AMAZING GRACE - A GENNAIO SBARCA AL CINEMA “BLOODLIGHT AND BAMI”, IL BIOPIC SULLA 69ENNE GRACE JONES - LA REGISTA, SOPHIE FIENNES, HA SEGUITO LA CANTANTE GIAMAICANA PER 5 ANNI E ORA LA SVELA: “NELLA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE LA NUDITÀ RENDE VULNERABILI. PER LEI È TUTTO IL CONTRARIO, IL CORPO SVELATO LE SERVE PERCHÉ…”

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Fulvio Caprara per “la Stampa”

Grace Jones Bloodlight and Bami Grace Jones Bloodlight and Bami

 

La pantera della musica pop, regina delle trasformazioni e delle provocazioni, raccontata sul doppio fronte delle esibizioni pubbliche e della storia privata. I brani musicali eseguiti in versione integrale, le digressioni girate in Giamaica e dedicate alla descrizione dei rapporti familiari, le definizioni al vetriolo di alcuni critici americani e l' ostentazione del fisico che è parte integrante del personaggio.

Grace Jones Bloodlight and Bami Grace Jones Bloodlight and Bami

 

In Grace Jones: Bloodlight and Bami (ieri in cartellone al Tff e poi nelle sale il 30 e il 31 gennaio con Officine Ubu), Sophie Fiennes, sorella degli attori Ralph e Joseph, cattura l' essenza di un' icona dalle mille sfaccettature, eccentrica e contraddittoria, ma anche dotata di stringente razionalità: «Ci siamo sentite subito molto vicine, ci accomuna l'aver avuto entrambe una famiglia numerosa, sappiamo che cosa significa avere fratelli».

 

Grace Jones Bloodlight and Bami Grace Jones Bloodlight and Bami

Nell'arco di 5 anni , seguendo la star in ogni suo spostamento, dai servizi fotografici ai concerti, Fiennes ha realizzato un film che mette a fuoco alcuni punti nodali della personalità di Grace Jones: «Non è un biopic volto a raccontare la vita dell' artista in modo frammentario. Quello che mi interessava era il contrasto tra i diversi piani della sua esistenza, le radici che influenzano il suo modo di essere e i contesti artificiali su cui si snoda la sua carriera, le metropoli, il trucco, i palcoscenici».

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Il rapporto con il corpo è tra gli elementi fondamentali della narrazione: «Il più piccolo dei miei figli - racconta Fiennes - mi dice sempre che la cosa più bella di Grace è che si mostra sempre nuda. Ha ragione, nella maggior parte delle persone la condizione della nudità rende vulnerabili. Per lei è tutto il contrario, il corpo le serve perché è quello il mezzo attraverso cui comunica al meglio».

 

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Di quello strumento così seducente, Jones ha sempre saputo esattamente cosa fare, fin da quando era solo poco più che bambina: «Mi ha raccontato che appena arrivata dalla Giamaica, si era messa a fare la majorette, una volta dei ragazzi avevano dato un passaggio a lei e alle sue amiche, ma, dopo poco, avevano imboccato strade strane, che le avrebbero portate chissà dove. Lei prese il suo bastone da ragazza pon pon e cominciò a darlo in testa ai tipi che le avevano caricate in auto».

grace jones grace jones

 

Altro che molestie. Nel coro di confessioni di queste ultime settimane spicca la sua voce, quella con cui ha svelato di aver reagito a un assalto gettando un bicchiere di champagne in faccia all' aggressore: «Pur venendo da una cultura patriarcale - osserva Fiennes - Grace si è mostrata sempre come un archetipo di femminilità anticonvenzionale. Anche senza essere un maschio, ha saputo subito come si fa a dire di no. Non a caso suo padre ha affidato l'eredità delle terre a lei e non ai fratelli».

 

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Le performance di Jones, il suo modo di muoversi, dice ancora Fiennes, «ricordano le coreografie di Pina Bausch», ma le alternanze tra risvegli mistici con visite in chiesa e party selvaggi nei locali notturni sono assolutamente originali. Qualcuno l' ha definita «un mix tra Liza Minnelli in Cabaret e Arnold Schwarzenegger in Terminator », ma, dall' alto dei suoi 69 anni (solo anagrafici, visto che ne dimostra molti di meno) Grace Jones può sentirsi una semidea del ritmo e dell' energia. All' altezza di grandi scomparsi, come Prince e David Bowie.

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