UN CECCHINO FASCISTA – IL “GUARDIAN” AFFONDA IL FILM “AMERICAN SNIPER”: IL NAVY SEAL CHRIS KYLE NON ERA AFFATTO UN EROE, MA UN FANATICO KILLER CHE NELLE SUE MEMORIE HA DESCRITTO L’UCCIDERE ALTRE PERSONE “UN DIVERTIMENTO”

“The Guardian” va controcorrente negli elogi al film di Clint Eastwood. Nella destra americana “American Sniper” è ora visto con la stessa incondizionata reverenza che si riserva alla bandiera a stelle e a strisce o all’inno nazionale: non si può discutere…

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Vittorio Sabadin per La Stampa.it

 

Il giornale “The Guardian” va controcorrente negli elogi al film di Clint Eastwood “American Sniper”. In un articolo di Lindy West, si ricorda che il Navy Seal Chris Kyle, sulle imprese del quale si basa il film, non era affatto un eroe, ma un fanatico killer che nelle sue memorie ha descritto l’uccidere altre persone “un divertimento”, qualcosa che “amava fare”. Non aveva dubbi sul fatto che chiunque lui uccidesse era “un ragazzo cattivo”; odiava “quei dannati selvaggi” e dopo l’uragano Katrina si dice si fosse offerto per andare a uccidere i saccheggiatori quando uscivano dai negozi.  

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Lindy West si domanda per quale ragione Eastwood, invece di vedere il bianco e il nero che c’è in questa storia ha voluto guardare ancora una volta solo a infinite sfumature di grigio, descrivendo un soldato tormentato tra dubbi e dovere. Anche Laura Miller ha scritto su “Salon” che nella visione di Kyle, gli americani erano buoni in virtù del fatto che sono americani e i fanatici musulmani vogliono uccidere gli americani solo perché sono cristiani.  

 

Nella destra americana “American Sniper” è ora visto con la stessa incondizionata reverenza che si riserva alla bandiera a stelle e a strisce o all’inno nazionale: non si può discutere. Chiunque esprima in un blog un’opinione diversa è invitato ad andare lui in Iraq e gli si augura che quei barbuti pezzenti dell’Isis lo vadano a trovare e gli taglino qualche “fottuta” parte del corpo, così imparerà a non apprezzare gente come Chris Kyle, della quale c’è sempre più bisogno.

 

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Nessuno, nei blog, pensa agli iracheni come persone, che mangiano, apprezzano il cielo e il sole, amano la loro famiglia e vorrebbero una vita normale. Prima di osannarli, conclude “The Guardian”, bisognerebbe sempre incontrare e conoscere i propri eroi.  

 

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