50 ANNI DI RICCHI E POVERI: "A MOSCA LA MODA SIAMO NOI. I RUSSI E I FRANCESI HANNO UN RISPETTO MAGGIORE DELLE STAR NAZIONALI. MENTRE IN ITALIA…" - "I GIOVANI CI CONSIDERANO COME GLI ZII CARI DELLA FAMIGLIA E IN DISCOTECA SI SCATENANO CON LE NOSTRE CANZONI" – E POI I TALENT, SANREMO E SU FRANCO GATTI: "NEANCHE VIENE AI NOSTRI CONCERTI"… - VIDEO

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Giovanni Luca Montanino per Libero Quotidiano

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Angela Brambatie Angelo Sotgiu celebrano mezzo secolo di Ricchi e Poveri con un tour estivo ricco di date. Il successo è clamoroso, in Italia e all’estero, specialmente tra le nuove generazioni che ne ballano le hit più divertenti. Come il nuovo singolo intitolato Marikita.

 

Come nasce questa canzone frizzante?

Angelo: «Il singolo Marikita rappresenta la nostra ripartenza: è l’inedito (contenuto nell’album Poveri ma ricchi, ndr) che ho scritto sette anni fa e che ho fatto sentire ad Angela perché l’idea mi piaceva molto: ci siamo divertiti ballandolo insieme e lei è stata talmente coinvolta da decidere di curare la regia del videoclip».

 

Angela: «Sul set ci siamo lasciati andare come due ragazzini, senza pensare al dopo! Per fortuna, ancora ci facciamo prendere dall’entusiasmo».

 

Come mai attualmente lavorate di più all’estero che in Italia?

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Angelo: «Non attualmente, ma già dai primi anni novanta. Prima basavamo le nostre attività in Italia; poi, dopo il successo di Sarà perché ti amo che nel 1981 si classificò prima in tutte le classifiche, abbiamo iniziato a ricevere chiamate dall’estero, spostandoci in Spagna e Svizzera. Voulez vous dancer è stato il singolo più venduto in Europa: da allora non ci siamo più posti limiti geografici».

 

Angela: «In Italia si lavora di più in estate, tra feste di paese e serate all’aperto, mentre in inverno ci sono più chiamate dall’estero».

 

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Quanti aerei prendete?

Angelo: «Non facciamo mai il conto, sarebbe impossibile. Effettivamente, stiamo troppo in giro: per fortuna, i figli ormai sono grandi e capiscono. È più forte di noi: ogni tanto ci imponiamo tre o quattro giorni di pausa, ma subito ci stufiamo e sentiamo il bisogno di ripartire».

 

Angela: «Mio figlio da piccolo ha un po' sofferto del fatto che fossi sempre in viaggio e inoltre non ho avuto la possibilità di stringere molte amicizie. Comunque, essere continuamente in giro ti entra nel sangue e non puoi farci niente".

 

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Vi sentite snobbati dal pubblico italiano?

Angelo: «Snobbati non è l’aggettivo giusto. Diciamo che i russi e i francesi hanno un rispetto maggiore delle star nazionali, proprio in virtù della loro carriera pluridecennale. In Francia, specialmente, i cantanti autoctoni sono protetti anche dalle radio, che li programmano spesso. Secondo me, il problema in Italia è che siamo modaioli: vanno molto le band inglesi o americane. In Russia, invece, la moda siamo noi».

 

Pensate di ritornare a Sanremo?

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Angelo: «Come si fa a non pensare a Sanremo? A volte, però, rinunciamo per pigrizia o perché non abbiamo canzoni pronte. Quando ci hanno chiamati per il premio alla carriera, abbiamo dovuto rifiutare perché Franco era appena stato colpito da un lutto: per il resto, ci aspettavamo forse che Carlo Conti ci invitasse tra le vecchie glorie».

 

Accettereste mai di partecipare a un reality?

Angelo: "Reality o talent show, purché appartengano al nostro mondo. Gli altri, tipo quelli dei naufraghi, sarebbero troppo faticosi. Per esempio, ci hanno appena ospitati a Sanremo Young: è stata una bella esperienza.

 

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Inoltre, nel 2004 abbiamo partecipato alla prima edizione di Music Farm: era sì un reality, ma basato sulla musica; socializzavamo molto e ci confrontavamo con artisti del calibro di Loredana Bertè».

 

I vostri successi spopolano ancora nelle serate in discoteca, soprattutto tra i più giovani: che ne pensate?

Angela: «Mia nipote va a ballare emi racconta che i nostri sono i brani su cui ci si scatena di più. Probabilmente, i giovani ci rivalutano, come fossimo gli zii cari della famiglia: hanno bisogno di leggerezza, perché oggi nel cuore custodiscono meno cose belle».

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Che progetti avete per il futuro?

Angela: «Molti progetti: prima di tutto finire il disco e lavorare in sala di incisione. Poi a me piacerebbe fare teatro: sogno di recitare, come ci è già successo ai tempi di Walter Chiari. Ho detto ad Angelo che sarei pronta a farlo anche da sola: gli piaccia o no (ride, ndr)».

 

Sentite ancora il vostro ex compagno di avventura Franco?

Angela: «Ci telefoniamo poco, nelle ricorrenze. Del resto, lui ha cambiato vita trovando una dimensione più tranquilla e stabile: si è rifugiato in una quotidianità di amici e affetti, neanche viene ai nostri concerti».

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