FENOMENOLOGIA DEI ‘’CELEBRO-LESI” – TUTTA COLPA DI OSCAR WILDE: HA INVENTATO LE KIM KARDASHIAN DEI REALITY E I “FAMOSI PER ESSERE FAMOSI” - SUE LE REGOLE “METTITI IN POSA”, “FREQUENTA I FAMOSI”, “PROMUOVI SEMPRE TE STESSO”

Dietro la sua delicata persona, c’era un uomo di ghiaccio con una sola missione: trasformarsi in una stella. Fu per questo che migrò in America. Dopo 12 mesi era il secondo inglese più famoso dopo la Regina Vittoria, e ancora non aveva scritto un libro...

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David M. Friedman per “Salon

 

oscar wilde oscar wilde

La definizione di “celebrità” è drasticamente cambiata. Era una parola che identificava persone che si erano distinte in qualcosa, artisti, atleti, politici, gente che aveva lasciato un segno nella storia attraverso azioni significative. Oggi invece indica i famosi diventati tali perché presenti sui media. Nessuna altra qualità è richiesta. La fama non è l’obiettivo raggiunto attraverso una carriera, è il suo inizio.

 

E’ un sistema di valori ribaltato con la nascita della tv, del reality, di internet, e di un nuovo mezzo: il “sex tape”. In realtà la nascita di questo nuova visione globale risale a un individuo nato 160 anni fa a Dublino. Oscar Wilde sbarcò in America nel gennaio del 1882

OSCAR WILDE OSCAR WILDE

e si lanciò in un tour di 150 lezioni, chiamandosi docente di estetica, parlando al pubblico di decorazioni di interni, vestito in seta e velluto. Nel frattempo rilasciò quasi 100 interviste, più di chiunque altro al tempo. Dopo 12 mesi era il secondo inglese più famoso dopo la Regina Vittoria.

 

Dietro la sua delicata persona, il dandy imbellettato che tesseva le lodi di candelieri e cuscini ricamati, c’era un uomo di ghiaccio con una sola missione: trasformarsi in una stella, non importava quanto poco avesse fatto per meritarlo.

 

All’epoca infatti aveva fatto ben poco, non era il leggendario scrittore che conosciamo oggi. Aveva 27 anni e doveva passare molto prima che producesse libri come “Il ritratto di Dorian Gray”. A Londra era conosciuto solo come ospite delle feste. Poteva arrivare con un serpente al collo, dare acute e paradossali stoccate, discutere di arte e di decorazioni di interni. Fu per questo che migrò in America.

jonh malkovich interpreta andy warhol : self portrait foto di sandro miller jonh malkovich interpreta andy warhol : self portrait foto di sandro miller

 

Il viaggio gli fu offerto da Richard D’Oyly Carte, manager dell’operetta di Gilbert & Sullivan intitolata “Patience”, una satira del movimento estetico britannico unito in nome dell’arte per l’arte, il nirvana per i narcisisti dal gusto squisito. Il personaggio di “Bunthorne” in “Patience” era modellato proprio su Oscar Wilde. Mr. Carte temeva che lo spettacolo non venisse apprezzato in America perché il tipo dandy non era nativo di lì, allora ingaggiò Wilde, il prototipo vivente in grado di diffondere il nuovo stile.

 

Fu lui ad ideare la strategia e a stilare le regole per creare la fama dal nulla. Una di queste regole era: «Lavorare nella stanza». Sapeva che il prodotto da mostrare era se stesso e si presentò a circa 200 feste. Si metteva nell’atrio e si presentava a tutti, aveva una battuta per ognuno. L’altra regola era: «Il protagonista sei sempre tu».

kim kardashian vestita da wonder woman kim kardashian vestita da wonder woman

 

Non importava che i giornalisti gli facessero domande di arte o di sport, la risposta doveva essere sempre autobiografica. Terza regola: «La celebrità è contagiosa», perciò Wilde faceva di tutto per incontrare e frequentare persone famose: a colazione con Henry Wadsworth Longfellow, un bicchiere di vino con Walt Whitman, una cena con Louisa May Alcott o con Henry James. Tutto per far parte dell’élite.

kim kardashian costume da tigrotta kim kardashian costume da tigrotta

 

La più longeva fra le sue regole è: “Strike a Pose”, mettiti in posa. Appena arrivato in America, Wilde ha posato come Adone per il fotografo newyorkese Napoleon Sarony, il ritrattista più in voga negli States del 1882. Poi ha usato quelle foto come il suo “logo” personale durante il tour. Il suo volto diventò il più noto, al punto che fu usato nelle pubblicità per cappelli da uomo e per bustini da donna. Capì subito il potere commerciale e promozionale della fotografia.

 

kim kardashian nuda selfie kim kardashian nuda selfie

Tornato in Inghilterra, Wilde disse al suo biografo Robert Sherrard, che la fine del tour americano coincideva con “la fine del primo periodo di Oscar”. Il suo obiettivo era capovolgere il normale processo di come un intellettuale otteneva levatura: conquistare la fama prima e poi, in un secondo periodo, usare quella fama per costruire una carriera come scrittore. Cosa che gli riuscì, giustamente acclamato.

 

Diede un altro contributo durevole, e più controverso ancora, alla nostra società: capì che la fama faceva diventare ricchi. Molto prima di Norman Mailer, Wilde conosceva l’importanza del “promuovere se stessi”, molto prima di Andy Warhol mise la bellezza in commercio e capì l’importanza dell’immagine nel marketing. Molto prima di Kim Kardashian comprese che la notorietà si fabbrica con i media, e prima di tutti creò la cultura della celebrità. 

kim kardashian nuda selfie kim kardashian nuda selfie kim kardashian kim kardashian

 

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