ACQUA AZZURRA, ACQUA CHIARA - COSA HANNO IN COMUNE TRAVAGLIO E VELTRONI? LUCIO BATTISTI! PER IL PRIMO “COME TUTTI I MAGHI, È DURANTE E SEMPRE”, L’ALTRO DICE: “LO AMAVANO ANCHE QUELLI CON L’ESKIMO”

Travaglio: “Della sua vita si sa pochissimo. Un uomo del mistero. Un alchimista. Di suoni e di atmosfere. E di emozioni: che poi erano l'unica cosa che davvero gl’interessava. Veltroni: “Di lui si diceva che era di destra. Battisti era un genio della musica e questo basta, come doveva bastare allora”...

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1.O POI SCOPRIR CHE ERA UN VERO MAGO

Marco Travaglio per "il Fatto Quotidiano"

 

MARCO TRAVAGLIO MARCO TRAVAGLIO

Mi sono sempre domandato perchè nessuno abbia mai approfondito il suo rapporto con la magia. Perchè Lucio Battisti non era solo un musicista e un cantante: era anche e soprattutto un mago. Sia quando appariva, fasciato dai suoi celebri foulard o dalle leggendarie dolcevita nere, sia quando smise di apparire, anzi sparì proprio dalla circolazione. E lo fece prestissimo, all’inizio degli anni 70, prima di compiere trent’anni (era nato il 5 marzo 1943, un giorno dopo l’altro grande Lucio della musica, Dalla).

walter veltroni walter veltroni

 

Ormai, disse, “alla televisione preferisco l’olio di ricino”. Pare che l’irruzione dei paparazzi nella stanza della clinica dove la moglie Grazia Letizia Veronese aveva appena partorito il suo unico figlio, Luca Filippo Carlo, subito cacciati a pedate, sia stato la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo da gnata l’elettricista di Poggio Bustone, il paese natale sui colli della Sabina. Pare che suo padre, che lo voleva perito elettrotecnico e lo costrinse a quel diploma, contrastasse la sua passione, fino a sfasciargli la sua prima chitarra in testa. Ma non c’è nulla di certo. A parte il fatto che, dopo gli esordi nel gruppo dei Mattatori, Lucio suonò con i tempo.

mogol e battisti mogol e battisti

 

I concerti li aveva già abbandonati, anzi non li aveva mai neppure davvero iniziati: di lui si ricorda un tour e mezzo, non di più, perchè “la gente deve ascoltare i miei dischi per la qualità musicale, non per l’eventuale fascino del personaggio che le canta”, e poi perchè “voglio anche vivere, non solo cantare”. Per il resto, qualche apparizione in tv, qualche intervista alla radio, un Sanremo, un paio di Cantagiro, Festivalbar e Un disco per l’estate, un’ultima comparsata alla televisione svizzera.

 

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LA MUSICA IMPARATA DALL’ELETTRICISTA DELLA SABINA

Della sua vita si sa pochissimo, prima, durante e dopo gli anni della visibilità. Pare che la musica gliel’avesse inse-Satiri , complesso che si esibiva nel night romano Cabala. Un mago, appunto. Un uomo del mistero.

 

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Deve saperne qualcosa Giulio Rapetti in arte Mogol, il grande paroliere che trovò l’alchimia giusta solo con lui, mentre i suoi testi scritti per altri cantanti dopo la rottura con Lucio non lasciarono tracce indelebili.

 

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Un alchimista, dunque. Di suoni e di atmosfere. E di emozioni: che poi erano l'unica cosa che davvero gl’interessava. “Ahò, so’ tre ore che parlate de me, ma nun m’avete ancora detto se le mie canzoni vi emozionano o no”, interruppe critici, esperti e giovani impegnati che, in un programma tv condotto da Renzo Arbore, Speciale per voi, sottilizzavano sulla sua voce non proprio cristallina (e perciò unica: quella di un bambino appena sveglio) e strologavano sulle sue presunte idee politiche (ogni volta che tiravano fuori la favola delle sue simpatie fasciste solo perchè nell’era dei cantautori engagé se ne fregava della politica, li lasciava dire divertito: “Facciamoli parlare, così alimentano il personaggio”).

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MUSICISTA RIVOLUZIONARIO,CANZONI SCRITTE NEL FUTURO

A 23 anni, quando uno normale non sa ancora come si chiama e che ci sta fare al mondo, lui esordiva col 45 giri Per una lira/Dolce di giorno. E a 24 conquistava la vetta dell0Hit parade con 29 settembre regalato agli Equipe 84. Il resto lo conosciamo da sempre e lo conosceremo per sempre, anche se l’abbiamo visto pochissimo (e meno male che esiste l’archivio della Rai, con quei rari filmati in biancoenero, solitari o in duetto con Mina).

 

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Magica la ricerca di sonorità sudamericane in Anima latina. Magica la continua, onnivora ansia di rinnovarsi e sperimentare, che lo eleva e astrae da tutte le mode musicali del momento, e anche dai generi tradizionali della sua epoca, tant’è che le sue canzoni sembrano tutte scritte domani, mai oggi o ieri o l’altroieri. E spesso anticipano i tempi e i gusti.

