CARLOTTA CHIARA-DUCE, A NOI!  - PARLA “LADY CASAPOUND” CACCIATA DA SANTORO DOPO LA PRIMA PUNTATA DEL SUO NUOVO PROGRAMMA: "MI HANNO DETTO CHE C’ERA UN PROBLEMA DI PAR CONDICIO MA TUTTI I RAGAZZI PRESENTI NELLA TRASMISSIONE APPARTENGONO A PARTITI E MOVIMENTI. IL FATTO E’ CHE NON CORRISPONDO ALLO STEREOTIPO DEL BRUTO CON IL FACCIONE ARRABBIATO, TUTTO RASATO E TATUATO. PER IL PUBBLICO SONO CREDIBILE..." - VIDEO

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Francesco Borgonovo per La Verità

 

Carlotta chiaraluce Carlotta chiaraluce

Carlotta Chiaraluce - 34 anni tra pochi giorni, un figlio - ha costretto i media a occuparsi di lei stabilendo un record. Alle ultime elezioni municipali di Ostia ha ottenuto 1.788 preferenze, più di ogni altro candidato, contribuendo allo straordinario risultato di Casa Pound: 9% di consensi e un eletto (Luca Marsella, che è anche il padre del bimbo di Carlotta). Ma la Chiaraluce non si è fermata lì: ha portato a casa anche un altro risultato inaspettato.

 

È stata selezionata dagli autori di Michele Santoro per partecipare al nuovo programma M, in onda il giovedì su Rai 3. Dopo la prima puntata, trasmessa la scorsa settimana, sui social network non si è parlato che di lei, tra critiche feroci per i soliti motivi (l' appartenenza a Cpi) e parecchi apprezzamenti. Eppure, a quanto pare, Santoro e il suo gruppo di lavoro hanno deciso di cacciare Carlotta.

«Domenica mi hanno chiamata», racconta l' interessata, «e mi hanno detto che, per loro, il rapporto è concluso».

 

chiaraluce santoro chiaraluce santoro

Per quale motivo?

«Mi hanno detto che c' era un problema di par condicio. In realtà, però, la par condicio inizia 30 giorni prima delle elezioni. E poi tutti i ragazzi presenti nel programma appartengono a partiti e movimenti, non solo io».

 

È stata allontanata solo lei?

«Martedì sera mi ha chiamato anche una ragazza del Pd, ma non so come sia andata a finire. Il fatto, però, è che questa ragazza è consigliere a Roma, mentre io non ricopro alcun incarico istituzionale e, allo stato attuale, non sono nemmeno candidata e non so se lo sarò. Quindi la par condicio non c' entra niente».

 

In compenso c' è un contratto firmato con la produzione, giusto?

«Sì, giovedì scorso ho firmato un contratto per la partecipazione a quattro puntate del programma. In cui c' è scritto che la produzione poteva scioglierlo qualora non ci fossero fondi sufficienti per mandare in onda la puntata. Questo contratto è con la società di produzione di Santoro, non con la Rai».

 

Come siete arrivati a questo contratto? C' è stato un casting, immagino.

carlotta chiaraluce carlotta chiaraluce

«La produzione di Santoro ha contattato la sede di Roma di Casa Pound, chiedendo di segnalare qualcuno che potesse partecipare. Cpi ha proposto una rosa di nomi, e loro hanno scelto me».

La prima puntata come è andata? Sembra bene, almeno a giudicare dal riscontro sui social network. Lo share si è fermato intorno al 4,9%, ma visti i tempi non è una cifra da buttare via.

«È andata bene, e forse il problema è quello. Alla fine della puntata mi sono resa conto di essere entrata in tendenza su Twitter. Le due tendenze del programma siamo stati io e Roberto Saviano. Però i responsabili del programma mi hanno detto che televisivamente non funziono...

 

» E quando, scusi?

