QUANTO COSTA E CHI LA PAGA LA NUOVA PIATTAFORMA SATELLITARE TIVUSAT? - È VERO CHE MEDIASET VORREBBE FAR ACCOLLARE ALLA RAI DÈ NOANTRI GRAN PARTE DEL COSTO (400 MILIONI DI EURO IN TRE ANNI)? - NEL GIORNO DEL VIA LIBERA, A MAGGIORANZA, A TIVÙ SAT, L'AGCOM ACCENDE UN FARO...

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1 - AUTORITA' TLC, OK ALLA NUOVA PIATTAFORMA SATELLITARE TIVUSAT...
Radiocor - Via libera dell'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni a Tivusat, cioe' la piattaforma gratuita creata dalla societa' Tivu' (partecipata da Rai, Mediaset e Telecom Italia Media) che ha aperto i battenti il 31 luglio scorso. Il provvedimento, secondo quanto apprende Radiocor, e' stato preso a maggioranza e i relatori sono stato i commissari Michele Lauria e Giancarlo Innocenzi.

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Sul tavolo dell'Autorita' presieduta da Corrado Calabro' c'era anche l'istruttoria sul possibile sforamento dei limiti della legge Gasparri da parte di Mediaset. Il dossier e' stato rinviato a un'altra riunione.

2 - INDAGINE SUL «DIGITALE» RAI - IL VAGLIO IL RISPETTO DEL CONTRATTO DI SERVIZIO DA PARTE DI VIALE MAZZINI...
Giuliano Balestreri per "Il Sole 24 Ore"

Nel giorno del via libera, a maggioranza, alla piattaforma Tivù Sat, l'Agcom accende un faro, all'unanimità,«per verificare il rispetto, da parte della Rai, degli obblighi di servizio pubblico e del contratto di servizio». A insospettire l'Authority guidata da Corrado Calabrò sono stati i criptaggi di eventi come la partita Georgia-Italia, di alcuni minuti del Tg1 e di un vecchio film di Totò.

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Sulla base degli elementi raccolti, l'Autorità - spiega una nota - ha riscontrato un'insufficiente informazione agli abbonati sulle modalità di visione dei programmi Rai in simulcast via satellite. Insomma l'Agcom teme che nella battaglia tra Rai e Sky a essere penalizzati siano soprattutto i consumatori. O meglio quanti guardano la tv solo via satellite: a pagamento sono circa 5 milioni, mentre sono quasi 2 milioni gli italiani che utilizzano la modalità free to air.

L'istruttoria, che durerà al massimo tre mesi, dovrà anche accertare le modalità di distribuzione delle smart card (incluse quelle per gli italiani all'estero), i criteri per la distribuzione dei programmi televisivi privi di diritti per l'estero, la possibilità per tutti gli utenti di ricevere la programmazione di servizio pubblico gratuitamente su tutte le piattaforme distributive anche in linea con quanto avviene in altri paesi europei.

Toto'Toto'

Contestualmente è stata aperta anche un'istruttoria per accertare le tipologie dei decoder sul mercato con l'obiettivo di arrivare all'adozione del decoder unico (già previsto da una legge del 1999, poi abrogata nel 2006).

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Per il responsabile comunicazione del Pd, Paolo Gentiloni, l'Agcom «fa bene ad aprire un'istruttoria sulle scelte di criptaggio dei programmi Rai sul satellite. Sono scelte che contrastano con il contratto di servizio e che creano malcontento tra i telespettatori che pagano il canone». La mossa dell'Authority però non preoccupa Viale Mazzini.

«I criteri adottati dalla Rai per il criptaggio dei programmi sono assolutamente oggettivi» spiega il vicedirettore generale Giancarlo Leone che aggiunge: «Sono decisioni che dipendono esclusivamente dalla disponibilità dei diritti internazionali».

Giancarlo Leone - Copyright PizziGiancarlo Leone - Copyright Pizzi

Che la Rai non aveva in occasione della partita in Georgia dell'Italia e neppure per il vecchio film di Totò. Sul satellite però, in una circostanza, è stato criptato anche l'inizio del Tg1, in quel caso però sarebbe stato un errore dei tecnici di Raiway:«Decisi i palinsesti - continua Leone -si invia il programma a Rai Teche che verifica la disponibilità dei diritti internazionali. L'elenco passa alla direzione palinsesti che lo gira a Raiway che poi cripta i programmi senza diritti internazionali. E il tg in questione seguiva la Signora in giallo, fu un errore tecnico».

Sempre ieri l'Agcom ha deciso che non esistono i presupposti per l'avvio di un'istruttoria relativa alla costituzione della società Tivù Sat perché tra i tre azionisti Rai, Mediaset e Telecom Italia Media non c'è coordinamento editoriale. Tuttavia le smart card non dovranno essere utilizzate per la fruizione di programmi a pagamento.

«Quello che succedendo - dice Marco Crispino, numero uno di Conto Tv - è colpa di chi si è sempre opposto al simulcrypt. Basterebbe che i broadcaster si accordassero con i produttori di decoder per inserire nella macchina i diversi sistemi di criptaggio. Sarebbe meglio per tutti».

 

 

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