FATTO FUORI DAL PD, ROGNONI SPUTTANA LA RAI (PERCHÉ NON L’HA DETTO PRIMA?) - L’EX CONSIGLIERE SVELA LA CUCCAGNA DI FAZIO: 25MILA€ A PUNTATA - 50MILA GLI SPECIALI - VESPA, LA META’ DI FAZIO: 100 PUNTATE 1.187.000 €! TRAVAGLIO? ECCEDE IN PROTAGONISMO -

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Elena Martelli per Il Venerdì

Per Carlo Rognoni è l\'ultimo giorno al settimo piano di viale Mazzini. Con una telefonata, Dario Franceschini, il 18 febbraio scorso, gli ha comunicato che il suo incarico nel consiglio d\'amministrazione della Rai, non verrà riconfermato. Il Pd ha deciso di sostituirlo con Giorgio Van Straten, perché questo fa parte delle ultime volontà del segretario uscente Walter Veltroni.

CARLOCARLO ROGNONI

Si chiude così l\'avventura di Rognoni in Rai, iniziata nel maggio del 2005, quando Piero Fassino gli propose di diventare consigliere per conto dei Ds. Gli scatoloni si presume che Rognoni li abbia già fatti. Non resta quindi che parlare del suo ultimo atto, pensato ben prima della telefonata del nuovo segretario del Pd: si tratta di Rai, addio, Memorie di ex consigliere, il suo saggio edito da Tropea, che uscirà in libreria il 23 aprile.

Nel libro, l\'ex giornalista e direttore di Panorama e di Epoca, racconta di tutto: dal dibattito sul cachet di Emanuele Filiberto di Savoia per Ballando con le stelle, 400 milioni di euro poi ridimensionato a quello percepito dagli altri concorrenti, al compenso di Fabio Fazio per Che tempo che fa: 25 mila euro a puntata e 50 mila per quelle speciali. Ma l\'esclusiva, precisa, comprende anche 500 mila euro per l\'eventuale conduzione di Sanremo.

CarlaCarla e Fazio

\"Troppo?\", si chiede lo stesso Rognoni? Rispondendosi che \"è una di quelle trasmissioni che in Rai portano 17 milioni di euro fra pubblicità sponsorizzazioni e telepromozioni\". Sempre in tema di compensi, Rognoni scrive quanto percepisce Bruno Vespa: per 100 puntate di Porta a Porta 1.187.000 euro l\'anno, speciali a parte. E di quanto sia potente in Rai: \"Giovanni Minoli intendeva riproporre su Raidue i suoi famosi faccia a faccia di Mixer. Il direttore di Raidue era d\'accordo, Vespa no perché gli avrebbe fatto ombra. E la trasmissione non si è più fatta\".

Poi, ripercorre gli scandali derivati dalle intercettazioni di Saccà e racconta il curioso caso di Alfredo Meocci, che viene nominato da Berlusconi direttore generale della Rai nel 2005, nonostante sia stato sei anni nell\'autorità garante delle comunicazioni: quindi tecnicamente incompatibile. Poi Rognoni ricorda piccoli struggenti episodi: come quando Gasparri si scagliò contro \"lo spreco di denaro pubblico\" consistente nell\'aver pagato i diritti di Montalbano a Camilleri \"che andava in piazza a contestare Berlusconi e quindi non avrebbe potuto venderli a Mediaset\".

BrunoBruno Vespa

Ma soprattutto la partita persa con il naufragio della legge Gentiloni che avrebbe dovuto riformare la tv e così fare piazza pulita della famigerata legge Gasparri con le regole della quale, a tutt\'oggi, viene nominato il Cda. \"Speravo di essere nel primo e ultimo Cda nominato in base a quella legge. Mi sbagliavo. Tutt\'ora la governance della Rai dipende dai partiti. Perché la Gasparri dice che il Consiglio è fatto di nove consiglieri, sette eletti dalla Vigilanza con un sistema che ne garantisce quattro alla maggioranza e tre all\'opposizione.

Un ottavo è nominato dal ministro del Tesoro. In pratica, restituisce ai partiti quel potere che si era cercato di toglier loro nel 1992. Fino a che non si stacca la spina che tiene la Rai attaccata al potere politico non si può pensare di rinnovare questa azienda\". Che adesso sarà presieduta da Paolo Garimberti, che ha sostituito Claudio Petruccioli, e diretta da Mauro Masi, nuovo direttore generale al posto di Claudio Cappon.