«Sempre domenica. La ragazza dello staff che mi ha chiamato le ha tirate fuori tutte, a un certo punto non sapeva più come argomentare. Prima mi ha detto che c' era un problema di par condicio, e io le ho risposto che non poteva essere. Poi mi ha detto che ci sono state tante polemiche...».

 

Quali polemiche?

«Beh, un po' riguardo al fatto che Santoro mi avesse dato spazio visto che sono di Casa Pound. Poi ci sono state polemiche anche dall' altro versante, per il fatto che Santoro mi ha interrotta mentre parlavo. Sono stata anche intervistata sull' argomento, e ho detto che fa parte del gioco. Di sicuro non ho fatto il piagnisteo perché mi ha interrotta».

 

Allora perché, secondo lei, hanno deciso di mandarla via?

«Perché nei 3 minuti in cui ho parlato ho detto cose che forse non si dovevano dire.

Ho parlato di uscita dall' euro, degli affari di Carlo De Benedetti con le popolari dopo le dritte di Matteo Renzi, delle responsabilità della politica nella crisi bancaria... Insomma, probabilmente ho parlato troppo».

 

Con Santoro ha parlato direttamente in questi giorni?

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«No, io ho interagito con lui solo quando abbiamo fatto la prova generale il 22 dicembre. Le dico che cosa è successo secondo me».

Dica.

«Già era strano che ci dessero spazio sulla televisione di Stato. Poi, nella prima puntata, ho preso la parola, mi sono presa lo spazio, ho detto cose scomode... Dunque è facile che ci siano state pressioni, per questo hanno deciso di lasciarmi a casa».

Però, scusi, lei era stata scelta apposta. Cioè: l' hanno invitata per rappresentare il suo movimento.

«Certo. Mi hanno scelto perché sono di Casa Pound.

Forse però non si aspettavano tutto questo clamore per la mia partecipazione».

 

Crede che ci ripenseranno?

«Penso proprio di no. In questi giorni ho mandato messaggi alla produzione, per chiedere che mi confermassero la fine del rapporto per iscritto, visto che c' è un contratto. Ma evitano di rispondermi».

Parliamo un attimo di lei.

 

Quando ha iniziato a fare politica?

«Faccio politica con Casa Pound dal 2013. Mi sono avvicinata quando ho visto che a Roma hanno candidato Simone Di Stefano. Il suo mi sembrava un modo nuovo di fare politica, mi ha colpito molto, e ho deciso di cominciare la militanza».

 

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Sa che in questi mesi si discute parecchio del «ritorno del fascismo» e della minaccia rappresentata dalla «estrema destra». Che ne pensa?

«Sono discussioni sterili che servono per evitare di affrontare i problemi reali. Noi proponiamo soluzioni ai problemi di oggi, non proponiamo di ricostruire il partito fascista. Per me fascista non è un' offesa, ma per entrare in Casa Pound non c' è bisogno di una etichetta. Con noi possano stare tutti. Tutti quelli che amano il Tricolore».

 

Quindi le polemiche sul fascismo non c' entrano con la cacciata da Santoro?

«No, la questione secondo me riguarda ciò che oggi Casa Pound rappresenta. Oggi siamo nelle istituzioni, anche se non andiamo in tv raccogliamo consensi. Dunque hanno paura che, dandoci spazio in video, potrebbero esserci altre sorprese. Meglio non darci visibilità, quindi».

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Forse si aspettavano qualcosa di diverso da lei.

«Beh, c' è anche il fatto che non corrispondo allo stereotipo del bruto con il faccione arrabbiato, tutto rasato e tatuato. Se a dire le cose è una donna "normale", è diverso».

Potrebbe dire che la discriminano in quanto donna, oggi va molto di moda...

«Mi mandano via perché veicolo contenuti che Casa Pound porta avanti da anni, presentandomi in maniera pulita e credibile. Quindi posso essere presa in maniera positiva dagli spettatori. C' è il rischio che mi trovino seria e convincente. Io continuo a fare politica. Che sia candidata o no, sarò comunque impegnata».

 

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