L’“UNITà” FORMATO MIGNON ESPELLE DAL PROPRIO CORPO IL SETTIMANALE DI STAINO - DAL 29 GENNAIO 2009, ADDIO A “EMME” – LE CINQUE RIGHE DELLA LETTERA DI SFRATTO - La sinistra può cambiare nome, formato e DIRETTORE ma la satira DURA minga

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Una cosa è certa. La sinistra può cambiare nome, formato e connotati, da Natta a Concita, ma il senso della satira non lo avrà mai nel proprio Dna. I rapporti tempestosi con gli allegati del passato, da \"Cuore\" a Tango\", ritornano prepotenti con \"Emme\", l\'ultima impresa di Staino di coniugare \"Unità\" e satira, finito recentemente nel tritacarne per una vignetta irriverente su Brunetta. Che venne bastonata anche da Concita De Gregorio, sposata Cecioni.

SergioSergio Staino

Lettera di 5 righe 5, scritta in data 28 ottobre, indirizzata a Sergio Staino.

\"Ti comunichiamo - scrive il presidente della nuova \"Unità\" format mignon, Giorgio Poidomani - ai sensi dell\'art. 3 del contratto relativo alla pubblicazione del settimanale satirico \"Emme\". La risoluzione di tale contratto con il preavviso di 3 mesi.
La pubblicazione di \"Emme\" sarà quindi cessata a far data dal 29.1.2009\".

Il dispaccio termina così, in maniera sibillina: \"Come anticipatoTi siamo a Tua disposizione per cercare di individuare soluzioni volte al proseguio in forme diverse, della collaborazione fin qui attuata\".
Amen

LA SVOLTA DI \"M\", L\'INSERTO DELL\'\"UNITÀ\": REALTÀ VOLGARE, SATIRA VOLGARE AL CUBO - STAINO: IL NOSTRO NEMICO È L\'IPOCRISIA DI CHI CI GOVERNA E DI CHI FA L\'OPPOSIZIONE

Jacopo Iacoboni per \"La Stampa\" (22 SETTEMBRE 2008)

Intercettazioni trash, rapporti orali, accuse di magnaccia ormai abituali nella polemica quotidiana, alati dibattiti sulla prostituzione di questo o quella, il premier che lamenta «siamo ormai nella pornopolitica»... In un\'Italia pubblica già satirica e tragicomica di per sé, ha ancora una chance la satira?

VignettaVignetta anti-Brunetta

La domanda veniva naturale qualche giorno fa, guardando la svolta di Emme, l\'inserto satirico dell\'Unità: se la realtà è fetish, la satira sia fetish al quadrato, e allora copertina con Fini, reggiseno di pizzo nero, reggicalze e scarpe rosa, sodomizzato da La Russa, «Su, da bravo, lecca gli stivali di Salò!»; e controcopertina che sfotte «le due orfanelle» del Pd, Giovanna Melandri e Marianna Madia, con Veltroni nelle vesti di un impotente san Francesco.

Michele Serra chiuse \'Cuore\' perché, spiega adesso, «ogni altro possibile sbocco (ma perché non fate un partito? perché non vi presentate alle elezioni?) ci sembrò esiziale». Beppe Grillo e Sabina Guzzanti hanno scelto altre strade, si prendono sul serio. Emme è in edicola da un anno, ma nei 46 numeri di vita del settimanale satirico diretto da Sergio Staino il 47 segna una cesura: la satira nell\'era pornopolitica.

Prima c\'erano stati gli sfottò al governo ombra (con Bobo che giocava a fare le ombre cinesi sul muro). O i necrologi per Romano Prodi. Ma stavolta è diverso. Racconta Staino: «Noi, a differenza del mio amico Michele Serra, crediamo che una forma di satira politica sia ancora possibile. Però nessuno si aspetti una satira che fa sconti al Pd; colpiamo dove c\'è da colpire, il nostro nemico è uno solo: l\'ipocrisia dei comportamenti di chi ci governa, ma anche di chi fa l\'opposizione».

IlIl pisello di Berlusconi

Un tempo, dice, per fare satira bastava disegnare Andreotti con le orecchie a sventola, tutto consisteva nella desacralizzazione di qualche sepolcro imbiancato. Ora che non c\'è più nulla di sacro, la satira fetish ha una missione: superare la realtà.

