IL “FAMOSO ISOLANO” GRAZIANO MESINA È PRONTO PER L’ISOLA DELLA MONA: “DOPO 40 ANNI IN GALERA QUALCHE SETTIMANA AI CARAIBI NON MI DISPIACEREBBE” - "GIANGIACOMO FELTRINELLI MI AVEVA OFFERTO ARMI E DENARO PER SCATENARE IL CAOS, FARE ATTENTATI, INFILTRARE PROVOCATORI”...

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Giangavino Sulas per "Oggi", domani in edicola

«Certo che mi piacerebbe partecipare all'Isola dei famosi. Ho 67 anni e 40 li ho passati in galera. Io non ho vissuto. La parte migliore della mia vita se n'è andata in qualche lurida cella. E i pochi anni da uomo libero li ho passati nascondendomi nei boschi del Supramonte. Con la paura, in ogni momento, di una pallottola nella schiena. Ecco perché qualche settimana ai Caraibi non mi dispiacerebbe. Ma questa vicenda mi ha già rattristato e indignato visto che alcuni parlamentari hanno definito scandalosa e immorale la partecipazione a un reality della Tv di stato di un ex ergastolano».

Graziano MesinaGraziano Mesina

MONTANELLI LO DIFESE
È furioso Graziano Mesina dopo la notizia della sua (non confermata) partecipazione all'Isola dei famosi, il reality di Simona Ventura in onda da febbraio su Raidue dal Nicaragua. Dovevi aspettartelo, gli diciamo. Non c'è Montanelli a difenderti sostenendo che sei stato un bandito galantuomo.

«Ma cosa sanno di me e del perché ho dovuto, sottolineo dovuto, uccidere e fare sequestri? Stavano annientando la mia famiglia, di 11 figli, e io dovevo stare a guardare mentre le autorità non facevano niente? Avevo 18 anni quando hanno abbandonato nel nostro ovile il cadavere di un commerciante rapito e ucciso. Poi hanno inviato una lettera anonima, è arrivata la polizia e ha arrestato ingiustamente i miei fratelli Giovanni, Pietro e Nicola.

Graziano MesinaGraziano Mesina

Un altro, Antonio, si è dato alla latitanza e ha trovato non solo le prove della nostra innocenza ma ha anche i responsabili di quel brutale omicidio. A quel punto hanno ucciso Giovanni e il suo corpo, in segno di sfregio, è stato fatto ritrovare accanto a quello del suo acerrimo nemico, Salvatore Mattu.

Mia madre mi supplicava: "Piangi tuo fratello e lascia perdere. Ci penserà la giustizia". Nel frattempo ci ammazzano tutti, rispondevo. Tornato a Orgosolo, sono entrato armato di mitra in un bar dove ero sicuro di trovare l'assassino di Giovanni e invece mi sono trovato davanti il fratello, Andrea Muscau. L'ho ucciso. Per salvare la mia famiglia dall'annientamento e dalla rovina economica.

Io i sequestri li ho fatti per pagare gli avvocati. Ma non ho mai rapito una donna o un bambino e non ho mai torto un cappello a nessun ostaggio. Con alcuni sono poi rimasto amico, c'è perfino chi mi ha invitato al matrimonio dei figli. Non mi pento di nulla. E non chiedo perdono. Il conto con la giustizia l'ho pagato: 40 anni e 2 mesi in cella, 29 dei quali di carcere duro. Fatti con dignità, senza vendermi e vendere nessuno per trarne benefici.

«Le sanno queste cose i parlamentari che si indignano?», prosegue l'ex primula rossa. «Sanno che sarei diventato ricco se avessi accettato, a metà Anni 60, le proposte che sono venuti a farmi in Sardegna? L'editore Giangiacomo Feltrinelli, ma anche tanti altri personaggi. Mi hanno offerto armi e denaro per scatenare il caos, fare attentati, infiltrare provocatori in assemblee studentesche e manifestazioni sindacali.

Graziano MesinaGraziano Mesina

L'obiettivo era portare l'Italia alla guerra civile per dare il potere ai militari. Ebbi una mezza dozzina di incontri. Dissi di no e mandai messaggi ad altri latitanti perché rispondessero allo stesso modo. Nel '68 accettai un incontro col colonnello Massimo Pugliese del Sifar. Voleva sapere. Stetti sul vago. Nel '72, quando morì Feltrinelli, i magistrati mi chiesero se l'avevo incontrato, il momento era delicatissimo».

Anche Feltrinelli ti fece queste proposte? Mi fulmina con lo sguardo: «Se troverò un editore farò questa e altre rivelazioni: ho già pronto un libro. Di Feltrinelli in giro, in quel periodo ce n'erano tanti».

Dirai la verità anche sulla liberazione di Farouk Kassam che ti è costata altri anni di galera?
«Certo, perché non ho mai voluto coinvolgere le persone che hanno sollecitato il mio intervento e alle quali non ho potuto dire di no. Racconterò anche che senza il mio intervento, che ha posticipato di qualche giorno la liberazione del bambino, ci sarebbe stato un conflitto a fuoco nel momento del passaggio di mano dell'ostaggio dai rapitori ai mediatori».

Parliamo dell'Isola dei famosi. Cosa farai?
«Per ora non smentisco e non confermo. Dipenderà dalle condizioni. Non ho certo paura delle difficoltà. E poi le sfide mi hanno sempre affascinato. Ho tentato per 15 volte di evadere, 9 ci sono riuscito, ma sempre senza fare del male a nessuno. Non ho mai tirato uno schiaffo a una guardia. E una volta, dopo la fuga mi sono costituito perché mi dissero che i due agenti di custodia "distratti" avrebbero pagato cara la loro leggerezza. Con ciò, non sono un eroe, né un esempio da imitare. Ci mancherebbe. Sono solo un uomo che non ha mai piegato la schiena davanti a quelle che consideravo ingiustizie. E ho reagito. Certo, a modo mio».

 

 

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