BOL-SCHOCK - IL DIRETTORE DEL BOLSHOI SFREGIATO CON L’ACIDO PARLA DEL SUO AGGRESSORE: “NON E’ UNA PERSONA. LE ACCUSE DI CORRUZIONE? DOVE SONO LE PROVE? - IL BOLSHOI, PER AVERLO HO ROVINATO LA MIA VITA”

Il teatro ha annunciato che non rinnoverà il contratto al direttore artistico del balletto del Bolshoi, Sergei Filin, quando, a marzo, andrà in scadenza: “Gestire la più grande compagnia di balletto del mondo è come camminare su un campo minato. Anche se l’attacco con l’acido non fosse mai accaduto, non avrei dovuto accettare quel lavoro. Ho fatto un errore”...

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Articolo di Mark Franchetti* pubblicato da “la Stampa”

 

SERGEI FILIN 3 SERGEI FILIN 3

Nel gennaio 2013 Sergei Filin, il direttore artistico del balletto del Bolshoi, è stato attaccato da un uomo che gli ha gettato dell’acido in faccia. L’assalto lo ha lasciato parzialmente cieco e ha rovinato la sua carriera. Tre mesi più tardi Pavel Dmitrichenko, un ballerino della compagnia, è stato arrestato e messo sotto processo con l’accusa di aver orchestrato l’attacco.
 

Attualmente sta scontando una condanna a cinque anni. Riflettendo sull’attacco nella sua intervista più schietta mai rilasciata fino ad oggi, Filin ora descrive il suo lavoro come un «campo minato» e dice che accettare quell’incarico così ambito è stato un errore.
 

Gestire la più grande compagnia di balletto del mondo è, ha detto Filin, come «essere in guerra, come camminare su un campo minato. Ti piacerebbe saltarlo, ma non sai se anche il punto in cui atterrerai sarà minato».
 

SERGEJ FILIN SERGEJ FILIN

«È avvelenato da ogni sorta di intrighi e provocazioni, invidie e gelosie che ti rendono nervoso tutto il tempo. Anche se l’attacco con l’acido non fosse mai accaduto posso dire che non avrei dovuto accettare quel lavoro. Ho fatto un errore».
 

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Il mese scorso il teatro ha annunciato che non rinnoverà il contratto a Filin quando, a marzo, andrà in scadenza. Ci si aspetta che resterà, ma in una posizione meno influente.
Ex stella di primo piano con una brillante carriera di 20 anni al Bolshoi, Filin è stato nominato direttore della compagnia di balletto nel 2011.
 

«Quando facevo il ballerino non ho mai provato invidia e non ho avuto nessun conflitto serio, né paure o provocazioni. Nessuno ha messo vetro o aghi nelle mie scarpe da ballo o spilli nei miei costumi, niente del genere mi è mai successo, c’era solo competizione», ha detto Filin, 44 anni.
 

TEATRO BOLSHOI TEATRO BOLSHOI

«È quando sono stato nominato direttore che tutto è cambiato. Dal primo giorno ho sentito un atteggiamento molto diverso nei miei confronti... La vita di un ballerino è corta, per questo tutti cercano di fare carriera il più velocemente possibile, e questo produce intrighi e conflitti seri».
 

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Calunnie e vendette
Dopo meno di due anni di lavoro, Filin, padre di tre figli e sposato con una ballerina del Bolshoi, è stato attaccato fuori dalla sua casa da un uomo che gli ha lanciato in faccia una miscela di acido, liquido della batteria dell’auto e urina.
 

L’assalto ha sconvolto la Russia e ha macchiato la reputazione del più amato simbolo culturale del Paese, segnando il punto più basso della sua storia in 239 anni. «È stato il giorno peggiore della mia vita», ha detto Filin. «Il momento più terribile è stato quando i medici pensavano che non sarei mai stato in grado di vedere di nuovo. È stato orribile».

 

Dopo due anni di cure e decine di operazioni in Germania, il direttore artistico ha riacquistato la vista dall’occhio sinistro, ma può a malapena vedere dall’altro. Tornò a lavorare otto mesi dopo l’attacco, che ha anche sfregiato leggermente il suo volto, ma è stato meno coinvolto nella gestione quotidiana della compagnia.
 

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Oltre a Dmitrichenko, che è stato condannato per aver orchestrato l’attacco ed è attualmente in prigione, sono stati incarcerati i suoi due complici.
«Ho sospettato di Pavel dal primo giorno, perché i rapporti tra di noi non erano sereni», ha detto Filin. «Per me una persona capace di un tale atto non è una persona, e questa è l’ultima intervista in cui parlo di lui». 
 

Dmitrichenko ha confessato di aver organizzato l’assalto, «ma non nella misura in cui si è poi verificato». Ha detto che voleva solo che Filin, con il quale aveva spesso litigato, venisse picchiato.
 

Durante il processo il ballerino ha accusato Filin di sedurre le ballerine e di chiedere mazzette in cambio di parti da protagonista. Non ha presentato prove concrete per sostenere le sue affermazioni, ma le voci di questo presunto malcostume nella gestione di Filin sono andate avanti per molto tempo.
 

L’anno scorso Joy Wolmack, prima ballerina americana della troupe, ha causato scalpore quando ha lasciato il Bolshoi dopo aver accusato il management di aver chiesto tangenti per ottenere parti nel balletto.

SERGEI FILIN 5 SERGEI FILIN 5

 

«Dove sono le prove per sostenere che ero coinvolto in tutta questa corruzione?» dice Filin. «Che ho sedotto ballerine, rubato soldi, impedito alla gente di ballare? Faccio l’amore con mia moglie da più di dieci anni e lei ancora non è diventata una prima ballerina, lei è ancora nel corpo di ballo».
 

Si dice che Dmitrichenko fosse arrabbiato soprattutto per la sua ragazza, Angelina Voronstova, una ballerina del Bolshoi, che sarebbe stata scavalcata nell’assegnazione dei ruoli per colpa di Filin. Da allora si sono lasciati, e il ballerino, che è stato acclamato per la sua interpretazione di Ivan il Terribile, ha sposato una delle sue fan in una cerimonia tenutasi dietro le sbarre.
 

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Il Cremlino alla fine è stato costretto a intervenire e ha sostituito il direttore del teatro per mettere fine alle lotte di potere e ai titoli scandalistici. Ma i guai di Filin non sono finiti, visto che Vladimir Urin, il nuovo direttore, era il suo capo in un altro importante teatro di Mosca, dove i due litigarono. «Non credo che il giorno in cui sono stato nominato nuovo direttore del Bolshoi sia stato il giorno più bello della vita di Filin», ha detto Urin.
 

SERGEJ FILIN SERGEJ FILIN

«Il Bolshoi è la mia vita, ma non avrei dovuto fare il direttore artistico», ha detto Filin. «Avrei potuto essere ricordato come uno dei suoi bravi primi ballerini. Ho dato tutto quello che avevo come direttore, ma è un lavoro dannatamente difficile per il quale non avrai mai alcuna riconoscenza. Quando mi è stato offerto quel lavoro ho preso la decisione sbagliata».
*Corrispondente da Mosca per il «Sunday Times» di Londra

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