È una forma di interventismo che potrebbe far pensare a uno storico foglio francese, \'Charlie Hebdo\', se solo esistesse ancora una sinistra. Ma non tutti ci credono. Secondo Francesco Altan, «tutto sommato un giornale satirico ci dev\'essere, altrimenti resteremmo i soliti cinque o sei, almeno un giornale dà la possibilità a molti giovani di fare palestra. Certo è vero, i politici ormai fanno un po\' tutto da soli; però esiste una satira per ogni tempo». E quella di adesso non può disdegnare, più che mai, la volgarità: «È insensato accusare Emme di volgarità, il linguaggio volgare fa parte per natura della satira, è il più sintetico ed efficace. Naturalmente, se la politica è di per sé sempre più piena di volgarità, la satira deve esercitarsi nell\'esagerazione», ragiona Altan.

Ecco perché la satira nella pornopolitica non potrà essere confusa con quella del Male, di Tango, di Cuore. «Con Emme la storia dei miei rapporti coi potenti, anche quelli provenienti dal Pci, è del tutto diversa rispetto a com\'era ai tempi di Tango», ricorda Staino. «Allora ebbi scontri anche violenti con Massimo D\'Alema». Il quale era sfottuto con un soprannome che gli rimarrà indelebilmente attaccato, Minimo D\'Alema, e veniva disegnato come un cagnetto.

Per capirci, Alessandro Natta, che pure veniva disegnato da scimmietta e chiamato «Nattango», non se la prese mai. Ed Emanuele Macaluso fu sempre liberalissimo nell\'ospitare ogni sfottò. «Oggi la situazione è tale, anche dentro il Pd, che i capi, i D\'Alema e i Veltroni, fanno più l\'esercizio di cercar di vedere se Emme si schiera con qualcuno, se il carro lo attacchiamo qui o là. Stiano tranquilli, io non farò la fine di Grillo e della Guzzanti».

VeltroniVeltroni Piedone

«Il problema è anche che la satira ha bisogno di fare gruppo», aggiunge Altan: per questo un giornale è utile. Ed Emme è uno strano gruppo, spesso sgradito anche a quelli del Manifesto, che lo hanno criticato con un articolo di Ida Dominijanni. Consapevole della crisi del genere, Staino ha messo su la sua banda girando l\'Italia. «Conobbi durante un dibattito questi tre ragazzi guidati da Gianpiero Caldarella, facevano un giornale, \'U pizzino, diverso dalle solite fanzine un po\' ripetitive che circolano nell\'editoria dilettantesca, un foglio già quasi professionale». Poi Caldarella ha vinto il premio Montanelli. Staino ha convinto l\'Unità (di Antonio Padellaro) a ripartire. La redazione s\'è ingrandita. Adesso sono una quarantina, i cinque giovani siciliani che producono materialmente - ai tre di Palermo di sono uniti due a Catania, Cangiano e Ferro - più alcuni storici, Vincino, Ellekappa, Disegni, a Torino Franco Bruna...

«Se certe cose le facesse un inserto di destra direbbero che è volgare, se lo fanno a sinistra tutto è lecito», riflette Pietrangelo Buttafuoco. «Ma il problema della satira ormai è un altro: quando la confezioni in blocco, come un giornale, diventa triste, monotona, ricorda i vecchi giornali pornografici della nostra adolescenza. L\'unica satira che può esistere oggi è quella sporadica, isolata, la Jena, il corsivo di Serra, la singola vignetta dentro il giornale serio...».

Anche perché «siamo ritornati a una situazione tipo anni Cinquanta, con le intercettazioni di Berlusconi, le telefonate della sinistra, il gossip: è il trionfo postumo dello Specchio di Nelson Page». Roba che neutralizza anche l\'immagine all\'apparenza forte di Fini sodomizzato col forcone.

Staino è sicuro invece che la ricetta funzioni, se la realtà è volgare la satira può farsi fetish. Ma il futuro è incerto, come per ogni foglio di satira che si rispetti. In due settimane, prima Caldarella è stato aggredito a Palermo (per rubargli 60 euro l\'hanno picchiato di brutto). Poi qualcuno è entrato nella redazione facendo sparire i tre computer, la stampante, lo scanner, quattro telefoni adsl, e mettendo a repentaglio il prossimo numero. Perché la satira sarà anche morta, e il numero che ha fatto scalpore il 47, ma nell\'Italia berlusconizzata dà fastidio anche un morto che parla.

 

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