 

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Magica l’avarizia selettiva, che lo porta a litigare con le grandi case di produzione perchè non gli danno ciò che si aspetta in cambio dei suoi dischi, ma anche a rifiutare di esibirsi per la Fiat al teatro Regio di Torino rinunciando al cachet di 2 miliardi di lire messo sul piatto dall’Avvocato Agnelli. Magico il lunghissimo autoesilio a Dosso di Coroldo, comune di Molteno, nella villetta di un comprensorio isolatissimo della Brianza velenosa.

 

IL DIVORZIO DA MOGOL E L’ESOTERISMO DELLA BRIANZA

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Lì avviene tutto: i lavoretti di bricolage, i viaggi in Inghilterra e Stati Uniti, il divorzio da Mogol, l’ellepì E già scritto con la moglie (nome d’arte Velezia), le sfuriate ai fotografi che tentano di scovarlo le rare volte che esce dal covo per andare al supermercato, il mancato album a tre con Celentano e Mina perchè Adriano si scorda l’appuntamento, il sodalizio con uno stralunato esoterista della poesia, il romano Pasquale Panella, che firma con lui gli ultimi cinque album di musiche avveniristiche e testi iniziatici così come le copertine, disegnate personalmente da Lucio col pennarello tremolante del bambino alla prima elementare (ma c’è chi giura che Velezia tenga nel cassetto un ultimo Lp inedito).

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Il popolo battistiano torna a dividersi, stavolta non più sull’inesistente bandiera politica, ma fra mogoliani e panelliani. Come se, prima dell'impanellamento, Lucio Battisti fosse mai stato semplice e lineare (provate a tradurre in parole povere il suo capolavoro, Il nostro caro angelo, se ci riuscite). Come se Lucio Battisti fosse scomponibile fra un prima e un dopo. Assurdo e impossibile: Lucio Battisti, come tutti i maghi, è durante e sempre.

 

2.METTETE GIÙ LE MANI DAL SUO CANTO LIBERO

Walter Veltroni per "il Fatto Quotidiano"

 

C’erano delle cose che erano politicamente scorrette, che non si potevano fare, se si era di sinistra negli anni settanta e ottanta. Sbagliato leggere Nietzsche, Croce, Hesse, Pound, Celine e poi Pirandello, D'Annunzio e persino Cassola, Berto o Piovene. Il futurismo e l'aeropittura, l'architettura di Moretti venivano associate tout court alla barbarie fascista e nazista. Al cinema era bandito John Wayne e irriso John Travolta. Venivano visti con grande sospetto John Milius e Clint Eastwood.

 

battisti uno e trino battisti uno e trino

Un capolavoro come Il Cacciatore di Michael Cimino fu scambiato stupidamente per un film revisionista e fu marchiato con il bollino nero. Sembrano cretinate ma erano i vincoli rigidi di un tempo di bianco e nero, di senza se e senza ma, di sacrificio costante del dubbio sull'altare dell'ideologia.

 

Un modo di vedere la realtà che poi trovava la sua espressione violenta nella negazione reciproca, tra ragazzi di destra e di sinistra, della possibilità di frequentare certi quartieri, certi cinema, certi bar, certe piazze, persino certe scuole. Così ciascuno viveva e cresceva tra i suoi simili, coltivando in fondo l'idea che il mondo perfetto fosse quello in cui tutti la pensavano come te, esattamente come te.

 

battisti e mina battisti e mina

I ragazzi di destra, con le loro teste rasate (perché i “capelloni” erano di sinistra) odiavano Pavese e Vittorini, Fo e Petri, Costa Gavras e Sartre. Le spranghe o le pistole diventavano allora, come sempre, il punto terminale della intolleranza cieca per l'altro, come i libri bruciati dai nazisti o il gulag di Solzenitzin.

 

Ma la musica era un'altra cosa. Davvero un ragazzo di destra non ascoltava le canzoni di Dalla o di Venditti, pericolosi cantanti di sinistra? Davvero loro, i rasati , non si sono mai innamorati sentendo Cara o Quale allegria, Sara o Le cose della vita? Davvero , se ripensano oggi ai loro anni dell'adolescenza, se rimettono a posto le Madeleines del loro “caro tempo giovanil” non ci trovano Futura o Modena solo perché l'una è contro la guerra, che non è l'igiene del mondo, e l'altra, bellissima , è stata composta pensando a una festa de l'Unità? Non ci credo, per la musica non ci credo.

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Perché la musica è nell'aria, con il suo lieve potere di suggestione emotiva, e così travolge barriere e supera steccati, vola libera senza bisogno, per incontrarla, di entrare in un cinema o in una libreria “proibita”, degli “altri”.

 

Allo stesso modo mi sento di poter dire che tutti, compresi gli abitanti dell'eskimo, hanno amato Lucio Battisti. Di lui si diceva che era di destra, un vento nuovo, la stessa sensazione avvertita ascoltando Twist and Shout o Satisfaction. Abbiamo cantato , magari mentre scrivevamo volantini per la libertà del Cile, “Come può uno scoglio arginare il mare” e , in fondo stavamo parlando di noi.

