Paolo Conti per il "Corriere della Sera" del 6 febbraio 2010
bigelow streisand«Se continua così, la Mostra cinematografica di Venezia diventerà un cineclub per pochi intimi che premierà sconosciuti registi thailandesi... la vera industria, quella americana, non ne vorrà più sapere niente. Anzi, già non ne vuole più sapere niente».
Sandro Parenzo è prima di tutto un veneziano autentico. Poi è l'anima della Videa-Cde, solida casa di distribuzione cinematografica. Ma perché Parenzo attacca così la Mostra veneziana? Fu lui, nel 2008, a offrire in concorso al curatore Marco Müller il film The Hurt Locker di Kathryn Bigelow, proprio la pellicola sull'Iraq che ha sbancato alle nomination degli Oscar di quest' anno con ben nove candidature:
Marco Muller«Comprai quel film sulla carta, leggendo la sceneggiatura, come ormai avviene per tutti. Ci ho creduto subito. E in quanto veneziano ho pensato alla Mostra, sicuro che la rassegna avrebbe potuto "scoprire" un grande film. Invece niente: un' opera che ora contende ad Avatar la corsa per i principali Oscar ha lasciato Venezia senza nemmeno un riconoscimento della giuria. Assurdo. E non lo dico perché si tratta di un "mio" film. Ma perché nel festival italiano si respira sempre provincialismo, chiusura, aria di accordi preventivi...».
Come andarono le cose, Parenzo?
«Quando ebbi il film pronto, ne parlai con Marco Müller che oggettivamente fece di tutto per averlo».
Ci furono promesse di premi?
«Certe cose non sono possibili. Ma era chiaro che un grande film americano accetta di concorrere a Venezia se può contare su una certa attenzione. Insomma, io convinco la regista a partire e con lei partono anche i due protagonisti, entrambi ora "nominati" all'Oscar con la Bigelow. Si arriva a Venezia, il film viene proiettato e accolto molto bene in sala. Eravamo tutti certi di un' affermazione».
E poi, cosa è accaduto?
«È accaduto che il premio al miglior attore "doveva" assolutamente essere assegnato dall' inizio a Silvio Orlando. Nelle ultime ore arrivò The Wrestler con Mickey Rourke. E tutti capirono che sarebbe stato assurdo premiare Orlando e non Rourke. L'unica strada che venne individuata fu gettare a mare The Hurt Locker per premiare come miglior film The Wrestler. Una barzelletta solo a pensarci, la solita trama sul pugile suonato».
Il bello (Parenzo non lo dice, ma basta rileggere le cronache apparse sul nostro giornale) è che Rourke avrebbe voluto a tutti i costi il premio come miglior attore e, nelle ore della premiazione, era furioso al punto tale da minacciare di lasciare subito Venezia. Poi restò, convinto dal regista Darren Aronofsky.
Silvio Orlando - Copyright PizziChi invece se ne andò furiosa fu proprio Kathryn Bigelow: «Ci dettero un paio di premiolini assolutamente marginali che nessuno sognò di ritirare. Lei rientrò negli Stati Uniti giurando che non avrebbe mai più messo piede a Venezia in tutta la sua vita e la sua carriera. Lo ha detto a mezza Hollywood raccontando tutta la storia. E io mi chiedo, anzi lo chiedo alla Mostra del cinema: dopo queste nove nomination e dopo il silenzio di Venezia, quale grande regista americano vorrà ripetere l' esperienza assurda di Kathryn Bigelow?».
Kathryn Bigelow scippa loscar allex marito Cameron Avatar e lui ironico finge di strozzarlaScusi, Parenzo, ma qui siamo nel campo delle opinioni: una giuria può valutare come crede un' opera, o no?
«Io penso che qui non siamo di fronte a una questione di gusti. Venezia ha cestinato un film che ora può valere nove Oscar. C' è qualcosa che non funziona lì alla Mostra, o sbagliano i votanti dell' Oscar? E al di là della mia personale polemica di distributore dico: attenzione, la vicenda di The Hurt Locker sarà nei prossimi mesi la peggiore pubblicità possibile per la Mostra italiana tra la gente del cinema americano».
2 - DAGO-REPORT
La versione di Sandro Parenzo raccolta da Paolo Conti per il "Corriere della Sera" del 6 febbraio 2010 non è mai stata smentita. Né dal direttore della Mostra né dai giurati, all'epoca capitanati da quel pesce lesso di Wim Wenders (e qui non è difficile immaginare a un tipino come il regista tedesco cosa può aver provocato una pellicola 'guerrafondaia' come quella della Bigelow, lontanissima dalle sue corde svenute).
Il film di Pupi Avanzi, starring Silvio Orlando, che doveva essere "assutamente" premiato secondo, prodotto dalla Medusa, portava il titolo "Il papà di Giovanna", e rivelò alla critica radical-chic un surrogato giovanile di Margherita Buy, tutta tic e falangi nevrotiche, Alba Rohrwacher.
Immagine da The Hurt Locker Regia Bigelow Vincitore oscarNon solo. Tra i protagonisti sbucava Ezio Greggio, nel primo suo ruolo drammatico (oggi Pupi ci riprova con De Sica, fallendo). Dicono gli addetti ai lòivori che fu proprio il conduttore di "Striscia" ha pesare sulla giuria in quando amico del giurato John Landis, il celeberrimo regista di "Blues Brothers", dicono.
Quello che è certo è che Sandro Parenzo, demoralizzato dal flop veneziano, non credette granché sulle potenzialità commerciali di "Hurt Locker", ne stampò poche copie e di conseguenza l'incasso finale fu puro veleno per il botteghino: 132 mila euro. Per riportare a casa qualche soldino vendette i diritti dvd (allegato a "Panorama") e satellitari (stasera va in onda su Sky).
3 - THE HURT LOCKER DI NUOVO IN SALA IN 20 COPIE...
(Ansa) - Dopo le sei statuette della notte degli Oscar, The Hurt Locker tornerà nelle sale italiane nei prossimi giorni con nuove 20 copie. Lo rende noto la Warner Bros. Attualmente il film di Kathryn Bigelow è programmato in 4 schermi e con 131 mila euro di incasso da ottobre 2008 ad oggi non può certo definirsi film di successo di pubblico.