L\'unica battaglia seria in Rai è quella per una nuova legge sul sistema televisivo: lo ripete per tutto il libro.
\"Non si tratta tanto della vecchia lottizzazione, ma del fatto che la politica non si è resa conto di come la tv stia cambiando. Il digitale, il satellite, gli scenari sono già diversi e ancora la sinistra pensa al duopolio! Veltroni crede ancora che la soluzione sia mettere un bel nome nel Cda? Il problema è che bisogna cambiare il sistema di governo della Rai. Oggi si ha da una parte un amministratore delegato collettivo, il Cda appunto, che può solo bocciare o approvare quello che propone il direttore generale che ha il solo potere di proporre. La sinistra ha deciso di adeguarsi a questo sistema diventando complice della gestione futura della Rai\".

paolopaolo garimberti e signora

E il centro-destra ci marcia.
\"Al contrario ha un leader che sa cosa è la tv. E si comporta di conseguenza. Può sembrare un paradosso ma lui non vuole che la Rai vada male. Gli serve anche politicamente dimostrare che non uccide il servizio pubblico. E a Mediaset serve avere un competitore-alleato forte perché il prossimo passo che dovrà affrontare il nuovo Cda sarà il rapporto con Sky. Decisivo\".

Ecco allora la piattaforma satellitare con Mediaset e Telecom Italia media per far fronte a Sky.
\"Quella nasce con un obiettivo: non riusciamo a portare il digitale terrestre dappertutto, con il satellite ci arriviamo\".

Cosa dovrà fare il nuovo Cda?
\"Garimberti è una persona perbene, un bravo giornalista che ha le sue idee: rischia fra qualche mese di trovarsi ad arginare l\'assalto alla diligenza che passa per il nuovo direttore generale, espressione della maggioranza\".

CarloCarlo Freccero

Si prenderanno tutte le testate e le direzioni?
\"Se cambiano Gianni Riotta al Tg1 - che tra l\'altro suggerii io a Cappon mentre tutti pensavano che fosse il candidato di Prodi - vuol dire che hanno deciso di prendersi la Rai. Noi, all\'epoca di Prodi, invece della linea dura optammo per una mediazione. Il concetto era: non facciamo come il centro destra che arrivò e mise in cantina fior di professionisti. Riotta dalla sinistra è ritenuto oggi un opportunista perché troppo equilibrato... La direzione del Tg1 sarà una delle prime grane. E Carlo Freccero che ha l\'importante incarico di Rai 4 e Rai5, i canali del digitale, verrà riconfermato o mandato fra gli \"appesi\"?

Secondo lei?
\"Lo castrano\".

marcomarco travaglio

Nel libro si stupisce che Veltroni se la prenda con l\'Isola dei famosi. Ma anche lei in consiglio votò contro quel reality.
\"Veltroni si preoccupava della qualità, quando il vero problema della Rai, lo ripeto, è la legge in base alla quale viene governata l\'azienda. La qualità, la libertà d\'informazione passano da lì. Dopodiché dico anche che l\'Isola fa ascolti e si mantiene senza pesare sul canone. Votai contro ben sapendo che sarebbe passata. Per Petruccioli quel dibattito era un modo per dimostrare che in Rai il problema della qualità era sentito. Ottenemmo che in quell\'anno, il 2007, non ci sarebbero stati personaggi trash\".

Di Travaglio dice che è necessario. Ricorda le battaglie fatte nel Cda per difendere personaggi come Santoro, la Gabanelli e Fazio accusati di volta in volta di tradire il servizio pubblico.
\"Quello era il caso dell\'intervista di Fazio a Travaglio, dove questi, dopo aver detto che Schifani ha avuto amici mafiosi, se ne uscì affermando che era peggio di una muffa. Nel libro riporto il dibattito che ne seguì perché dà la misura di quanto sia difficile il rapporto tra satira giornalismo e politica. Travaglio è bravo ma eccede in protagonismo\".

VignettaVignetta di Benny da \"Libero\"

Dopo l\'editto Bulgaro di Berlusconi contro Santoro, Biagi e Luttazzi satira e giornalismo d\'inchiesta sembrano diventati impraticabili o praticabili con il bilancino.
\"Anche i giornalisti hanno le loro colpe: non sono riusciti ad essere veramente autonomi. E questo atteggiamento ricade sulla satira. E\' l\'effetto Berlusconi. Storicamente la nostra informazione è asservita o al potere economico o a quello politico. Dopo Tangentopoli, i giornalisti hanno preso come riferimento i magistrati, diventandone dipendenti. Quando è entrato in campo Berlusconi, il paese si è spaccato: o di qua o di là. Autonomi mai. Anche i tg sono figli di questo modo di pensare. I servizi sono una raccolta di dichiarazioni di politici. Questa informazione allontana i cittadini dalla politica. Personalmente, quando vedo Gasparri mi viene voglia di cambiare canale\".

 

 

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