editori non beccano un soldo pubblico.

"I grandi giornali finanziati? Falso", insorge piccato l'avvocato di carta di Roccaponteiano. Neanche gli avessero pestato un callo.
Poi, però, deve ammettere - sia pure un po' addolorato -, che i Poteri marci che stampano i quotidiani hanno le agevolazioni fiscali. Oltre il 60% degli "aiutini", tra l'altro, vanno ai soliti noti.
Quali?

giovanni legnini jpeggiovanni legnini jpeg

No, questo è un dettaglio sul quale il sottosegretario di Enrico Letta preferisce sorvolare.
Eppure si tratta proprio dell'Iva (Imposta sul valore aggiunto) la cui pressione fiscale sta mandando in rovina, migliaia di piccole e medie aziende.

A differenza però delle cosiddette "partite Iva" tanto care nelle stanze in via Solferino dei Gabibbo alle vongole, i nostri "bisognosi" impresari dei media (i soliti indigenti Bazoli, Elkann, Mediobanca, Della Valle, Merloni, Pesenti, Monti-Riffeser, Berlusconi etc) non pagano il 21% di Iva per la loro attività. Ma, in nome del solito pluralismo (parolaio), appena il 4%.

Uno "sconticino" (col trucco, come vedremo) non da poco se si calcola che il "regime monofase" applicato all'editoria, è esteso pure sulla merce (libri, collaterali, cataloghi, Dvd, bamboline, borsette e chincaglieria varia) mandati in edicola.
E su quale prodotto finale si calcola l'Iva per gli editori?
La base imponibile è il sistema delle copie vendute oppure attraverso, appunto, il furbesco sistema della "forfetizzazione delle rese".

Il che, in pratica significa, applicare l'Iva "estimatoria" non potendo gli editori conoscere, almeno nel breve periodo, quanti giornali veramente vendono quotidianamente.

Della serie, facciamo ancora una volta "a fidarci" dopo che per anni i contributi-carta sono stati erogati dallo Stato su dadi diffusionali ampiamente taroccati.

GIOVANNI BAZOLI FOTO ANSAGIOVANNI BAZOLI FOTO ANSA giovanni legnini jpeggiovanni legnini jpeg

Allora, Dagospia è curiosa di conoscere dall'avvocato di Roccapontepiano, Giovanni Legnini, quanti soldi incassa alla fine dell'anno l'erario dai Poteri marci folgorati sulla strada dell'editoria. E quali benefici monetari hanno gli editori dallo "sconticino" Iva.

DELLA VALLE ELKANNDELLA VALLE ELKANN

Il sottosegretario di Enrico Letta si è scordato pure tra i sostegni indiretti all'editoria ancora in vigore (338 milioni, ultimo dato Agcom), il provvedimento che destina alla stampa quotidiana il 60% derivanti dalla cosiddetta comunicazione istituzionale.

L'ex sindaco Legnini, saprà benissimo che se la scuola del suo paesello deve rifare i bagni per una spesa di qualche migliaia di euro, il bando dovrà essere pubblicizzato sui media.

 

 

 

 

 

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