IN EDICOLA “REPUBBLICA” BATTE IL “CORRIERE” – OSCAR DELLE COPIE AUMENTATE: UNITÀ +7,4%, TU STYLE +44%, FLAIR +6% - COME FAREBBE “L’ESPRESSO SENZA IL BANANA? (21 COPERTINE) – FLEBUCCIO E L’ARTE DI RIMANDARE – 20 ANNI DEL “LIBRO DEI FATTI” – NOMINE A CATENA DA MARIONE CALABRESI” - MURDOCH HA DECISO: IL SITO DEL TIMES A PAGAMENTO DA GIUGNO

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EZIO MAURO - Copyright PizziEZIO MAURO - Copyright Pizzi

1 - IN EDICOLA REPUBBLICA BATTE CORRIERE...
(Andrea Secchi per "Italia Oggi") -
C'è una rivoluzione nelle edicole italiane: 404.503 contro 395.038 copie, Repubblica batte nelle vendite il colosso Corriere della Sera secondo la media del 2009 dell'Accertamenti diffusione stampa. Un sorpasso che, è bene dirlo subito, è solo in edicola, perché la diffusione totale è ancora a vantaggio di via Solferino, 539.224 (-13,% sull'anno prima) contro 485.286 (-12,8%), quasi 54 mila copie di differenza, il distanziatore fisso da un po' di tempo a questa parte. Ma i dati sul 2009 regalano anche un'altra sorpresa: medaglia d'oro dei quotidiani per l'incremento delle diffusioni totali nel 2009 è l'Unità (+7,4%) di Concita De Gregorio.

de bortolide bortoli

Per i settimanali: Tu Style (+43,7%). Per i mensili: Flair (+6,4%). Nella categoria edicola (e gli altri canali di vendita diretta) i vincitori sono: ItaliaOggi (+14,7%) per i quotidiani, ancora Tu Style (+43%) per i settimanali così come Flair (+27%) per i mensili. Ed ecco fatto l'Oscar per la stampa.

CONCITA DE GREGORIO YE YECONCITA DE GREGORIO YE YE

Complessivamente, i quotidiani hanno lasciato sul terreno l'anno scorso 441.386 copie, più di quante ne venda la Gazzetta dello Sport il lunedì, il 6,6% del totale a parità di testate certificate. Con settimanali e mensili si va in calando: -958.468 copie per i primi, -7,2%, con uno stesso numero di testate totali ma con nuovi nomi e un pari numero di fuoriuscite. E sono 1.305.748 (-8,4%) le copie che mancano alla conta delle case editrici per i mensili, con cinque testate in meno nel numero totale di quest'anno.

Per le vendite in edicola si parla del -5,5% sui quotidiani e del 7,8% su settimanali e mensili. Si sarà tagliato tanto sulle copie gratuite per risparmiare, qualcuno penserà. In realtà, questo è vero per settimanali (-17%) e mensili (-7,4%), ma non per i quotidiani che hanno regalato 8.787 copie in più (+1,5%) rispetto a un anno prima.

Daniela HamauiDaniela Hamaui

Tornando alle singole testate, la Stampa cala del 2,8%, anche se in edicola cresce dell'1,5%, il Giornale perde il 4% ma è stabile in edicola, la Gazzetta dello Sport ha chiuso a -7,4% e -5,5% rispettivamente, Libero a -9% in totale e -21% in edicola, mentre il Sole-24Ore cala del 13% e del 10%.

Per i settimanali si è già detto di Tu Style, anche se il confronto non è correttissimo perché fatto con i dati del 2008 quando la testata così com'è oggi non era ancora uscita, essendo nata a febbraio (prima c'era solo Tu). Fra gli altri giornali che non hanno sofferto, nel 2009 ci sono Vero (+4% e +17,6% in edicola), Grazia (+2% e +22%) e DiPiù che resta in sostanziale pareggio. Il fenomeno Vanity Fair soffre un po' calando del 3% anche se in edicola comunque va su del 2,3%. Dopodiché si passa in terreno negativo, fra gli altri Panorama -9% ed Espresso -11%. I freddi numeri porterebbero qualche altro nome sui mensili oltre a Flair, come per esempio quello di Gente Motori che però gode dell'abbinata con Gente dallo scorso anno.

