AHI! TECH - DECLINO BLACKBERRY: L’EX AD JIM BALSILLIE VENDE TUTTE LE QUOTE DELL’AZIENDA - PRIVACY, FACEBOOK VINCE IN GERMANIA LA CAUSA SUI NICKNAME: POTRÀ CONTINUARE A COSTRINGERE GLI UTENTI A UTILIZZARE NOME E COGNOME PER ISCRIVERSI - HEIL, AMAZON! LA SOCIETÀ DI E-COMMERCE AL CENTRO DI UNO SCANDALO IN GERMANIA PER AVER ASSUNTO DELLE GUARDIE IN STILE NAZISTA PER CONTROLLARE I LAVORATORI STRANIERI...

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A cura di Andrea Andrei per Dagospia

1 - DECLINO BLACKBERRY: L'EX AD JIM BALSILLIE VENDE TUTTE LE QUOTE
Da "The New York Times"
http://nyti.ms/VYUQ3c

JIM BALSILLIEJIM BALSILLIE

Anche il capitano abbandona la nave. Jim Balsillie, l'ex amministratore delegato e fondatore di Research in motion (che ora ha preso il nome di Blackberry), ha venduto tutte le sue quote dell'azienda. Fino a gennaio 2012, Balsillie ancora teneva le redini della compagnia insieme a Mike Lazaridis, e possedeva il 5,1 per cento delle azioni di Blackberry.

L'ex ad è stato spinto a lasciare l'azienda dopo che la concorrenza di Samsung e Apple ha creato enormi danni al business del produttore dei primi smartphone professionali. La vendita delle quote da parte di Balsillie ha provocato una perdita del titolo in Borsa del 7,5 per cento, che è poi stata recuperata quasi subito.

L'altro fondatore della società, Lazaridis, detiene ancora il 5,7 per cento delle quote.


2 - PRIVACY, FACEBOOK VINCE IN GERMANIA LA CAUSA SUI NICKNAME: POTRÀ CONTINUARE A COSTRINGERE GLI UTENTI A UTILIZZARE NOME E COGNOME PER ISCRIVERSI
Da "Techcrunch.com"
http://tcrn.ch/WMAON2

FACEBOOK GERMANIAFACEBOOK GERMANIA

Facebook ha vinto una causa in Germania sulla sua politica di trattamento dei dati personali. Com'è noto infatti, Facebook richiede, per iscriversi, nome e cognome dell'utente, mentre una legge sulla privacy in Germania protegge l'anonimato in rete. La Uld, un'autorità tedesca per la protezione dei dati personali, aveva condannato l'azienda a un pagamento di 20 mila euro per aver vietato l'uso dei nickname.
Il social network di Mark Zuckerberg ha avuto però ragione perché la sua sede legale non è in Germania, ma in Irlanda, e perciò non è perseguibile in base a una legge tedesca.

La Uld, molto contrariata dalla sentenza, ha annunciato battaglia, sottolineando di aver ricevuto molte lamentele da parte dei cittadini nei confronti di Facebook.


3 - HEIL, AMAZON! LA SOCIETÀ DI E-COMMERCE AL CENTRO DI UNO SCANDALO IN GERMANIA PER AVER ASSUNTO DELLE GUARDIE IN STILE NAZISTA PER CONTROLLARE I LAVORATORI STRANIERI
Da "Independent.co.uk"
http://ind.pn/VXd30W

SECURITY AMAZON GERMANIASECURITY AMAZON GERMANIA

Se in Germania Facebook l'ha spuntata, pare invece che in terra tedesca le cose non si mettano bene per un altro gigante di internet, Amazon.
La tv "Ard" ha pubblicato un filmato (visibile qui: http://bit.ly/X6LIgb) in cui si vedono le guardie del servizio di sicurezza che l'azienda ha assunto per controllare i propri dipendenti stranieri nei centri di distribuzione e imballaggio. Vestiti in uniformi nere, con tanto di stivali e capelli con taglio militare, questi speciali agenti pare siano molto severi, tanto da intimorire gli stessi lavoratori. Controllano ostelli e alberghi economici in cui molti dipendenti soggiornano.

I lavoratori hanno denunciato di essere sottoposti a continue pressioni, non solo riguardo ai ritmi di lavoro (che raccontano essere massacrante), ma anche rispetto alle loro abitudini di vita. Le guardie della Hess Security perquisirebbero i dipendenti per accertarsi che non abbiano rubato niente, comprese "le ciambelle a colazione", e si comportano come fossero un corpo di polizia.

AMAZON GERMANIAAMAZON GERMANIA

Stando a quanto racconta il documentario della tv tedesca, la Hess Security sarebbe legata a dai movimenti neo-nazisti (il nome sarebbe addirittura un riferimento a Rudolf Hess, deputato del fürher).

Non è la prima volta che le condizioni di lavoro negli stabilimenti Amazon destano preoccupazione. Tempo fa anche in Gran Bretagna ci fu uno scandalo simile.

L'azienda, che è stata sommersa di lamentele, ha risposto dicendo di "non tollerare le discriminazioni", precisando di non essere stata direttamente lei a mettere sotto contratto la Hess Security, e che presto sarebbero stati presi dei provvedimenti in merito alla questione.

 

 

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