 

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Abbiamo risentito mille volte le magnifiche parole di Mogol adagiate sulla potente struttura musicale di Battisti : “Che anno è che giorno è /questo è il tempo di vivere con te/ le mie mani come vedi non tremano più/ e ho nell'anima/ in addirittura fascista. Io credo fossero balle ma un po' non mi interessa , un po' ricordo che in quei tempi bastava non firmare un appello, spesso sbagliato, o decidere di non partecipare a festival o raduni politici per essere giudicato, incasellato, marchiato.

 

Battisti era un genio della musica e questo basta, come doveva bastare allora. Quando comparve a Sanremo, col foulard al collo, e il ritmo feroce di Un'avventura tutti sentimmo che stava arrivando fondo all'anima cieli immensi/ e immenso amore”.

quadri di lucio battisti quadri di lucio battisti

 

Ci siamo svegliati mille volte nei Giardini di Marzo e ogni volta che tornavamo a casa in motorino pensavamo come sarebbe stato bello guidare a fari spenti nella notte. Quella musica, quei testi sono impressi nella mente di intere generazioni che le potrebbero recitare a memoria, come un nuovo Canzoniere universale.

 

quadri di lucio battisti quadri di lucio battisti

La vita di milioni di italiani è stata scandita dagli album di quel ragazzo timido e schivo, geniale e riservato che a un certo punto decise, come Salinger, di ritrarsi dal mondo pubblico e di vivere la sua vita, con la sua musica, le sue letture e la sua famiglia. Forse non gli piaceva il mondo fuori, con la sua arrembante e onnivora velocità, forse la grande macchina dello show business gli appariva inutile, futile, oppressiva. Voleva vivere il suo tempo con libertà, con autodeterminazione. Era suo diritto, forse incomprensibile nel tempo dei social network, ma suo sacrosanto diritto.

quadri di lucio battisti quadri di lucio battisti

 

Per questo non capii e mi irritarono le proteste di chi si adontò perché la famiglia decise di spostare le spoglie di Lucio dal cimitero di Molteno a quello di Rimini dove ormai vivono la moglie e il figlio. La musica di Battisti è di tutti, come è giusto, ma il dolore, la vicinanza fisica sono, e non potrebbe essere diversamente, di chi ha vissuto anni con lui e con lui ha condiviso il suo desiderio di riserbo e di discrezione. Alle scelte compiute nella vita da Battisti assomiglia la decisione di sottrarlo al clamore e chiunque lo abbia davvero amato non può non saperlo. In queste sere d'estate i ragazzi, alla sera, si riuniscono sulle spiagge.

 

Lucio Battisti Prigioniero del Mondo Lucio Battisti Prigioniero del Mondo

Forse fanno un falò, certamente uno di loro ha una chitarra con sé. Se fosse possibile guardarli dall'alto, da Grado a Pantelleria, e arrivassero fin lassù le note delle canzoni che , rapiti, intonano in ciascun gruppo credo si potrebbe scoprire , con grande sorpresa, che il loro Esperanto musicale non è diverso dal nostro. Li sentiremmo cantare Emozioni o Anche per te, Dieci ragazze o Una donna per amico.

 

Lucio Battisti Grazia Letizia Veronese Lucio Battisti Grazia Letizia Veronese

Canzoni cantate da un italiano nato mentre l'Italia era in guerra, nato il 5 Marzo del 1943, il giorno dopo che a Bologna era venuto alla luce, con la barba e il baschetto, Lucio Dalla. Due Luci, la cui musica si è dimostrata, virtù rara, capace di attraversare il tempo e le generazioni. Noi, se ci trovavamo in gruppo, non cantavamo le musiche di Carla Boni o di Luciano Tajoli.

 

Mina e Lucio BAttisti Mina e Lucio BAttisti

Non so se il mondo ha, paradossalmente, rallentato la sua corsa. O se il presente, nella sua frammentarietà, impedisce di trovare quei codici comuni e universali che hanno fatto, di quelle precedenti, delle generazioni comunque unite da elementi coesivi. Coesivi come la musica e la televisione , che , in fondo, fanno sì che quei terribili nemici, quelli che si odiavano e si picchiavano, abbiano qualcosa che in fondo li unisce più di quanto loro stessi pensino.

 

Mina e Lucio Battisti Mina e Lucio Battisti Lucio Battisti e Giulio Rapetti - in arte Mogol Lucio Battisti e Giulio Rapetti - in arte Mogol

Perché “Io lavoro e penso a te”, “Un angelo caduto in volo/ questo tu ora sei in tutti i sogni miei/ come ti vorrei, come ti vorrei”, sono state la colonna sonora di mille amori. Di quelli cominciati posteggiando un Ciao per andare a un corteo come di quelli nati con le dita sulla tastiera, aspettando che lo schermo del cellulare si illumini. Gli stessi amori, infiniti amori.

Lucio Battisti Lucio Battisti

 

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