2 - ESPRESSO MOLTO CAVALIERE...
(Claudio Plazzotta per "Italia Oggi") -
Daniela Hamaui, 55 anni, siede sulla poltrona di direttore dell'Espresso da otto anni. Era il 21 febbraio del 2002 quando la giornalista, tra mille polemiche, venne scelta personalmente dall'ingegner Carlo De Benedetti, che la traghettò dalla direzione di D di Repubblica, un settimanale femminile patinato di moda e profumi, alla guida del newsmagazine politico fondato da Arrigo Benedetti ed Eugenio Scalfari.

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La Hamaui avrebbe dovuto portare nel giornale, oltre che la sua riconosciuta professionalità, anche un certo gusto estetico e la capacità di confezionare un bel prodotto in grado di intercettare meglio le esigenze degli investitori pubblicitari. Memorabili, al tempo, le reprimende di Giorgio Bocca, storico editorialista dell'Espresso, contro la schiavitù degli editori nei confronti degli inserzionisti e contro i giornali diventati ormai dei contenitori di pubblicità.

MARIO CALABRESI - copyright PizziMARIO CALABRESI - copyright Pizzi

Sono passati, appunto, otto anni, e nel frattempo la formula dei newsmagazine, in generale, ha perso smalto, l'informazione di quel tipo passa soprattutto su altri canali (il web, la tv, i quotidiani) e la Hamaui, dal canto suo, si è un po' fatta assorbire da quel mondo «targato Repubblica» che ha un pensiero fisso e circolare: Silvio Berlusconi. Nei primi mesi del 2010, tanto per dire, sono già quattro le copertine che L'Espresso ha dedicato al premier. Nel 2009 ne abbiamo contate 17.

Ossessione monotematica che non è comunque servita a risollevare le diffusioni (la media del 2008 era di 371 mila copie a numero, quella del 2009 di 328 mila, con un calo dell'11,6%). Certo, neppure il concorrente di sempre, Panorama, che adotta strategie differenti e svaria da copertine sulla tecnologia a come investire i risparmi, dalla D'Addario a Belen, è riuscito a invertire la rotta, con una media a fine 2009 di 404 mila copie diffuse, giù del 9,4% rispetto al 2008.

Mario Calabresi e Luigi Vianello - copyright PizziMario Calabresi e Luigi Vianello - copyright Pizzi

Però la sequenza dell'Espresso, messa in fila, fa realmente impressione: tra l'11 giugno e il 12 agosto 2009 ben sette copertine sul Cavaliere (in pratica, tutti i numeri usciti in edicola). E, ancora, dal 3 settembre al 15 ottobre altre cinque copertine dedicate al presidente del consiglio. Vien quasi voglia di rimpiangere gli anni Ottanta e Novanta, quando sia Panorama sia L'Espresso, a corredo di un servizio esclusivo sulle centrali elettriche, avrebbero messo in copertina una bella ragazza nuda con un traliccio sullo sfondo.

3 - RCS, IL CONFRONTO AL CORRIERE DELLA SERA...
Da "Italia Oggi" -
Rimandare a domani il problema che non si riesce a risolvere oggi. Sembra questa la presa di posizione dei giornalisti del quotidiano di via Solferino nello braccio di ferro con il direttore Ferruccio de Bortoli, sullo spostamento forzato dei redattori del magazine Sette verso le redazioni della cronaca milanese, nazionale e dell'online. Ieri pomeriggio, de Bortoli è intervenuto nell'assemblea plenaria dei giornalisti per ribadire che non intende aprire nessuna breccia, ma non cambia posizione.

PIPPO MARRA ADDIVANATOPIPPO MARRA ADDIVANATO

Posto che sono state avanzate alcune candidature, in risposta al suo bando per i trasferimenti da Sette al quotidiano. Anzi, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sarebbero state presentate cinque candidature per tre posti vacanti. La risposta dei giornalisti è stata quella di dare mandato al comitato di redazione per aprire ulteriori trattative con la direzione sull'organizzazione redazionale e la multimedialità, in modo da capire come in futuro de Bortoli intenda gestire la ripartizione dei carichi di lavoro, a fronte delle uscite previste dallo stato di crisi.

E soprattutto cercare di evitare, nelle intenzioni dei giornalisti, che le paventate decisioni unilaterali del direttore sui trasferimenti senza consenso costituiscano un precedente. Il pacchetto di tre giorni di sciopero è stato, comunque, congelato.

4 - LA STAMPA, NOMINE A CATENA...
Da "Italia Oggi" -
Luca Ubaldeschi diventa uno dei vicedirettori della Stampa di Torino, ricoprendo la posizione lasciata libera da Giancarlo Laurenzi, approdato alla direzione di Leggo. A capo delle cronache provinciali prende il posto di Ubaldeschi Laura Carassai, vice caporedattore centrale con un passato alle stesse province, lasciando a sua volta il posto a Marco Bardazzi dagli esteri. Vice della Carassai è Sergio Miravalle, che da caposervizio diventa caporedattore (oltre a essere presidente dell'Odg Piemonte e tra i giornalisti papabili per il prepensionamento).

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Da Londra potrebbe invece rientrare Francesca Paci, attesa nel caso entro Pasqua al desk degli esteri o a Roma. Per il caporedattore centrale Andrea Malaguti, si aprirebbe così l'alternativa londinese. Cambiamenti in vista anche all'economia, dove potrebbe arrivare Federico Monga (ad oggi vice delle cronache torinesi).

5 - IL LIBRO DEI FATTI ALLA 20ESIMA EDIZIONE...
Da "Italia Oggi"
- È stata presentata ieri la nuova edizione de Il Libro dei Fatti 2009 presso l'Autogrill di Frascati (il ponte sulla A1 Roma-Napoli), alla presenza di un testimonial d'eccezione: Gianni Morandi. Il volume sarà distribuito in omaggio fino al 16 aprile in tutti gli Autogrill lungo le autostrade italiane a chi acquisterà un libro.

6 - MURDOCH HA DECISO: IL SITO DEL TIMES A PAGAMENTO DA GIUGNO...
Dal Mediablog di Marco Pratellesi sul "Corriere.it" -
Rupert Murdoch, magnate dei media e alfiere del gruppo di editori che ritiene che anche l'informazione online debba essere a pagamento, ha deciso di accelerare i tempi. Da giugno i siti internet del suo quotidiano britannico, The Times con la versione domenicale Sunday Times, saranno a pagamento.

L'accesso al sito costerà una sterlina (1.12 euro) al giorno o due sterline a settimana. I pagamenti saranno validi per entrambi i siti (che saranno lanciati in una nuova versione a maggio). L'abbonamento settimanale darà accesso, oltre alle informazioni pubblicate nella versione cartacea dei due giornali, a contenuti e servizi aggiuntivi.

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Gli abbonati alla versione cartacea avranno invece libero accesso anche ai siti senza costi aggiuntivi. "Questo è solo l'inizio", sostiene Rebekah Brooks, amministratore delegato dei quotidiani britannici della News Corp. "In un momento di definizione per il giornalismo, questo è un passo cruciale per rendere il business delle notizie un'impresa economicamente eccitante".

A gennaio anche il New York Times aveva annunciato di voler lanciare sezioni del sito a pagamento a partire dal 2011. L'esperimento di Murdoch si rivelerà molto interessante perché sarà la prima società editoriale a testare la reale reazione dei lettori davanti a un sito di news generalista a pagamento.

Inoltre l'esperimento si colloca in un contesto nazionale particolarmente difficile. In Gran Bretagna ci sono due siti di informazione molo forti, quello della Bbc e quello del Guardian. Entrambi hanno più volte ribadito di non avere alcuna intenzione di far pagare i propri lettori. La Bbc perché in quanto rete pubblica è già sostenuta dal canone pagato dai telespettatori, il Guardian per una precisa scelta editoriale sostenuta dal suo direttore Alain Rusbridger. Ma Murdoch sembra deciso a rischiare, pur consapevole che la mossa potrebbe comportare la perdita di lettori a favore dei concorrenti.

 

 

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